14. Traguardi da raggiungere

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La notte, con il suo buio, rendeva sicuro il loro nascondersi.

La tentazione era dietro l'angolo, ma in un tacito accordo avevano deciso di non occupare nessuna delle due camere. Non erano ancora pronti per complicare ulteriormente le cose e sapevano bene che, se avessero avuto un letto a disposizione, i buoni propositi sarebbero andati persi nel battito esatto e sincrono in cui i loro sospiri si fossero incontrati.

Gli stipiti, le porte, il corridoio e il bagno era luoghi ormai sconsacrati. Rodati nelle notti precedenti – e ritenuti neutrali e innocui – offrivano riparo a due anime incandescenti, meteoriti che illuminavano un sogno reale e proibito, almeno a loro stessi.

Mani che esploravano corpi già noti, gemiti che fondevano parole mai dette e unghie che strappavano pezzi di fantasia vera dalla pelle dell'altro, costituivano quei momenti in cui orgoglio e convinzioni sbagliate assumevano semplicemente le sembianze di Imogen e Hayden.

Due persone in continua discussione, ma inevitabilmente a contatto.

Nonostante le loro reticenze.

Nonostante le loro negazioni.

Le dita di Hayden stuzzicavano la carne calda e umida di Imogen, costringendola a interrompere il bacio per lasciarsi andare a un gemito soddisfatto.

I giochi non erano più innocenti, ma più di intrattenimento non erano diventati.

In risposta lei strinse la presa attorno all'erezione di lui, che doleva nei pantaloni.

Lui ringhiò di piacere sul collo di lei, dove prima era concentrata la sua attenzione.

Imogen provò ad abbassarglieli, rivelando con quel gesto tutta la sua voglia e il suo desiderio, svelando un po' più apertamente ciò che era realmente e ciò che pensava, ma Hayden la fermò.

«Perché?» domandò contrariata e con il fiato corto.

Le spostò i capelli dal viso e, con la scusa, glielo prese tra le mani, in un gesto tenero, così in contrasto con quello che stavano facendo.

«Perché mi piace godermi il percorso e guadagnarmi piano il traguardo».

Sorrise contento. Aveva omesso la parte che riteneva fondamentale. Quella in cui voleva vederla cedere totalmente al suo desiderio. Percepirla libera da quelle insicurezze che anche in quel momento la seguivano, vederla in balìa di lui soltanto e delle sensazioni che le dava. Stordita dall'ubriacatura dei loro sensi, schiava di una passione totalizzante.

Non era ancora pronta per questo. E nemmeno lui.

Hayden le diede un ultimo bacio, che venne approfondito a dovere, poi si chiuse in camera sua, prima di pensare che le sue convinzioni fossero solo stronzate.

Stesa nel letto, Imogen pensò stupita che il traguardo era più vicino di quello che lui pensava, e che nonostante gli attriti non fossero stati pienamente superati, la meta se la stava decisamente conquistando.

Come, non sapeva dirlo nemmeno lei. Ma sapeva che era così.

*

La mattina arrivò sempre troppo presto e colse impreparata pure Lyss. Quella Lyss che dallo spiacevole episodio non era più riuscita a essere se stessa. Ne era consapevole e le scocciava, ma non sapeva come recuperare.

Non era facile ritrovare il brio e la voglia di vivere, quando scoprivi che tutto quello su cui avevi basato una vita era falso. Non era più quel girasole che cercava i raggi dorati per rallegrarsi e rendere gli altri più felici, era diventata un salice piangente che con le sue fronde adombrava se stesso e chi gli stava intorno.

Il mio viaggio sei tuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora