15. Verità

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Imogen era arrivata in libreria appena in tempo. Se c'era una cosa che odiava con tutto il cuore, era ritardare. Per lei era importante dare il buon esempio, inoltre non le importava essere il capo: si poneva sempre come parte della squadra e quindi se diceva di dover iniziare alla tal ora, si aspettava lei per prima che fosse così.

«Eccomi!» Si presentò con il suo sorriso aperto e contagioso e l'aspetto scompigliato di chi aveva corso per essere lì, cosa che fece rispondere al gesto nello stesso modo sia Chloe che Duncan.

Proprio quell'ultimo si prese la briga di lavorare in libreria con lei. Dovevano spostare tutta la narrativa Young Adult e c'era bisogno di un uomo che facesse il lavoro sporco. Chloe, dunque, si rifugiò dietro il bancone della piccola caffetteria.

«Mi fa piacere vederti felice» le disse cauto.

Lei si fermò a guardarlo. «Grazie!»

Era felice? No. Raggiungere l'obiettivo di tutta una vita non avrebbe avuto senso, non in quel momento. O, forse, l'essere felici era un viaggio e Imogen non avrebbe voluto fermarsi a una sola tappa, ma seguire tutto il percorso. Ma, di sicuro, non era triste. Era soddisfatta. E grata. E allegra. Era come se in quel momento non potesse chiedere di meglio o come se si sentisse invincibile.

«A chi dobbiamo quest'onore?»

«Al fatto che Cameron sia uscito dalla mia vita?!» Imogen rispose con una frase che sembrava più una domanda, nel disperato tentativo di aver indovinato ciò che Dunk voleva sentirsi dire.

Rise. «Ritenta, sarai più fortunata!» guardò la copertina del libro tra le sue mani e si illuminò. «Non è che per caso c'entra un ragazzo con cui convivi?» Le sventolò sotto il naso un libro che nel titolo aveva la parola coinquilino.

Imogen, per difendersi, alzò le spalle e le scrollò, ma non servì ad accantonare l'argomento.

«Cosa ti costa ammettere che ti piace?! È una persona famosa, piace a tutti!» Duncan cercò di trattenersi, ma non ce la fece. «Piace anche a me! Dannazione, è bello. Quelle spalle, quelle gambe... per non parlare del suo cu...»

«Ok, ok, ho capito!» Lo interruppe, esasperata. Poi, con fatica, gli concesse: «Diciamo che ho scoperto che è meno peggio di quel che pensavo. Ma non mi ha ancora fatto ricredere sul suo conto. Non del tutto». Tutto si poteva dire di Imogen, tranne che non fosse orgogliosa. Ammettere di essersi sbagliata nel giudicarlo era un duro colpo, soprattutto perché avrebbe dovuto ammettere di avere un debole per lui.

«Sono convinto sia solo questione di tempo». Duncan ammiccò, convinto delle proprie parole.

«Dubito. È così strano. A volte sembra davvero un ragazzo normale, poi si mette a fare l'arrogante così, dal nulla!» Il solo pensiero riusciva a irritarla.

Dunk alzò gli occhi al cielo. «Ma ancora non l'hai capito?»

«Cosa?» Si fermò con un libro a mezz'aria per guardare il proprio dipendente.

«Pensavate di odiarvi. Poi avete scoperto di avere molti punti in comune e, al posto di ammettere i vostri errori, avete preferito continuare a nascondervi dietro i vostri pregiudizi iniziali. Siete molto orgogliosi». La verità era così lampante che era davanti agli occhi di tutti, anche chi – come i suoi collaboratori – li aveva visti interagire poco. O forse le svariate visite di Lyss in libreria, e i suoi racconti dettagliati, avevano avuto un'influenza più forte di quanto si fosse immaginata.

«E tu come sai tutto questo?» Imogen era prudente.

«Vi ho guardato quel giorno, quando si è presentato qui con il suo amico per la prima volta. C'è alchimia, feeling. Sì insomma, tensione sessuale».

Il mio viaggio sei tuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora