Capitolo 21

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Bertholdt's Pov

Non appena oltrepassammo il portone che divideva il Wall Rose dal Wall Maria, sentii un brivido attraversarmi lungo la schiena. 

Non ero ancora del tutto cosciente di quello che stava accadendo intorno a me e di ciò che stavo facendo io. Sapevo solo di stare stringendo talmente tanto le briglie del mio cavallo da farmi male, di sentire i razzi segnalatori sbattere contro il mio fianco ad ogni cavalcata e di non stare perdendo di vista i compagni davanti a me. 

Leggevo nei loro volti l'eccitazione, l'angoscia e il desiderio di mettere in pratica ciò che avevano imparato in tre anni di addestramento. La formazione decisa dal Comandante Smith però non lasciava molto spazio ai sogni di gloria di noi novellini. Se avessimo visto dei giganti avremmo solo dovuto avvertire le altre squadre con i razzi di segnalazione senza attaccarli.

Continuai a guardare fisso davanti a me cercando di non pensare a niente, cosa praticamente impossibile per uno riflessivo come me.

Nessuno dei soldati aveva tempo di pensare lucidamente in quel momento. Nessuno aveva tempo di riflettere su ciò che sarebbe accaduto dopo, troppo impegnati a pensare al presente che avevano davanti agli occhi. Nessuno tranne me. 

Io non riuscivo a pensare al presente perché sapevo benissimo ciò che sarebbe successo dopo.  

Rainer, Annie ed io avevamo ideato un piano per catturare Eren durante questa spedizione, contando sul fatto che avremmo saputo la sua posizione. La faccenda si era fatta più complicata quando avevamo scoperto che la posizione del ragazzo non era stata rivelata a nessuno. Io e Reiner dovevamo cercare di raccogliere tutte le informazioni possibili sul suo conto durante la spedizione prima che Annie arrivasse nella sua forma di gigante per prenderlo.

Guardai la figura di fronte a me. T/N, girata di spalle, guidava il nostro piccolo gruppo formato da noi due e da Ymir.

Non l'avevo mai vista sul vero campo di battaglia. Non potevo neanche immaginare di cosa fosse realmente capace. Avevo avuto un piccolo assaggio della sua bravura al Campo di Addestramento quando aveva ridotto in mille pezzi la sagoma di legno: come avrebbe reagito trovandosi di fronte ad una minaccia?

Se si fosse arrischiata a fare qualcosa di avventato... Annie avrebbe potuto anche ucciderla. Lei non sapeva della nostra relazione e non avrebbe esitato a neutralizzare T/N se lei si fosse messa in mezzo. 

Sapendo questo, quando Reiner aveva finito la lettera cifrata per Annie nella quale le illustravamo l'operazione da compiere, avevo aggiunto due righe di nascosto. Non potevo continuare a starmene con le mani in mano come facevo sempre e lasciar fare tutto a Reiner. Imitando la calligrafia del biondo, le avevo scritto di non far del male a nessuno, a meno che non si fosse trovata in estremo pericolo. 

Dovevo solo sperare che Annie non passasse vicino a noi.

Ci staccammo dal gruppo principale e dopo un po' lo perdemmo di vista.

Continuammo la nostra avanzata senza particolari problemi. Alcuni giganti provavano ad avvicinarsi a noi, ma presto si stancavano e lasciavano perdere. 

-Non dovremmo ucciderli?- chiese Ymir ad un certo punto.

-Solo se si avvicinano troppo. Se sono anomali non bisogna attaccarli ma lanciare il fumogeno nero- rispose T/N voltandosi verso di lei. 

-Beh, ce n'è uno che si sta avvicinando troppo per i miei gusti- disse facendo una smorfia la bruna. Mi girai, temendo che Ymir si stesse riferendo ad Annie. Trattenni un sospiro di sollievo quando invece appurai che quello che si stava avvicinando non aveva i capelli biondi ed era un normale classe dodici metri con un sorriso da ebete stampato in faccia. Il gigante però non demordeva come gli altri e continuava a rincorrerci.

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