35. Dichiarazione

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Imogen ringraziò l'amica e la salutò quando la vide salire sull'uber che aveva chiamato per riportarla alla sua auto, poi prese un grande respiro e, tra una lacrima e l'altra, entrò in casa con la fretta di rintracciare suo padre.

Aveva così tante idee in testa che non riusciva a dar loro un ordine né un senso.

Le sembrava di aver vissuto in una bolla per mesi e che in quel momento fosse scoppiata.

Hayden e lei avevano vissuto nelle colpe degli altri, pagandone gli errori. Errori che non meritavano di scontare.

«Papà!» Gridò di nuovo, attirando finalmente la sua attenzione.

Nigel mise la testa fuori dal proprio studio, preoccupato. Quando Imogen lo intercettò lo spinse dentro e, davanti all'insistenza della figlia, si zittì e seguì le sue indicazioni. Imogen lo fece sedere e gli mise tra le mani le lettere nel giusto ordine. Erano meglio di qualsiasi discorso potesse fare a riguardo, una prova tangibile che non si era sognata tutto.

Nigel, dapprima stupito, arrivò alla fine dei foglio con le lacrime agli occhi, singhiozzando in modo impercettibile, mentre stringeva tra le dita le carte.

«Grace» Invocò la moglie con la voce roca. «Santa donna, hai sempre capito tutto e niente». Pianse guardando verso l'alto, come se le sue parole potessero arrivarle davvero. «Vieni qui, piccola mia, dato sei mia davvero...» Non riuscì a concludere la frase, il nodo in gola gli graffiava le corde vocali, incapaci di dare forma alla sua felicità.

Si abbracciarono e piansero insieme. Ma, nonostante tutto, rimasero uniti, come erano abituati a fare.

«Dove l'hai trovata?» Le chiese Nigel, dopo essersi ricomposto un po', ma senza cancellare dal viso l'espressione di pura gioia che gli si era dipinto nel momento in cui aveva appreso la verità.

«Nell'album di famiglia. Lo stavo riguardando e l'ho trovata infilata dietro una nostra foto». Si asciugò gli occhi con un gesto maldestro delle dita.

«Tipico di tua madre». E le sorrise, anche se cercava di contenere l'emozione con le dita davanti alla bocca.

«Papà, posso farti una domanda?» Non era sicura di essere nella posizione di conoscere i dettagli della vita dei suoi, ma sentiva il bisogno di andare a fondo nella questione.

«Certo».

Imogen aveva un dubbio che la lacerava. Un dubbio che era nato fin da quando aveva trovato la lettera e ne aveva letto ogni singola parola.

«Perché mamma non ha mai detto niente a nessuno? Non trovo giusto far credere a te di non essere mio padre e farlo credere a un altro uomo che avrebbe dovuto poi starne fuori. È egoista e irrazionale». Le si dipinsero le guance d'imbarazzo. Non le piaceva giudicare la madre, ma non si parlava di bugie dette a fin di bene, quanto più di aver taciuto verità di una certa importanza che portavano con loro delle conseguenze di una grandezza non indifferente. E lei, per uno scherzo del destino, ne aveva pagato le conseguenze.

«Vedi Imogen», Nigel prese a parlare con la sua solita pacatezza, «nella lettera ci aveva visto giusto, più o meno. Sapeva di aver sbagliato ad avere avuto una relazione con Richard, sapeva benissimo che la reputavo una cosa imperdonabile. Ma io in quell'errore ho visto la soluzione ai nostri problemi. Pensavo di essere impotente, eppure potevo avere una figlia. Che invece ho concepito io poco prima del mio problema. Ribaltando di nuovo le carte in tavola aveva paura di sbagliare di nuovo, mandando all'aria la nuova armonia che in qualche modo avevamo stabilito. Non aveva tutti i torti. Un altro errore non gliel'avrei perdonato. Lei mi conosceva fin troppo bene, lo sapeva. Ma un errore simile, seppur doloroso da accettare – perché sarebbe stato destabilizzante continuare a dare un significato diverso all'unione di Richard e Grace, così come mi sarei sentito preso in giro – l'avrei perdonato mille volte. Sempre». Annuì, stanco, non era bravo a dar voce ai suoi pensieri, non tanto quanto lo era stata sua moglie in quella lettera. «Inoltre suppongo che volesse dirmelo una volta tornata a casa dall'ospedale, nella tranquillità di casa nostra. Ma, come avrai notato dalla data della lettera, a casa non ci è più tornata. In quei giorni non era molto presente».

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