18. Sogni d'oro

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Il tempo passava e al ritorno di Alyssa mancavano quattro giorni.

In quelli trascorsi, Hayden e Imogen avevano superato limiti che mai si erano aspettati di abbattere.

Di giorno non riuscivano mai a vedersi, tutto veniva rimandato durante la notte, che sembrava atta a ben proteggere il loro segreto.

Imogen, però, tornava a casa più tardi del suo solito. Quando Hayden provò a domandarle il perché, lei rispose con un'alzata di spalle e una risposta vaga. Dentro di sé riusciva solo a ripetersi che aveva iniziato una nuova vita. O parte di essa.

Anche Hayden, spesso, tornava tardi, in quanto doveva scattare foto in notturna per dei post riguardanti Londra di notte, perciò decisero di mantenere viva la loro tradizione e di incontrarsi al solito posto, all'incirca allo stesso orario.

La cosa funzionava e, notarono con piacere, riuscivano a ritagliarsi del tempo per dimostrarsi quanto risentimento provavano l'uno verso l'altra.

Una sera Imogen rincasò alle dieci, dopo una cena con il padre biologico, che le rivelò qualcosa di più sul proprio lavoro e sulla famiglia. Ma fu lei a rivelargli più cose, era veramente curioso di conoscerla. Le sembrava strano, ma era bello confrontarsi con lui e sentirsi confortata.

Forse, prima o poi, la cosa le sarebbe risultata normale.

Hayden era tornato prima di lei. Aveva provato ad aspettarla sul divano, ma era crollato per l'eccessiva stanchezza.

Imogen ridacchiò a quella vista. Hayden aveva il respiro pesante. Aveva la bocca leggermente aperta e le sopracciglia corrucciate. Era innocuo e disarmato come non l'aveva mai visto e si ritrovò a pensare come continuasse a scoprire nuovi lati di lui, e come ognuno di essi le piacesse più dei precedenti.

In quei giorni, inoltre, era riuscito a farla ricredere sui propri pregiudizi, ma mai Imogen gliel'avrebbe confidato. Si divertiva troppo a provocarlo e battibeccare con lui. Era una sorta di rito ai suoi occhi. Ma era inutile negarlo: il tempo passato da soli era diventato intenso e prezioso e non riusciva a credere come le cose fossero cambiate tra loro. Erano passati dal non poter condividere la stessa stanza a non riuscire a stare lontani e con le mani a posto.

Prese un plaid e lo coprì.

«'Notte» sussurrò al suo viso addormentato e, con la scusa della vicinanza, gli spostò un ciuffo ribelle dalla fronte solo per il gusto di toccarlo.

Per poco si perse il sorriso che, stimolo involontario, gli si era dipinto appena sulle labbra.

In poco tempo si mise a letto e fece un giro di telefonate. Nigel, Colin e Jessica ricevettero a turno la una chiamata, aggiornandoli così sulle ultime novità.

Quelle riferibili, almeno.

Con Jessica, però, poteva permettersi di sbottonarsi di più e le aveva raccontato cosa era successo e cosa continuava ad accadere tra loro.

L'amica, dunque, non perdeva occasione – ogni tre minuti e mezzo circa – di ripeterle quanto fosse fortunata a fare sesso con lui.

«Imogen! Ma come fai a non innamorarti? È così bello

«Credimi. Vivici insieme e poi capirai che il sesso è più che sufficiente». Sorrise, incapace di trattenersi. Il punto è che a legarla a Hayden non era la sua bellezza, ma il suo modo di essere e come riuscivano – o non riuscivano – a interagire. Era naturale e chimico, come se fosse una forza più grande di loro.

Imogen si addormentò subito dopo con il cellulare ancora in mano e un languore che scaturiva dal suo basso ventre per spandersi in tutto il corpo. Il pensare troppo a Hayden le faceva sentire dei brividi lungo la schiena e una stretta attorno allo stomaco che lo faceva sentire in caduta libera. Era una sensazione fastidiosa e paradisiaca al tempo stesso.

Il mio viaggio sei tuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora