Capitolo 37

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T/N's Pov

In sogno intorno a me c'erano sono solo buio e silenzio. Ovunque i miei piedi mi portassero trovavo solo oscurità. Non riuscivo a vedere nulla, nemmeno le mie mani. Ero presa da un'angoscia terribile. Non capivo cosa stesse succedendo e una parte nascosta dentro di me non voleva saperlo. Io però continuavo ad andare avanti alla cieca, sperando di trovare una via d'uscita da quella notte perenne.

All'improvviso vidi davanti a ma una figura di spalle, l'unica cosa ad essere illuminata. La figura emetteva dei suoni e più mi avvicinavo più capivo che si trattava di singhiozzi incontrollati. Quando mi trovai esattamente dietro di lei, istintivamente le appoggiai una mano sulla spalla. Questa si girò e io inorridii. Davanti a me, Bertholdt cercava di tamponare inutilmente con le mani una profonda ferita sul collo. Il sangue gli aveva macchiato tutta la camicia bianca e buona parte della faccia. I suoi occhi vitrei erano puntati nella mia direzione ma guardavano attraverso di me, come se non ci fossi. 

-Aiutami- disse in un soffio.

Io volevo aiutarlo ma non riuscivo a muovermi. Ero pietrificata. Provai a urlare ma non ci riuscii. Intanto lui continuava ad implorarmi e il sangue che cadeva per terra formava un grande lago di rosso rubino dentro al quale mi ritrovai presto anche io insieme a lui e nel quale iniziai a sprofondare sempre di più non riuscendo a muovere un muscolo, mentre il ragazzo mi guardava disperato sopra di me senza fare nulla per salvarmi.

-T/N!- 

Mi svegliai di soprassalto. Ero sdraiata su un carro fermo. Sopra di me, Ginger mi guardava preoccupata, scuotendomi leggermente per le spalle. 

-Ehilà- disse sorridendomi mestamente, -ben svegliata principessa-

Provai ad alzarmi, ma la mia schiena si lamentò emettendo uno schiocco  non molto promettente, quindi mi limitai a mettermi a sedere, deformando il mio viso in una smorfia di dolore. Evidentemente dovevo aver preso una bella botta alla colonna vertebrale. 

-Hey, hey, non ti sforzare piccola- continuò Ginger, ma io non ci feci caso e mi posizionai meglio per stare più comoda. 

Non potendo alzarmi mi guardai intorno per capire la situazione. 

Ci trovavamo in un piccolo accampamento di fortuna e intorno a noi un via vai continuo di medici e infermieri militari, simili a diligenti formiche operaie, cercava di portare un po' di sollievo ai feriti stesi per terra. 

-Il nanetto e il comandante dovrebbero arrivare qui a momenti, perché non ti...-

-Li avete presi?- chiesi continuando a guardare i miei compagni sofferenti.

Ginger si bloccò.

-Come?-

-Avete catturato i disertori?- chiesi senza lasciare trasparire alcuna emozione ed evitando di guardarla.

Ginger rimase un momento senza dire niente, pensierosa.

-No. Ci sono sfuggiti- 

Annuii. 

-Hanno preso con loro Ymir ed Eren?- 

-Si- 

Sospirai e non parlai più. Ginger rispettò il mio silenzio e io la ringraziai silenziosamente per questo. Non volevo pensare a nulla eppure era impossibile. Per tutto quel tempo Bertholdt aveva mentito. Era lui il traditore. Percepii un macigno pesarmi sul petto, all'altezza del cuore. Non mi sentivo delusa o triste. Ero umiliata. 

Lui mi aveva solo usata. Per cosa, poi? A cosa gli ero servita alla fine dei conti? Non gli avevo mai riferito nulla dell'Armata che lui non sapesse già. Ero semplicemente stata uno svago, quindi? Per divertirsi un po'? Non avevo nemmeno la forza per sentirmi arrabbiata. La consapevolezza di aver vissuto continuamente in una menzogna era troppo forte. 

Armored Heart |Bertholdt X Reader|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora