4. Nuovi amici

6.8K 296 130
                                    

«Lyss, Lyss! Corri!»

La voce di Imogen era distorta: sembrava stesse soffocando.

Alyssa corse preoccupata dal suo bagno verso quello della coinquilina, che si stava rivelando essere anche un'ottima amica. La convivenza procedeva bene: ognuna si ritagliava i propri spazi, ma stavano imparando a conoscersi.

«Imogen, porca vacca! Stai bene?»

E quest'ultima spuntò dal suo bagno con il phon puntato sulla bocca, deformandola completamente, mentre Lyss si lavava i denti tranquilla e beata. Per completare il tutto, incrociava gli occhi in modo orrido.

Se la rideva di gusto. «Non sembro un'aliena?!» Formulò la domanda togliendo il getto dalla cavità orale.

«Tu!» E Alyssa le puntò un dito contro, era arrabbiatissima. «Mi hai fatto spaventare da morire! Pensavo ti fosse successo qualcosa di grave! E mi hai fatto correre per questo?» Era veramente livida.

«Beh, sì!» E alzò le spalle mentre tornava in bagno per depositare quell'arma impropria.

Alyssa rise di cuore. «Sei pazza!»

Era passato poco più di un mese, ma le si era già affezionata. Era l'amica speciale che le mancava da un po'.

Imogen, dal canto suo, adorava Lyss, e la sua vita aveva acquistato una piega assolutamente meravigliosa. Aveva una casa da sogno, una coinquilina magica e un lavoro che la soddisfaceva. Ok, un lavoro che l'avrebbe soddisfatta, non appena avesse finito di sistemare il negozio.

Niente poteva turbare tutto questo.

Quello era il suo vero io. La parte che aveva avuto sempre un po' di timore a mostrare, ma che ora usciva senza preoccupazioni. La parte buona, però, quella senza la parte sadica e stronza di Imogen Peach. Forse più Peach che Imogen, ma pur sempre lei.

Alyssa guardò nello specchio il riflesso dell'amica. «Sbrigati E.T.! Dobbiamo uscire altrimenti arriveremo in ritardo».

Imogen depose la spazzola e si sentì presa dal panico. Era lì per rifarsi una vita, ma non era sicura di voler frequentare gente al di fuori di Alyssa e dei dipendenti che si era scelta, non era sicura di sentirsi pronta. Lo vedeva come un passo importante. «Ma perché devo venire pure io? Non conosco nessuno e odioessere 'la straniera'. E ho pure un brufolo sul mento.  È talmente grande da sembrare un campanello!»

Incrociò le braccia in una silenziosa protesta mentre la coinquilina la spingeva in camera per farla vestire.

«Perché non conosci nessuno e hai bisogno di amici, di uscire e di divertirti. E, nel caso non ti facessero così schifo, ho anche degli amici carini!» Lyss le aprì l'armadio per spronarla a uscire dal suo guscio. «E il tuo brufolo non si vede».

Ma mentiva, si vedeva eccome.

«No, zero. Non è assolutamente il momento per conoscere uomini. Non ho tempo né voglia per dedicarmici. Sarebbero solo un intralcio». Voleva essere indipendente e l'idea di infilarsi in un rapporto indefinito come quello con David le faceva venire il voltastomaco.

Lyss alzò gli occhi al cielo e le gettò addosso un paio di jeans e un cardigan. Quando faceva così si poteva fare solo una cosa: ubbidire. Non ammetteva obiezioni.

Imogen, arresa, prese i vestiti e se li infilò rivolgendole mille smorfie irritate.

Venti minuti più tardi si ritrovarono in un locale mediamente affollato e Lyss la guidò a un tavolo troppo nutrito per i suoi gusti: c'erano più di due persone. Per l'esattezza erano cinque. Agli occhi di Imogen era risultato un vero colpo basso. Più di quello della Lewinsky a Clinton. Di sicuro meno piacevole.

Il mio viaggio sei tuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora