27. Notte fuori

4K 276 40
                                    

Un'ora e mezza più tardi Imogen si risvegliò e si ritrovò circondata dalla più tipica campagna inglese appena bagnata dalla pioggia. Sorrise soddisfatta. Nonostante i finestrini fossero alzati poteva sentire l'odore dei campi appena innaffiati ed era una bella sensazione. Le sembrava di essere lontana anni luce dalla situazione soffocante che aveva lasciato a Londra.

«Grazie per la piacevole compagnia». La prese in giro Hayden, con evidente sarcasmo.

«Ehi, cos'è? Un gatto a cui hanno sparato?» Imogen indicò il computer di bordo che controllava la libreria multimediale.

Hayden strinse le mani attorno al volante e serrò la mascella, seccato. «Sono io». Aveva usato un tono incolore.

Imogen ridacchiò, divertita. «Ah, tu si che sai come farmi ridere!»

«Non sto scherzando». Era scocciato. Sapeva di non essere un cantante, ma non faceva così schifo, altrimenti Lyss non gli avrebbe chiesto di aiutarlo con dei pezzi. Inoltre le ragazze gli cadevano ai piedi quando lo sentivano canticchiare accompagnato dagli accordi di una chitarra. Non poteva arrivare Imogen a distruggere quella sua flebile convinzione.

«Nemmeno io. Ascoltati!» Imogen riprese a ridere in modo isterico, come se facesse fatica a trattenersi. Era divertente e le dava una certa soddisfazione sapere che Hayden non era il migliore in qualsiasi cosa si cimentasse.

«Ti preferivo in coma mentre russavi» Replicò lui, con un ghigno soddisfatto.

«Io non russo!» Ora fu il turno di lei di offendersi per aver ricevuto una dose di cruda verità.

«Scommettiamo? Secondo te sono tanto presuntuoso da ascoltarmi? Certo che no, è solo che russavi talmente forte che non riuscivo a sentire cosa trasmetteva lo stereo». Non russava davvero, però gli piaceva prenderla in giro.

Erano i file delle canzoni di Lyss che avevano registrato insieme per capire come sarebbero venute con diversi accompagnamenti e armonizzazioni, anche se Alyssa gli aveva chiesto di duettare con lei, ma lui non ne aveva alcuna intenzione, non si sentiva pronto a cimentarsi in una cosa più grande di lui.

Il karma, quello stronzo, a quanto pareva aveva deciso di vendicarsi nel peggiore dei modi, in quanto a questioni più grandi di lui.

Gli piaceva ascoltare quelle tracce ancora ruvide e abbozzate, non per se stesso, ma per i bei ricordi che evocavano, come la totale fiducia di Lyss nei suoi confronti.

«Ora chiamo in libreria, voglio sapere come va...» Imogen cambiò discorso, non sapendo come ribattere, dato che non poteva aver certezza di non russare, così si mise a cercare il telefono mentre Hayden attivava il tergicristalli a causa di alcune gocce che iniziavano a imperlare il parabrezza. Non capiva se fossero le fronde degli alberi a bagnarli con l'acqua accumulata in precedenza o se, invece, stesse per ricominciare a piovere.

«Cazzo!» Imprecò Imogen ad alta voce, attentando sicuramente al timpano del fratellastro. «Hayden non-so-se-hai-un-secondo-nome-e-non-mi-interessa Evans! Mi hai prelevato a forza dalla mia camera così ho lasciato il cellulare là. Sei un cretino e ho tutta l'intenzione di ucciderti nel modo più doloroso possibile, lo giuro. Non me ne importa un fico secco se verrò ricercata dalle tue fans e dalla tua agente, la mia è una promessa!»

«Sei tu quella che non era pronta». Fece spallucce, come se fosse una cosa da poco.

Ma se fosse successo qualcosa a Los Angeles e non fossero riusciti a rintracciarla in tempo?

«Torna immediatamente indietro!» Imogen incrociò le braccia al petto e mise il broncio nel tentativo di convincerlo, ma la verità era che sembrava una bambina che faceva i capricci.

Il mio viaggio sei tuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora