Armored Heart |Bertholdt X Reader|

Capitolo 19

Anno 848, dopo l'arruolamento di T/N nell'Armata Ricognitiva

-È lei quella nuova? Quella della Città Sotterranea?-

-Si, é proprio lei-

-Ha una faccia che sembra il vero demonio...-

-Non a caso veniva chiamata "Il Demonio" nei bassifondi-

L'arruolamento di T/N nei ranghi del Corpo di ricerca aveva portato confusione e sgomento. Erano in molti quelli che detestavano l'idea di dover allenarsi insieme a lei per la sua fama di celebre ladra. Era ritenuta addirittura come degna succeditrice della Rossa, conosciuta molto bene anche in superficie. 

Eccelleva in tutte le esercitazioni a cui era sottoposta, senza apparire stanca o affaticata e sembrava guardare gli altri soldati con una sufficienza e uno snobismo tali da far irritare anche il più paziente degli uomini dell'Armata.

-Non mi sembra poi così terribile. Anzi, non ha propio l'aria di una ladra, ad essere sincero. Non é niente di più che una bambina viziata-

-Allora non l'hai vista nel combattimento corpo a corpo: fa paura!

T/N osservava tutto il trambusto che aveva provocato al suo arrivo con indifferenza. Non era stata lei a voler entrare nell'Armata. Non le interessava mettere a repentaglio la propria vita combattendo contro i giganti per la sopravvivenza dell'umanità, quella stessa umanità che aveva segregato lei e altre persone sottoterra.

T/N, dopo la cattura di Ginger, aveva deciso di racimolare abbastanza soldi per poter accedere alla superficie e andare a riprendersi la sua amica dalla prigione. 

Aveva già pianificato tutto. 

Una volta fatta uscire Ginger dalla cella, con i soldi rimasti avrebbe comprato una casetta in un villaggio sperduto sulle montagne dove, come aveva scoperto da alcune fonti attendibili, i mezzi di comunicazione erano molto limitati. Sarebbero state al sicuro dalle ricerche del Corpo di Gendarmeria. Avrebbero cambiato nome e T/N avrebbe costretto l'amica a tagliarsi i capelli e, perché no, anche a tingerli, per non farsi riconoscere. 

Una parte del piano si era realizzata. Gli ingranaggi del destino si erano messi in moto e il capitano Levi era apparso su un tetto come una angelo custode, offrendole la possibilità di poter finalmente vedere il cielo e respirare la vera libertà, fuori dalle pareti di roccia e dall'aria pesante del sottosuolo. 

Era riuscita a vedere con i suoi occhi tutte le meraviglie raccontate dai pochi fortunati che erano riusciti a salire e anche molte altre. 

I soldati che l'avevano scortata dalla Città al quartier generale dell'Armata l'avevano osservata divertiti mentre usciva dalle scale che portavano al sottosuolo: una ragazzina di tredici anni, pallida e molto magra per la sua età, segni dell'assenza di contatti della pelle e delle ossa con i raggi del sole, che batteva ininterrottamente le palpebre e che si metteva una mano davanti agli occhi per proteggerseli dalla luce troppo intensa, tenendo sempre il suo cappuccio marrone abbassato. 

Successivamente sulla pelle di T/N erano comparsi alcuni puntini rossi per l'esposizione improvvisa ai raggi solari, ma lei non ci aveva fatto molto caso. Una ragazza dai capelli arancioni allora le aveva allungato uno speciale unguento da spalmarsi. Il tutto con un gran sorriso stampato in volto, come se si fosse rivolta ad una semplice ragazzina e non alla ladra più temuta della Città Sotterranea.

T/N aveva capito subito di dover sottostare a delle regole ben precise se non voleva essere consegnata alla Gendarmeria. Doveva portare rispetto ai suoi superiori, eseguire ogni ordine che le veniva impartito e, soprattutto, non agire di testa sua. Ed era per questa ragione che la seconda parte del piano non poteva essere portata a termine. T/N da quel momento in poi sarebbe stata sotto la custodia dell'Armata Ricognitiva. Mentre gli altri soldati avevano dei periodi di vacanza in cui potevano andare a trovare le loro famiglie, lei doveva restare nel quartier generale, possibilmente sorvegliata e, se avesse espresso il desiderio di andare in giro, almeno un soldato l'avrebbe dovuta scortare.