23. Chiodo schiaccia chiodo

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Hayden non ebbe il tempo di dire nulla perché i suoi amici lo trascinarono fuori di casa, arrivando in quel momento.

Uscì di casa interrotto, proprio come la discussione. Con la faccia impassibile, maschera dello shock degli ultimi giorni, culminato in quella notizia.

"È solo una possibilità. Appena Lyss parte farò il test. Almeno sapremo la verità senza che nessuno venga a saperlo. Andrà tutto bene, non ti preoccupare" Il messaggio arrivò al cellulare di Hayden appena salì in auto. Cercò con tutto il cuore di seguire il consiglio e di non preoccuparsi, ma non ce la fece. Era più che preoccupato e non riusciva a non esserlo. Come poteva, dopo una simile notizia?

Non riuscì a godere della compagnia gioviale degli amici, la sua mente era molto lontano dal pub. Nemmeno lui sapeva dire dove fosse, dato che il viaggio che l'aveva portato fino a lì l'aveva trascorso in totale assenza dal suo corpo, ma desiderava ardentemente un po' di pace.

Tornò a casa presto nella speranza di parlare con Imogen e cercare di mettere in ordine i pensieri per tornare a respirare, ma lei era già andata a dormire e aveva chiuso la porta della camera a chiave.

Hayden aveva recepito il messaggio.

Tra la presenza di Lyss e Imogen che quasi si era trasferita in libreria, parlare fu impossibile anche nei giorni successivi.

Quelle poche volte in cui si riunivano tutti in cucina per la colazione, Imogen riempiva i silenzi con un: «Voglio morire».

Alyssa ormai era sempre più convinta di spedirla al primo Centro d'Igiene Mentale utile, pensava davvero che potesse tentare qualche gesto sciocco o estremo. Ne aveva parlato pure con Hayden e anche lui credeva che in quello stato potesse combinare di tutto.

Lui invece a quelle due semplici parole sussultava. Si sentiva in colpa per avere sulla coscienza la vita – o le vite– di una persona. Al solo pensiero faceva fatica a respirare.

Arrivò con rapidità la mattina della partenza di Lyss e si ritrovarono tutti e tre per salutarsi.

Lei li abbracciò con calore, le dispiaceva davvero abbandonarli in un momento così critico per loro. E non poteva sapere quanto lo fosse realmente.

«Su, sorridete! Tra tre settimane sarò di ritorno! Non vi accorgerete nemmeno della mia assenza».

Hayden fu colpito da quelle parole. Fece un rapido calcolo mentale e constatò che mancava un mese esatto alla sua partenza. In quel momento gli sembrava una scadenza impossibile da affrontare: da una parte desiderava scappare e allontanarsi da Imo per ritrovare un po' di serenità, dall'altra non se la sentiva di lasciarla sola ad affrontare una situazione complicata come quella.

«Vi chiamerò tutti i giorni, più volte al giorno!» Aggiunse guardando l'ultima acquisita di casa Evans con occhi penetranti, quasi volesse comunicarle che lo faceva soltanto per aggiornarsi sulla sua salute mentale.

Imogen, essendo stata chiamata in causa, decise di fingere al meglio a favore dell'amica che ormai era diventata una sorella. Sfoderò un sorrisino divertito – riuscendoci – e le disse: «Non ce n'è bisogno, sto bene!»

«Disse quella che va in giro per casa invocando la propria morte» concluse Lyss, con fare teatrale, facendo sorridere tutti.

«Scherzi a parte, hai anche un aspetto orrendo!»

«In effetti mi fa male tutto, ho dolori ovunque. Mi sento uno schifo, è per quello che vorrei morire. O riposarmi per un mese e mezzo ai Caraibi». Ammise stiracchiandosi come per verificare di avere tutte le parti del corpo al posto giusto.

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