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E’ passata una settimana da tutto il caos che è successo. Una settimana fa quando salutai con tanta tristezza Anne e Gemma , non per i miei di problemi ma per il fatto di essermi talmente affezionata che gli avevo promesso e detto di farmi vedere al più presto possibile. E ho ancora l’intenzione di andare a trovare Anne e anche Gemma.
Una settima che abbiamo passato il natale , come ogni anno. Nulla di cambiato , solo che questa volta c’eravamo io e Harry come copia.
C’era del imbarazzo. Ovviamente , quello c’è da una fottuta settimana ecco perché cerco di trovarmi sempre qualcosa da fare fuori casa.
Ormai ho smesso di parlare cosi tanto con Harry , ho smesso di rispondere alle domande di Zayn e non risponde alle troppe chiamate di Niall.
Vorrei avere del tempo per me e loro mi stanno fin troppo addosso. Mi basta mio padre , la fottuta paura di lui e che io me ne vada e che scelgo lei. Forse l’avrei pensato , il viaggio verso casa mi è sembrato cosi dannatamente lungo , come non mai. Pensavo che Harry lo facesse apposta ad andare piano , ma andava a cento km orari ed era il massimo che poteva. Non avevamo parlato quasi per niente , a parte quelle domande necessarie , del tipo se ho bisogno di andare al bagno o se ho fame.
Almeno in quelle ore mi aveva capito.
Ma una volta arrivati a casa non sembra cosi reale come in macchina , l’abbraccio di mio padre e i suoi occhi rossi e gonfi non mi aiutavano tanto. Gli avevo concesso di parlare quella sera , siamo andati nel suo ufficio sotto gli occhi di tutti. In specialmente quelli di Zayn , quel ragazzo mi sorprende ogni volta.
Era tenero che si preoccupava per me , ma non ne avevo bisogno.
Mi ricordo che tutto ad un tratto mio padre mi aveva fatto la domanda che aspettavo , quella se volevo andare a vivere da lei , se l’avrei abbandonato visto che adesso la conosco.
Io sono rimasta solo in silenzio e lo abbracciato per poi lasciarlo lì , pieno di dubbi , incertezze e miliardi di domande e me ne tornai in camera mia , dove trovai un Harry seduto sul letto con le mani tra i capelli.
La stanchezza , il viaggio e tutto quelle cose l’aveva distrutto. E si notava dai suoi occhi , quelle borse sotto di essi.
L’avevo solo abbracciato. Sussurrandoli che mi dispiace per poi andare a dormire abbracciarti.
Ricordando anche gli altri giorni successivi , mi fa male. Perché non so cosa mi era successo. Ma non ero più come prima , cioè i suoi occhi erano impresi nella mia menta , la sua voce , il suo volto , le sue parole , tutto mi ricordava di lei. E non era una cosa da me. Perché avrei giurato a me stessa di non pensarci , di cercare di vedere come vanno le cose. Ma non ci sono riuscita , ho fallito agli occhi di tutti.
So di aver trascurato anche gli altri a causa mia , ma gli avevo avvertiti che non ho bisogno di nessuno in questo momento. Ma testardi come sono , non sono potuti starmi lontani. E solo al pensiero mi si riempie il cuore , perché tre anni fa se succedesse una cosa simile sarei da sola , avrei pregato che qualcuno mi stesse vicino e adesso che mi succede , gli allontano. Non saprei che fare , ma per adesso non riesco a fare niente.Le vie di Londra sembrano cosi dannatamente sole , tristi e fottutamente fredde. Il freddo gelato mi ha riempito pure le ossa. Il mio giubbotto che dovrebbe tenermi caldo , sembra che anche lui non gliene importa un ficco secco di me. Ho le mani congelato nonostante i guanti neri di Niall che trovai stranamente a casa mia.
Ripenso a tutti quei messaggi e a tutte le chiamate sue , mi fa male dentro. Entro in un parco con qualche persona che sta facendo la loro corsa mattutina , tutti sudati , mi sono sempre chiesta da dove gli escono fuori questa voglia di prima mattina a fare tutti quei chilometri. A Londra il movimento non manca mai , questo e certo ma sicuro. Non vedrai mai una dannata persona che non abbia una fottuta attività di prima mattina , che si muovono come se avessero dei fottuti motori al culo , o delle batterie e alla sera si finiscono.
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La sorellastra del mio migliore amico.
Fanficil passato può aiutare a cambiare il presente;