33 • proteggerti fino alla fine

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Fu un lampo nel silenzio, un'esplosione di pura tensione e paura.

Corsi nella mia abitazione, e qui lasciai il panic prendere corpo in me. Gettai a terra le pellicce e le sedie, iniziando velocemente a sistemare una sacca per il viaggio con le cibarie sparse.

Non mi rendevo davvero conto di ciò che stavo per fare, né se ne sarei stata in grado, ma non mi importava, dovevo almeno tentare.

In fondo, la strada era sempre la stessa, così come la fatica e la neve: c'ero riuscita una volta, potevo ancora.

Dovevo per lui.

«Berenice.»

Le mie mani si bloccarono sotto la voce di Senne. Era lì, mi aveva trovato ancora, e, anche senza chiedere, avevo la certezza che lui già sapesse.

«Freya è stata piuttosto veloce,» commentai, chiudendo il laccio della borsa.  Mi voltai verso di lui e assaporai tutta la delusione nel suo sguardo.

Mi bastò quello per capire quanto, improvvisamente, non fossi più la stessa ai suoi occhi. Che la visione fosse peggiore o migliore, quella era un'altra storia.

«Non tornerai da sola,» disse, subito. «Non puoi farcela.»

Quella poteva essere la verità, ma non volli sentirla.

«Ci sono tante cose che non avrei potuto, ma che poi non ho fatto: questa sarà una di queste.»

E, così, mi infilai il mantello sulle spalle e mi preparai al viaggio. «Máel vuole uccidere, Senne, e io non posso voltarmi dall'altra parte. Non posso fare-»

«Non puoi fare come me?» Mi interruppe, e sorrise con stanchezza. «Ora, sono diventato quello da cui tenersi lontano?»

«Non sto dicendo questo,» mi difesi: «ma devo tornare, e tu non me lo impedirai.»

«Io non voglio impedirti nulla, Nice!» Senne era arrabbiato, a tratti ferito. Si scostò i capelli biondi dalla fronte e prese un respiro. «Volevi andartene senza nemmeno avvertirmi, volevi lasciarmi! Pensavo che ci tenessi a me, almeno come amico.»

Non ero pronta per quel discorso, affatto. Non volevo, né ne avevo il tempo. Ma, forse, dovevo.

«Tu sei mio amico, Senne, e ci tengo a te - non pensare mai il contrario - ma ci sono priorità, alcune che non posso proprio ignorare. Non potrò mai.»

«Soprattutto quando le priorità centrano con Kåre.»

Il silenzio divenne sovrano, perché nessuna parola avrebbe mai potuto colmare il vuoto che entrambi sentivamo nei nostri petti: io ero stata smascherata mentre Senne vedeva il suo cuore spezzarsi per l'ennesima volta.

Avrei davvero voluto fare di più.

«Io ti amo, Nice, e mi va bene che tu non mi ami. In questo, vedo la speranza di un cambiamento, perché so di poter essere la persona di cui hai bisogno. Ma poi c'è lui - Kåre - che dici di non amare ma che non riesci a dimenticare. Lui c'è sempre, in qualsiasi cosa che fai, e io non sono certo di poter vivere con  questo fantasma. Tanto, perderò sempre.»
Senne mi si avvicinò e, dentro di me, quando prese la mia mano, divenni certa che fosse la fine. Mi sfiorò le guance con le sue dita fredde e, con uno sguardo docile, percorse tutto il mio volto, salutandone ogni curva.

Sentii una parte di me andarsene con lui, appesa per sempre in quella carezza.

«Verrò con te,» sussurrò, posando la sua fronte contro la mia, assaporando il profumo dei miei capelli: «ti aiuterò e ti sosterrò fino in fondo.»

An Dubh LinnDove le storie prendono vita. Scoprilo ora