Capitolo 34

338 24 2
                                    

T/N's Pov

Com'è possibile? I giganti non sono possono essere attivi di notte, perché sono dipendenti della luce del sole. Come possono muoversi?

L'apparizione improvvisa dei giganti mi aveva spiazzata. Questa era la prova che ci faceva comprendere quanto poche fossero le nostre conoscenze riguardo ai nostri nemici e quanto deboli fossimo noi paragonati a loro. L'arrivo del Gigante bestia, inoltre, mi aveva gettato ancora di più nello sconforto. Quello non era sicuramente un gigante ordinario ma, come Eren, sembrava essere cosciente di ciò che stava facendo. Anzi, sembrava che avesse un piano ben preciso. Fortunatamente però, si era allontanato da noi, lasciando ai suoi compagni il compito di eliminarci. 

-Cosa facciamo adesso?- chiese Connie cercando di non cedere al panico.

-Spostatevi, tutti quanti!- esclamò Nanaba salendo sulla barriera della torre e sguainando una delle sue spade.

-È arrivato il momento dei dispositivi a manovra tridimensionale. Voi andate a controllare che nessun gigante sia entrato nel castello e sprangate ogni porta. Qui ci pensiamo noi- disse la bionda rivolgendosi ai miei amici. Tutti loro annuirono e si precipitarono verso le scale.

Nanaba poi si rivolse a me e a Ginger: -Quanto gas avete nelle vostre bombole?-

-Non tantissimo, ma abbastanza per tenerli lontani dal maniero. Non abbiamo avuto modo di ricaricare le bombole dopo la battaglia con Annie- risposi io per entrambe.

-Va bene. Anche noi non abbiamo fatto il pieno. Però dobbiamo cercare di resistere fino all'alba, ovvero quando arriveranno i rinforzi. Dobbiamo confidare in Erwin- commentò Nanaba.

Se arriveranno, pensai, ma poi allontanai immediatamente il pensiero troppo pessimista. Guardai Ginger e notai che aveva uno sguardo truce e sconfortato. Molto probabilmente aveva pensato la stessa cosa anche lei. 

-Non c'è un minuto da perdere, all'attacco!- gridò Nanaba attivando il suo 3DGM e catapultandosi in mezzo ai giganti che tentavano di arrampicarsi sulla torre.

Io e Ginger ci guardammo e, acconsentendo silenziosamente, liberammo il nostro gas e seguimmo la donna.

Mi gettai a capofitto su un gigante che stava tentando di demolire il maniero e gli tagliai la collottola con facilità, atterrando poi sulla sua testa. Accortisi della mia presenza, cinque giganti si scaraventarono su di me, circondando e distruggendo il corpo del loro compagno per cercare di afferrarmi. Zigzagai tra le mani di quei mostri recidendone qualcuna e mi librai sopra alle loro teste, agganciando gli arpioni alle mura della torre. 

-Che ne dici di divertirci un po'?- esclamò Ginger raggiungendomi e agganciandosi vicino a me. Non ero molto in vena di scherzare, ma cercai di lasciarmi trascinare dalla bonarietà di Ginger che, anche se forzata, era sempre ben accetta. 

-Che vuoi fare?- chiesi.

-Vediamo quanti giganti riusciamo ad uccidere di seguito rimanendo agganciata in un solo punto- gridò Ginger mentre alcuni giganti si stavano avvicinando pericolosamente a noi.

-Ci sto!- gridai in riposta ed entrambe agganciammo gli arpioni ad un gigante a noi vicino. 

L'unico modo per poter affrontare una battaglia per noi due era con il sorriso stampato in faccia. Preferivo morire con addosso un sorriso sfacciato che con occhi sgranati per il terrore.

Bertholdt' s Pov

-Ritorneremo a casa Bertholdt, ce la faremo- mi disse Reiner con fermezza mentre insieme a me tentava di chiudere il portone che ci separava dal gigante che lo aveva attaccato.

