T/N's Pov
La notte di luna piena è un'avvenimento un po' speciale nell'Armata. Festeggiamo sempre questo giorno che si presenta una volta ogni mese per alzare lo spirito dei soldati prima delle spedizioni. Si da' fondo alle provviste del Corpo, ci si diverte, si canta, si balla a volte ci si ubriaca. Insomma, una cosa puramente informale tra di noi.
Dopo aver preso parte a queste feste tutti i mesi per due anni sono arrivata alla conclusione che l'Armata le abbia create per far sì che i soldati dimentichino per alcune ore ciò che li attenderà una volta superate le porte del Wall Rose: ovvero una battaglia già persa in partenza contro dei giganti che avevano condannato l'umanità all'estinzione più di un secolo prima. Una specie di sfogo prima di vedere la morte in faccia.
Per questo motivo non sono mai riuscita ad apprezzare fino in fondo questa ricorrenza. Mi sembrava troppo finta, troppo forzata. Mi sembrava un modo per ricordarci ancora di più quale destino ci attendesse una volta giunti in territorio nemico. Gli altri invece sembravano non farci caso, anzi, aspettavano con ansia la notte della luna piena. Alcuni la trovavano un'occasione per potersi dichiarare alla persona che amavano. Moltissime volte avevo sorpreso varie coppie baciarsi in angoli bui.
Per questo io preferivo uscire dalla sala adibita ai festeggiamenti e passeggiavo per prender un po' d'aria e guardare il cielo. Se era una festa in onore alla luna perché nessuno usciva ad ammirarla? Era una domanda che mi facevo continuamente.
Mi sdraiavo sull'erba e la guardavo. Solo durante quella notte io le parlavo di me; era diventata la mia confidente. Le rivelavo le mie paure, le mie speranze, i miei ricordi di bambina. Le raccontavo di Ginger e dei miei genitori, di cui non rammentavo quasi nulla. Nella mia mente conservavo solo un'immagine di mia madre che mi pettinava dolcemente i capelli mentre canticchiava e una di mio padre ubriaco che mi urlava contro.
Mi ricordo anche che una volta non era più tornato a casa dopo aver passato la sera in una locanda, come faceva sempre. Mi pare di non aver pianto quella volta.
A quel punto mi mettevo a cantare. Mi piaceva, ma non ne trovavo mai il tempo, sopratutto perché non mi piaceva far sentire la mia voce ad altri. Potevo cantare per ore intere; ballate che avevo imparato da piccola, che mi aveva insegnato Ginger e che avevo sentito tra i miei compagni. Ogni volta che ne sentivo una nuova, cercavo di imprimerla nella mente e di non farla scappare via.
Cantare era il mio modo per evadere da tutto e da tutti. Non c'era più nessuno quando cantavo, solo io, la mia voce e la luna. Il mio canto si univa con quello dei grilli e col soffiare del vento tra l'erba alta e insieme allettavamo l'astro che era lassù in cielo a guardarci. Mi sentivo in pace con me stessa. Non era la stessa sensazione che provavo quando volavo, no. Quella era l'adrenalina che mi scorreva nelle vene e che mi faceva sentire più viva che mai.
Quando cantavo così, da sola, non ero più T/N T/C. Ero una voce che si perdeva nell'immensità della notte, nient'altro. Volevo perdermi anche io come lei e questo mi spingeva a cantare sempre più intensamente. Poi però mi ricordavo di essere abbastanza vicino ad altre persone e smettevo.
La magia così si spezzava, per ricominciare alla festa successiva. Era un mio appuntamento, qualcosa di privato e intimo. E io avevo invitato un'altra persona a far parte di quel momento.
Ciò mi rendeva nervosa. Avevo voluto condividere quel momento con qualcun' altro. In situazioni normali non l'avrei mai fatto, ma ero certa che Bertholdt dovesse far parte di tutto questo. Era un'azzardo, lo sapevo, tuttavia qualcosa dentro di me non voleva tirarsi indietro.
Tutti questi pensieri mi ronzavano in testa mentre mi stavo rifacendo per l'ennesima volta il solito chignon davanti allo specchio della mia stanza. Era quasi sera e già dal giorno prima avevamo terminato i preparativi per la festa. I superiori ci avevano detto di poterci prendere un'ora per sistemarci prima dell'inizio della serata.
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Armored Heart |Bertholdt X Reader|
Fanfic-Tutto questo era terribilmente sbagliato. Ma era anche dannatamente perfetto- T/N, una delle migliori soldatesse dell'Armata Ricognitiva ed ex celebre ladra della Città Sotterranea, aveva fatto una promessa con sé stessa: costruirsi un'armatura int...