CAPITOLO 27

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MARGHERITA

Il mattino dopo mi sveglio a causa del mio cellulare. Ha iniziato a suonare perché mi è arrivato un messaggio. Ancora assonnata allungo un braccio e prendo il telefono per capire chi mi ha svegliata: è quel rompiscatole di mio cugino.

"Ciao cuginetta ❤. Preparati che fra venti minuti sono da te"

"Ciao Simo, è prestissimo io sto ancora dormendo!😪😪" Premo invia e poi torno a dormire. Dopo neppure un minuto mi arriva un altro messaggio.

"Mi dispiace, ma io sono già in strada quindi alzati😊"

"Uffa sempre il solito ❤😑"

Ho voglia di passare una giornata con lui, non lo vedo da tanto così mi alzo dal letto nonostante sia prestissimo. Ancora mezza addormenta mi lavo la faccia e metto i primi vestiti che trovo. Quando Simone arriva a casa mia non ho ancora fatto colazione, lui non me ne ha lasciato il tempo.
Lo abbraccio stretto e lui ridendo mi saluta.

  -Ciao scricciolo! Pronta?

  - Quasi, in realtà devo ancora fare colazione- dico.

  - Meglio, andiamo al bar.

  - Va bene, aspetta che lascio un messaggio a mia mamma per dirle che esco con te.

  - Scrivi anche che non torni per pranzo

  Entriamo in casa e io scrivo un messaggio su un foglietto che poi lascio sul tavolo della cucina. CIAO MAMMA , SONO USCITA CON SIMO NON SO QUANDO TORNO, MA NON ASPETRARMI PER PRANZO.

  - Dove andiamo a fare colazione?- mi chiede appena saliamo in macchina.

  - Non lo so, tu conosci qualche posto dove si mangia bene?

  - Conosco un bar dove hanno delle brioches buonissime.

  - Va bene, andiamo lì

 Per me un posto vale l'altro, sto letteralmente morendo di fame. Quando entriamo nel bar ci guardiamo in giro alla ricerca di un tavolo vuoto. Ci sediamo vicino alla vetrina e subito una delle cameriere viene da noi. Mi guarda male, anche se non capisco perché.

  - Ciao Simo! Tutto bene?- chiede lei con troppo entusiasmo.

  - Certo. Ti presento Margherita, mia cugina.

La smorfia carica d'odio della ragazza si trasforma all'improvviso in un sorriso.

  - Piacere, sono Emma. Non ti ho mai vista in giro.

  - Ora abito a Milano, sono venuta qui a trovare i miei.

  - Emma ci porti due brioches alla marmellata e due cappuccini?- dice Simone cambiando bruscamente discorso.

  - Certo, arrivo subito.

Appena la ragazza si è allontanata di qualche metro Simone dice- Se inizi a parlare quella non ti molla più, è una tale pettegola.

  - Hai notato lo sguardo assassino che mi ha lanciato appena ci siamo seduti?

  - Non farci caso, quella mi ronza sempre attorno. Viene nella mia stessa scuola.

  - Ho notato, è colpa del tuo fascino.

  - Cosa posso farci se sono irresistibile? - scherza lui.

  -  Stai ancora con Melissa?

  - Da più di due anni ormai

  - E a lei non danno fastidio tutte le tue ammiratrici?- lo prendo in giro.

  - No, ormai ci ha fatto l'abitudine .

  Emma torna al nostro tavolo con quello che abbiamo ordinato. Prima di allontanarsi da noi fa un sorrisino a Simo, ma lui sembra non accorgersene. Mi dispiace per lei, ma il mio cuginetto è cotto della sua ragazza. Quando assaggio la brioches non posso fare a meno di concordare con lui, è davvero buonissima.

  - E ora che si fa?- chiedo una volta saliti in macchina.

  - Andiamo al capanno?

  - É da un sacco che non ci vado

  - Perfetto allora andiamo lì.

Il capanno è una casa di pietra in mezzo al bosco. Ormai è abbandonata, ma lì vicino c'è un grande prato. Io e Simo ci andavamo sempre, l'unico aspetto negativo di quel posto è che per arrivarci bisogna camminare un'ora e mezza in salita.

  - Ho portato anche i panini, avevo già in programma si venire qui con te- dice Simo scendendo dalla macchina. Apre il baule e prende uno zaino. Se lo mette in spalla e ci avviamo lungo il sentiero. Camminiamo in silenzio perché la salita è molto ripida e quindi dobbiamo risparmiare fiato. Quando finalmente arriviamo in cima andiamo sotto al solito albero e Simo stende una coperta blu. Ci sediamo sopra e guardiamo il panorama, mi era mancato questo posto. Anche se non è ora di pranzo mangiamo i panini perché mi è tornata fame, poi mi sdraio e chiudo gli occhi. Si sente solo il cinguettio degli uccellini.

  - A Milano si sente solo il traffico delle auto. Mi mancava questa pace- dico e poi pian piano mi addormento. Quando mi sveglio sono le tre del pomeriggio

  - Buon pomeriggio dormigliona.

  - Scusa, ero molto stanca: questa mattina mi hai svegliato troppo presto. Comunque non dovevi lasciarmi dormire così tanto.

  - Ma se ti ho svegliata alle sette!

  - É prestissimo, soprattutto considerando che ieri sono andata a dormire verso l'una e mezza.

  - Che hai fatto fino a quell'ora?

  - Ho guardato un film con Filo.

  - Era bello almeno?

  - Si, a me è piaciuto anche se l'avevo già visto.

Quando risaliamo sulla sua auto sono le cinque di pomeriggio.

  - Ora sono un po' stanca. Mi accompagni a casa?

  - Certo signorina- mi dice Simo avviando il motore della macchina.

  - Mi mancava uscire col mio cugino preferito.

  - Wow, non sapevo di essere il tuo preferito. Che onore.

Sorrido e guardo fuori dal finestrino. Mi piace passare del tempo con lui, andiamo molto d'accordo. Quando arrivo davanti a casa chiedo a Simone se vuole restare per cena.

  - Non vorrei disturbare.

  - Ma va, i miei saranno felici di vederti.

  - Va bene.

  - Perfetto- dico scendendo dalla macchina. Percorriamo il vialetto ridendo e scherzando ed entriamo in casa. Quando sto per entrare in salotto mi blocco all'improvviso.

  - Che ci fai qui?- chiedo sorpresa appena lo vedo seduto sul divano di casa mia.

Ti amo ma non possoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora