12. Sogni vs realtà

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Marzo era arrivato portando con sé un po' di calma, almeno per quanto riguardava il clima.

Le giornate sembravano essere più lunghe e il cielo meno grigio, ma la temperatura era ben lungi dal poter essere considerata primaverile.

Imogen era nei pressi di Covent Garden, vicino alla sua libreria, e stava camminando per strada con Lyss. Il bello di essere il capo era prendersi queste libertà durante i momenti di calma.

«Hayden è ancora insopportabile? Scusa se sono assente, ma sono totalmente assorbita dalla realizzazione del nuovo album e ho tutti i bioritmi sfasati». Alyssa si scusò.

«Tranquilla, Lyss! So che sei impegnata. Mi sembra il minimo, hai il dovere di fare un disco fantastico». Imogen bevve un sorso del suo cappuccino, poi continuò: «E comunque Hayden è simpatico quanto un porcospino nelle mutande, se ti può interessare».

Non c'era bisogno di sottolineare quanto, in realtà, le cose fossero complesse e indefinite tra loro, era meglio mantenere la solita facciata per evitare argomenti scomodi. Ed era ancora meglio evitare di pensare a Hayden e agli slip nella stessa frase.

L'altra rise per quel paragone così azzeccato per il fratello. «Eppure se non passaste tutto il tempo a odiarvi, vi accorgereste di star bene insieme. Siete più simili di quel che credete». Continuò a camminare, finché non sentì tossire poco dietro di lei.

Si girò per vedere Imogen piegata in avanti con la mano libera appoggiata sul ginocchio, la faccia rossa dallo sforzo e due occhi iniettati di sangue.

«Ti sembrano cose da dire?» iniziò l'ex modella, dopo essersi ripresa. «Vuoi avermi sulla coscienza o era un vero tentativo di farmi fuori? Te l'ha chiesto Hayden, vero?!»

Lyss rise. «Sei uno spasso!» La prese sottobraccio e riprese a camminare, non prima di controllare che la coinquilina stesse bene. «E poi non stavo affatto scherzando».

«Lo so, ed è questo a preoccuparmi. Le mie orecchie non riescono ad ascoltare altre blasfemie».

Alyssa avrebbe voluto rispondere, ma in quel momento le squillò il telefono e me mostrò il display: era la casa di produzione e non poteva non rispondere.

Imogen si fermò accanto a una vetrina per guardare i vestiti e concederle così la giusta riservatezza. Di certo non poteva dirle che aveva ragione, dato che non lo pensava, ma non poteva nemmeno accennarle al fatto che da quasi due settimane a quella parte, si trovava con suo fratello di notte per pomiciare allegramente, quando per il mondo non aveva un ragazzo, ma quasi.

Ora si sentiva un vero schifo, come sempre quando pensava alla sua situazione. Doveva darci un taglio, ma a quale delle due vie intraprese?

Da una parte aveva la sicurezza, dall'altra il brivido. Il problema, al momento, era che desiderava entrambe le cose, ma nessuno dei due sembrava incarnarle.

Non riusciva a tagliare con Hayden. Il brivido del proibito e l'eccitazione di poter essere scoperti la spingeva ad andare avanti o, almeno, era quello che si diceva. Scoprire davvero come fosse Hayden in realtà sarebbe potuto essere pericoloso, aveva il timore che le potesse piacere davvero.

Eppure non riusciva a rinunciare nemmeno a Cameron. Era un ragazzo carino, gentile e pieno di attenzioni e non disdegnava per nulla la sua compagnia. Ma non le bastava e sapeva quanto non fosse giusto prenderlo in giro. Sembrava un fuoco in procinto di spegnersi dopo aver fatto un po' di tentativi per ravvivarlo.

Cosa avrebbe potuto fare? E, soprattutto, quando avrebbe trovato il coraggio di farla finita con uno dei due?

Anche se, in realtà, sapeva di essere sicura di voler tagliare i ponti con Cameron, doveva solo trovare il momento giusto e, soprattutto, il coraggio.

Il mio viaggio sei tuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora