2. After party

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L'after party si era prolungato fino a quasi l'alba. Le quattro erano passate da poco e nel salone, finalmente, regnava il silenzio.

I protagonisti di quel viaggio rappresentato in foto erano seduti su dei divanetti nascosti da tutte le casse acustiche, ammassate in un angolo e pronte per essere portate via dai tecnici del suono. I ragazzi, gli influencer che avevano contribuito a dar vita a quella mostra, non volevano abbandonare il luogo. Sapevano che era l'ultima occasione per stare insieme e, nonostante il sonno e la stanchezza, non erano intenzionati ad andarsene e cominciare a mettere la parola fine alla loro esperienza.

Becky aveva gli occhi chiusi e la faccia appoggiata al petto di Hayden, di lì a poco si sarebbe addormentata. Quest'ultimo stava parlando con Tom, il suo immancabile migliore amico, arrivato direttamente da Londra.

Vicino al palco, oltre alle casse, Jess stava iniziando a rassettare i bicchieri con gli auricolari nell'orecchio, anche se non toccava a lei, dato che era lì in qualità di ospite e non per lavorare.

Per lei non essere una cameriera del catering, quella sera, era stata una gran fortuna, il minimo che poteva fare per ringraziare il suo capo era aiutare i colleghi del catering a mettere a posto, così sarebbero andati via prima.

E poi lo faceva per Alex. Lui le aveva finalmente chiesto se potevano vedersi e Jess non voleva perdere tempo, così gli aveva proposto di far colazione insieme una volta finito di lavorare. Aveva paura che lui potesse cambiare idea.

Jess era intenta ad accennare un ballo con gli auricolari nelle orecchie, quando qualcuno gliene levò uno e le strappò un leggero urlo spaventato.

«Oh, sei tu!» disse Jess nel ricomporsi, vedendo l'amica con ancora il vestito e i tacchi. Sembrava appena uscita da una boutique, e non che avesse passato tutta notte a divertirsi, anche se il trucco era sbavato e i capelli spettinati. «Ehi! Ma che ci fai qui? Pensavo te ne fossi andata da un pezzo».

Intanto cercava di indicarle le casse accatastate vicino all'uscita principale, ma la bionda, sopraggiunta da poco, non riuscì a cogliere il messaggio.

Quest'ultima avvicinò all'altra un sacchetto con uno sguardo affilato: «Per te, è una ciambella. Ero a casa, pensavo di trovarti lì perché qui non ti avevo più visto. Poi ho semplicemente capito che non ci siamo mai incrociate, e sono ritornata alla casa base».

Jessica la fissò scettica.

«Ok, lo ammetto, non volevo stare a casa!»

La sconosciuta la osservò con attenzione e solo allora capì cosa stava facendo l'amica. «Jess! Sei pazza! Non sei in servizio, ti prego, metti giù quei piatti» disse mentre le staccava le cuffie e faceva uscire la canzone dagli altoparlanti del cellulare.

La mora stava per risponderle, quando Alex uscì da una porta secondaria sorridendole smagliante mentre portava via alcune stoviglie accantonate da lei poco prima. Il ragazzo tornò in quella che doveva essere la cucina e la bionda sorrise maliziosa.

«Aaaahhh, ora mi è tutto chiaro. Alex». Si mise una mano sul fianco e le sorrise con fare trionfante, come se avesse unito tutti i puntini.

«Oh, andiamo, no!» Ma Jessica era diventata fosforescente.

«Non mentirmi, ti conosco da anni! Ti ha finalmente chiesto di uscire?» E si sedette sul piccolo palco lì vicino, alzando il volume del cellulare.

Hayden e gli altri, in tutto quello, non erano stati calcolati. L'avevano constatato scorgendole con le loro teste oltre il loro nascondiglio sicuro. Si ritrovarono a seguire quel discorso senza che le ragazze ne fossero coscienti.

Il mio viaggio sei tuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora