Capitolo 33

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T/N's Pov

La notte era arrivata senza che ce ne accorgessimo e perciò ci rifugiammo dentro alle rovine di un castello vicino alle mura del Wall Rose, Castel Utgard.

Era una notte di luna piena. La luce di quest'ultima illuminava tutta la vallata e ci permetteva di vedere chiaramente ogni cosa. 

Tristemente, pensai che durante quella notte si sarebbe dovuta tenere la festa della luna piena e invece noi eravamo al freddo, confusi e angosciati dagli strani avvenimenti della giornata.

L'unica cosa che mi faceva sorridere di quella serata era il ricordo del mio primo bacio con Bertl.

Avevamo acceso un piccolo fuoco ed ora eravamo tutti seduti attorno ad esso, stringendoci le ginocchia per riscaldarci e senza osare proferir parola. 

Ginger era seduta accanto a me e stava osservando pensierosa le sue mani. Bertholdt, anche lui vicino a me, era seduto su una cassa di legno. I suoi occhi verdi, di solito accesi e vivaci, erano spenti e cupi e fissavano il fuoco. 

Avrei voluto prendergli la mano e dirgli che sarebbe andato tutto bene, ma come potevo mentire a qualcuno se non riuscivo nemmeno a ingannare me stessa?

Mi alzai. Stavo per scoppiare dalla tensione e avevo bisogno di rilassarmi un po'. Stare ferma per troppo tempo mi innervosiva.

-Dove vai?- mi chiese Nanaba.

-A fare due passi. Mi si rattrappisce il sedere se resto ferma per troppo tempo. Intanto faccio la guardia- le risposi.

Nanaba abbozzò un sorriso. Nessuno sapeva che fine avesse fatto Mike, suo marito. Avevo un brutto presentimento riguardo a questo, ma non mi ero azzardata a dire niente.

Uscii dal castello e l'aria della notte mi investì completamente. Presi due grandi boccate d'aria ad occhi chiusi e poi guardai il cielo.

Sembrava tutto fuori contesto. La luna, le stelle, il cielo senza nuvole. Doveva essere una serata romantica. Molto probabilmente in città due innamorati si stavano dichiarando eterno amore.

Noi, invece, pregavamo per una risposta ai dubbi che ci assillavano continuamente. 

Perché i giganti erano all'interno delle mura senza che fosse stata creata alcuna breccia? Il Colossale e il Corazzato non erano stati visti apparire. Come avevano fatto ad entrare? Scavando dei tunnel? Arrampicandosi? 

Non riuscivo a darmi pace. Era un rompicapo che non riuscivo a completare. Bertholdt era più bravo di me in queste cose. Riusciva a trovare una soluzione ad ogni problema che gli si poneva davanti. 

Sentii dei passi avvicinarsi e non mi voltai per vedere chi fosse.

-Tutto bene?- mi chiese la voce preoccupata di Bertl. 

-Si. Credo- risposi senza girarmi.

Si mise vicino a me e rimase immobile a guardare con me le stelle. 

-Ho come un deja-vu'- disse.

-Anche io, rubacuori- risposi intrecciando la mia mano con la sua.

Il resto del nostro copro era separato. Non ci guardavamo nemmeno negli occhi. Questi ultimi ci avrebbero colti in fallo. Avremmo avuto paura di scoppiare a piangere uno di fronte all'altra e a scoprire le nostre paure, mostrandoci deboli e indifesi. Solo le nostre mani erano unite. Ci trasmettevamo coraggio a vicenda, senza allentare la stretta. Era il nostro modo per ribellarci all'inferno che era il nostro mondo. Mostrandogli che non saremmo mai caduti.

-Ti amo- disse Bertholdt.

Una brezza leggera scompigliò i nostri capelli. Nessuno di noi si era girato neanche in quel momento di massima vulnerabilità.

Armored Heart |Bertholdt X Reader|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora