Josh
Dopo un intenso battibecco sul perché avessi detto quella cosa, arrivai alla conclusione che non mi importava di nulla e volevo che lo fosse davvero. Volevo che Nina fosse la mia ragazza ma probabilmente lei non si sentiva ancora pronta. Ragione per cui si era infuriata e aveva cominciato a blaterare. Era appena uscita da una storia tormentata e me ne sarei dovuto fare una ragione se avesse rifiutato. Nonostante tutto però non avrei mollato, avrei continuato a starle vicino e a stuzzicarla, perché la verità era che quando lei era con me, non aveva importanza più nulla. Non avevo bisogno di farmi mille ragazze al giorno o di combinare stronzate con gli amici, se c'era lei, non aveva importanza se c'era il sole o la luna, con lei era sempre il giorno più bello. Dovevo dirglielo, ma forse non era il momento. Per la prima volta avevo paura che una ragazza mi rifiutasse, per la prima volta in vita mia avevo paura che l'unica ragazza che avessi mai voluto non mi volesse a sua volta. Realizzare tutta quella roba all'improvviso mi stava mandando in pappa il cervello, eravamo passati dal volerci strangolare al saltarci addosso ogni qual volta ne avessimo l'occasione. Mi sembrava di star immaginando tutto, non avevo mai voluto nessuna ragazza così tanto, non credevo neanche di volere lei fino a quel punto. Mi aveva sempre mandato in bestia e più volte avevo fantasticato su di lei come la maggior parte dei ragazzi che la conoscesse, ma mai avrei creduto che sarei impazzito per lei.Nina
Dio mio, quanto avrei voluto che mi facesse smettere di blaterare chiedendomi di diventare la sua ragazza. Non riuscivo proprio a capire che cavolo aspettasse a chiedermelo. Era palese l'attrazione tra di noi. Io non li capivo proprio i maschi. Dopo aver camminato in silenzio mentre mi accompagnava a casa, mi resi conto che era nervoso, come se avesse qualcosa da dire. Ormai avevo imparato a capirlo. Quando era ansioso picchiettava le dita ovunque, quando era nervoso sfregava le mani fra loro, quando era pensieroso o agitato si passava una mano tra i capelli e quando era tranquillo o felice non la smetteva di sorridere e prendermi in giro. Quel giorno fece tutte queste cose tranne le ultime due, il che mi diede da pensare. Entrambi sapevamo bene che stavamo tenendo il broncio solo per orgoglio e non perché eravamo effettivamente arrabbiati l'uno con l'altra. Quando arrivammo davanti casa mia lo guardai fisso in attesa. Dato che non faceva nulla tranne che sfregarsi le mani, gli porsi il mignolino in segno di pace. Quasi come se non se lo aspettasse mi guardò storto.
<<Vuoi fare pace?>> gli dissi.<<Sei bisbetica.>> odiavo quando mi chiamava così.
<<E tu sei mongoplettico.>>
<<Mongo cosa?>> gli feci segno di lasciar perdere con la mano.
<<Vuoi fare pace, si o no?>> gli feci il labbruccio.
<<Smettila di guardarmi così.>> mi disse indicando la mia faccia.
<<Così come?>> mi avvicinai a lui mantenendo la stessa espressione.
<<Con questa faccetta che è tutto tranne che tenera.>> Nemmeno mia madre era mai riuscita a resistere al labbruccio e lui si. Assurdo!
<<Eh invece non la smetto.>> dissi in tono cantilenante.
<<Bene.>> bene?
Mi prese per i fianchi e mi morse il labbro, poi iniziò a baciarmi con una certa foga, come se non lo facesse da tempo. Mi persi come ogni volta che ci baciavamo. Fortunatamente mi reggeva perché le mie gambe cominciarono a cedere. Era troppo bello.
<<Vedi?>> mi chiese con un po' di affanno.
<<Cosa?>>
<<Hai smesso.>> brutto stronzo. Gli diedi un colpo sul petto e battei in ritirata verso la porta.
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Un amore improbabile. #Wattys2019
RomanceNina, una diciasettenne determinata a realizzare i propri obbiettivi, amante della lettura e del pattinaggio; si ritroverà a dover stravolgere i propri piani, quando il diciottenne Josh, amante dell'hockey e re del liceo, nonchè suo nemico giurato;...