01 • schiava

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Monastero di Clonmacnoise,
Irlanda

Monastero di Clonmacnoise,Irlanda

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Era stato Dio ad ucciderla.

Suor Mary lo aveva amato tanto, probabilmente troppo, e Lui l'aveva uccisa, proprio come in una tragica storia d'amore.

Quelle, al convento, non le avevamo mai lette, e, forse per questo, l'amore dell'anziana suora sembrava essere diventato quasi una barzelletta per tutte noi orfane e le future novizie. Quando arrivava il momento delle punizioni, però, nessuno rideva più.

Io ho odiato Dio sin dal primo momento.
Non credo che fosse una cosa personale, in fondo, ma penso che la colpa fosse dei suoi occhi, quelli che, dal vecchio crocefisso affissato nella camera di suor Mary, mi avevano osservato con fare giudizioso - quasi l'avessi fatto infuriare - per tutta la vita.

Ci avevano cresciuto insegnandoci che Dio fosse misericordioso, che fosse buono con chi seguisse la sua parola, eppure nessuna mano divina aveva mai fermato quella di suor Mary quando colpiva, colpiva e colpiva ancora, spezzandomi le ossa.

Suor Mary lo amava così tanto che sarebbe stata disposta a fare qualsiasi cosa in nome del suo amore.
Io, in nome del suo odio, mi ero limitata ad uccidere lei.

La piccola porta della stanza personale di suor Mary si aprì in uno scricchiolio ruvido, e subito i due giganti che mi avevano fatto da guardia nell'ultima mezz'ora si voltarono verso il terzo della loro specie, che capii subito essere il capo.

Una ragazzina era stata scoperta ad uccidere, e, improvvisamente, due acerrimi soldati non riuscivano nemmeno a toccarla. Facevano quasi ridere questi pagani.

Osservai il terzo di loro, stretto nella striminzita armatura in cuoio ed ossa: dovevano averlo avvertito, perché non si scompose né alla mia vista, né a quella del sangue, né a quella di suor Mary, ancora dolcemente stesa sul suo letto.

Fu il primo che ebbe il coraggio di avvicinarsi a lei, e, lanciato uno sguardo ai suoi soldati, strinse la mano intorno al vecchio crocefisso, sfilandolo lentamente dall'esile petto della donna. Il suono appiccicoso delle viscere spezzate della suora defluì insieme al sangue e agli altri fluidi corporei dalla ferita aperta sul suo bacino, liberando un terribile odore di acido marciume.

A quanto pare, nello scontro, il povero Gesù aveva perso la sua piccola testa di argilla, che ora giaceva tristemente sul pavimento in legno. I suoi occhi giudicanti non mi avevano lasciato nemmeno in quel momento, e, per un breve attimo, desiderai di poter calpestare con forza quella deliziosa testolina con la suola della mia scarpa.

Li osservavo, quegli ingannevoli occhi neri, e ricordavo la rabbia, l'angoscia e la disperazione che mi avevano portato a compiere quel terribile gesto, sperando in una qualsiasi forma di liberazione. Volevo suor Mary morta da quando ne avevo memoria e, finalmente, il mio desiderio era stato appagato.

An Dubh LinnDove le storie prendono vita. Scoprilo ora