Lo guardai sorpreso, spaventato, incredulo, terrorizzato, perso, sollevato, felice. Un mare di emozioni mi avvolse e io ci stavo annegando dentro. Non riuscivo a pensare.

Se fossi tornato a casa avrei ritrovato la pace. Se fossi tornato a casa avrei ritrovato la guerra.

-Si, torneremo!- esclamai con altrettanta decisione sorridendogli.

T/N's Pov

Il mio sorriso dopo pochi minuti era subito sparito. Il gas nelle nostre bombole era completamente esaurito. Dopo un nostro iniziale vantaggio, il Gigante Bestia aveva lanciato dei blocchi di pietra uccidendo due soldati e i giganti avevano ucciso i rimanenti, tra cui Nanaba. Non avrei mai potuto dimenticare le grida di terrore che lei aveva lanciato prima di venire divorata viva da uno di quei mostri. 

Avrei voluto correre in suo soccorso e uccidere il gigante, ma Ginger mi aveva trattenuta portandomi con sé sulla cima della torre e da lì avevamo guardato la sua morte orribile, senza poter fare nulla. 

I ragazzi per fortuna erano sani e salvi. Solo Reiner era stato morso da un gigante che era riuscito ad entrare nel castello, ma era stato salvato da Bertholdt. Avevano evacuato la torre e si erano rifugiati insieme a noi sul tetto. 

Era la fine. I giganti ci avevano completamente circondato e tentavano di salire sulla torre. Ormai non ero più presente con la testa. Guardavo quello che succedeva come uno spettatore inerme, senza alcun controllo sugli eventi. Le voci dei miei amici mi arrivavano lontane. Percepivo solamente le lacrime per Nanaba che scendevano lungo le mie guance, inarrestabili, la gola che mi bruciava per le urla di disperazione che avevo gridato e, sotto le mie dita, il maglione e la mano di  Bertholdt che tenevo stretta.

Lui non mi guardava, ma con una mano teneva la mia e con il braccio mi circondava le spalle con fare protettivo. Tutti i suoi muscoli erano tesi per l'angoscia. Mentre il nostro mondo cadeva a pezzi, io mi strinsi ancora di più accanto a lui. Il suo profumo mi riempì le narici. Sentii il suo cuore battere sotto il mio orecchio. Chiusi gli occhi esausta, mentre le gambe stavano per cedere. 

Non riuscivo più ad essere forte per gli altri. Tutti avevano posto le loro speranze in me e io li avevo delusi. Ora eravamo tutti in balia del destino.

Un urlo mi fece aprire gli occhi. Vidi, come in un sogno, Christa slanciarsi dal parapetto cercando di afferrare Ymir, che si era lanciata nel vuoto. Un fulmine, una luce accecante e Ymir si trasformò in un titano intento a distruggere tutti gli altri per salvarci.

Non mi sembrava reale. Non riuscivo a collegare tutto ciò che mi stava accadendo intorno. Per me era solo un incubo, un terribile incubo da cui volevo uscire il più in fretta possibile. Andava tutto troppo veloce, troppo veloce. Niente aveva senso. 

Ymir, quasi come se avesse sentito i miei pensieri, risalì la torre e ci disse di salirle sulla schiena. Un attimo prima che la torre crollasse, lei ci portò in salvo a terra. La torre schiacciò alcuni dei giganti. I rimanenti cercarono di divorare Ymir, ma poi vennero uccisi dai soldati dell'armata ricognitiva che erano appena arrivati.

Io però, continuavo a credere di essere in un incubo. Non riuscivo a fare niente. Mi sentivo vuota. Le mie gambe cedettero e caddi a terra in ginocchio. Bertholdt si accasciò con me, stringendomi forte. 

E io gridai con tutto il fiato che avevo in gola.



Armored Heart |Bertholdt X Reader|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora