31 • un giorno potresti

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Ero persa nella confusione

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Ero persa nella confusione.

Ma persa in senso letterale: ero in un posto che non conoscevo, circondata da nemici e piegata sotto il peso di una condanna.

Màel voleva il regno di Thorgest - era più che chiaro - e chiedeva il mio aiuto per farlo. Dovevo essere la sua breccia, una spina nel fianco per la solidità del nemico.

Pensava - era certo - che Kåre avrebbe fatto di tutto per me, compreso rivoltarsi contro il fratello e spingerlo alla resa. Oppure sperava che sapessi qualche segreto?

Mi sembrava folle il semplice pensare a tutto questo.

Kåre mi aveva ripudiata pur di salvare la propria reputazione e quella del fratello. Ha cancellato i suoi sentimenti per questo, e mi ha dimenticata.

Ogni minuto era un passo più lontano, ed il mio cuore si faceva distante. Eppure, la vita continuava a far incontrare le nostre strade, come se non volesse darci la libertà di dimenticarci.

Non avevo il diritto di dimenticarlo, ed io ero completamente persa.

«Posso?»

Sollevai lo sguardo e Senne era lì, in attesa sullo stipite della porta. Mi guardava con i suoi occhi chiari come se pendesse da quello sguardo, come se ne dipendesse.

«Màel vuole che lo aiuti a sconfiggere Thorgest.»

Non parve sorpreso, affatto. Si venne a sedere al mio fianco e mi prese la mano, accarezzandola piano.

«Che succede, Senne?» Chiesi, preoccupata. Per un istante, ebbi il desiderio di accarezzare il suo volto, ma subito mi imposi di restare ferma.

I suoi occhi erano ghiaccio fuso. Si avvicinò - lentamente - e fece sfiorare i nostri visi, beandosi del calore della mia pelle sulla sua fredda. Chiusi gli occhi, cercando di trovare la mia pace, e lasciai che lui mi accarezzasse i capelli.

Fu un solo momento, un attimo vago, ma accade davvero: in quella piccola sfera di calore, riuscii a sentirmi bene.

«Màel ha fatto una proposta anche a me.»

Riaprii gli occhi, raggelata. «Una proposta?»

«Sono una spia, Nice: per anni sono restato nell'ombra del regno e ne ho rubato i segreti. Màel me li ha chiesti in cambio di protezione - la mia e, soprattutto, la tua.»

«Potrebbe davvero farlo? Donarci la libertà?»

Senne scosse le spalle, allontanandosi. «Se vincesse, sarebbe il sovrano con maggior potere della regione: nessuno potrebbe fermarlo. Saremo uomini liberi e potremo ricominciare. Mare, montagna, campagna: troveremo una casa e la faremo nostra.»

«Nostra,» ripetei, con una vena di perplessità. Senne stava costruendo un futuro fatto per due. «Il nostro domani è incerto.»

«Le cose potrebbero cambiare.»

Non potevo dirmi certa, e Senne lo sapeva bene, così si arrese.

«So che non mi ami, Nice - lo so perfettamente. Non sono l'uomo che ti ha salvato, né ho particolari talenti. So di non essere Kåre. Ma c'è qualcosa nel modo in cui mi guardi, un qualcosa in cui credo di poter contare: forse non mi ami oggi, ma credo che, un giorno, potrei riuscire a farmi amare da te. Io non ho fretta, né timore: tu, probabilmente, sei l'unica persona che davvero ci tiene a me, ed io non posso lasciarti andare, non ora che mi sei tanto vicina.»

Mi accarezzò la guancia, sorridendomi con tenerezza. «La vita continua a far incrociare le nostre strade, Nice: forse qualcosa vorrà dire.»

«E se non fosse così?»

Avevo posto una domanda capace di distruggere un sogno, ma non mi importava: Senne non meritava di essere ingannato, non da me.

Lui rispose subito, segno che doveva averci già pensato. «Saremo comunque liberi, e la libertà ci permette di scegliere anche da chi farci ferire.»

Tiepido e calmo come suo solito, la sua risposta riuscì comunque a colpirmi. Se Kåre fosse stato al suo posto - e mi avesse amato davvero - avrebbe smosso i monti pur di tenermi con sé, pur di tenermi al suo fianco.

Senne, invece, mi donava la possibilità della scelta. Sapeva che il suo cuore sarebbe andato in frantumi e, per quanto gli importasse, temeva di più a me e alla sua felicità.

Mi chiesi quanto amore servisse per arrivare a tutto questo.

Io, nella mia vita, non ero mai arrivata a tanto - al mettere un'altra persona davanti a me.

In realtà, non lo ritenevo nemmeno così giusto.

Annullarsi non è amore; annullarsi è incapacità di sapere amare e amarsi.

E Senne meritava più di questo.

«Penserò alla tua proposta,» dissi, cauta. «Ma non ti prometto nulla.»

Lui, comunque, sorrise. «Mi fido di te, Nice.»

Fidarsi è sempre il primo errore.

Angolo

Capitolo corto, im sorry💞

Mancano ( in teoria ) otto capitoli alla fine❤️ come pensate andrà?? Cosa sceglierà Nice??

Piccola domanda: vi piacerebbe una nuova storia a tema vichingo? Mi piacerebbe scrivere di nuovo su di loro❤️
In realtà mi piacerebbe scrivere qualcosa sul personaggio di Ivar the boneless, ma magari ci penserò😂

Spero che il capitolo vi sia piaciuto❤️

A presto,
Giulia

Team Senne o Team Kåre?

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