T/N's Pov
Vedevo quello che accadeva intorno a me con indifferenza, come se non fossi lì presente.
Non mi accorsi che Moblit e Hanji fossero andati a controllare il gigante rimasto incastrato nella casa nel villaggio di Connie, né che il resto dell'Armata si stesse preparando all'attacco contro i traditori. Non mi accorsi di essere improvvisamente salita sulla sella del mio cavallo e neppure degli sguardi scettici che i miei amici mi lanciavano apertamente. Quasi non sentii le parole che Jean mi aveva rivolto quando si era avvicinato a me con il suo cavallo.
Lo sapevi? mi aveva domandato.
Lo sapevi, lo sapevi, quella domanda che quasi come una cantilena apriva la strada nel cuore di tutti ad un dubbio inevitabile, tanto da farmi quasi convincere di aver davvero saputo tutto fin dall'inizio, di essere anche io una traditrice come gli altri, di essere stata io la complice di tutti quei terribili omicidi che avevano macchiato le nostre strade.
Io non centro niente, io non centro niente, non ha niente a che fare con me, io non centro, continuavo a ripetermi, ed ero sempre più certa che sarei impazzita.
Volevo che tutto finisse subito, i miei pensieri non avevano un filo logico, era tutto troppo veloce, troppo veloce, troppo disordinato nella mia testa, non riuscivo a mettere le mie idee in ordine, non c'era ordine, non c'era verità, solo follia, dolore, perdita, rabbia, disgusto, paura, annientamento, fine, inizio, freddo, vuoto.
Non sentivo le redini che impugnavo, il vento contro le mie guance, il peso del dispositivo tridimensionale. Non vedevo il bosco di alberi giganti davanti a me, non sentivo Erwin, non sentivo nulla, solo il battito del mio cuore stanco che sbatteva contro la mia cassa toracica, che urlava, che mi diceva di smettere di lottare, perché non poteva più sopportare tutto quel dolore, era troppo, era troppo, basta ti prego, finiscila qui, torna indietro.
Non mi importava di essere già entrata nella foresta, non mi importava di Ymir trasformata in gigante che rapiva Christa, anzi, Historia, la mia anima si era anestetizzata. Basta provare emozioni, smettila, è troppo faticoso, è troppo per me, devi lasciarti andare.
Poi lo vidi. Bertholdt aggrappato a Reiner, con Eren imbavagliato sulle spalle.
È troppo per me.
È troppo.
Troppo.
Nella mia testa troppo caotica, troppo rumorosa un ricordo della mia squadra riemerse timidamente, facendosi strada nella mia follia e inebriandomi per pochi attimi. Petra. Eld. Auruo. Gunther. Levi. Hanji. Ginger. Famiglia. Morte. Rabbia.
Lo farò per loro. Dopo potrò finire tutto questo. Ma prima devo ucciderlo.
Uscii piano piano dal mio torpore e finalmente riuscii di nuovo a sentire tutto ciò che mi circondava. La sabbia contro la mia pelle, il respiro affannoso del mio cavallo, le grida dei miei compagni, la mia rabbia. Sentivo e vedevo tutto. Ero di nuovo viva.
Vidi Mikasa e i miei amici lanciarsi al galoppo contro il Corazzato e li seguii immediatamente, desiderosa quanto loro di porre fine a tutto e di ricevere spiegazioni.
Una volta raggiunti, Mikasa si girò verso di me con uno sguardo assassino, pronta a staccarmi la testa.
-Come osi essere qui tra noi! Tu lo sapevi vero? Sapevi tutto!- mi gridò arrabbiata.
I miei amici si girarono verso di me increduli, con una luce di speranza negli occhi.
-T/N... tu non lo sapevi... vero?- mi chiese Connie addolorato.
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Armored Heart |Bertholdt X Reader|
Fanfic-Tutto questo era terribilmente sbagliato. Ma era anche dannatamente perfetto- T/N, una delle migliori soldatesse dell'Armata Ricognitiva ed ex celebre ladra della Città Sotterranea, aveva fatto una promessa con sé stessa: costruirsi un'armatura int...