# capitolo 41;

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                                                                    ***

Il freddo di New York si sente abbastanza , l’inverno è cominciato da abbastanza tempo che io potessi accorgermene e godermelo per bene. Ho sempre adorato il freddo , la neve e quella sensazione di poterti vestire con cose larghe e comode. La grande finestra che mi si presenta davanti a me appena apro gli occhi , mi fa capire che è abbastanza tardi. Il mio telefono è finito sotto il cuscino , guardo l’ora e apro per bene gli occhi alla vista del orologio che segna le dieci e venti.

Noto subito che non ho altri messaggi o chiamate. Mi alzo dal letto e vado nel bagno che ovviamente sta in camera , sembra pure strano tutte queste cose.

Se avessi un bagno a casa , non farei quasi a botte ogni giorno con Zayn per farlo uscire da quel buco. 

Oggi , l’ultimo giorno del anno. Di un anno che mi ha dato molto , mi ha fatto capire fin troppe cose e cambiare certe cose nella mia vita.

Sorrido solo al pensiero di com’è sono stati gli ultimi mesi.

Strani.

Stressanti.

Difficili.

Ma bisogno rimboccarsi le maniche e darsi da fare.

Ed ogni volta che abbiamo detto che non c'era via d'uscita in quel momento abbiamo visto la luce di una lontana svolta, perché ogni apocalisse ha sempre portato nuova vita, e se questo è l'orlo di un'altra catastrofe allora lasciamo che sia, è solo il suo percorso, è solo il suo destino, è solo il suo compito: distruggere l'inutile, preservare l'essenziale, trattenere le materie uniche e necessarie, quelle eterne perché irripetibili e farle prosperare nell'altra vita, quella nuova, quella che nascerà ancora una volta dopo la fine del mondo. E allora fidati, sarà tutto l'opposto di ciò che ti hanno detto.

Che se la confusione è il risultato di un'insana ribellione, dopo la distruzione regnerà la pace di chi sa non perdersi tra le grida. E adesso più che mai, sappi che si può essere vincenti nel tempo più avverso.

Mi vesto normalmente , con un paio di pantaloni grigi da tuta e una maglia bianca e cerco di scendere le scale per poi andare subito in cucina.

Ma stranamente non c’è nessuno.

La tv è accessa. Forse Steph e Emily sono usciti di fretta. Infatti , un bigliettino sul tavolo del pranzo mi attira l’attenzione.

E di un colore verde e la scritta sicuramente di Steph , la conosco fin troppo bene , con un inchiostro nero …

‘’ Siamo usciti un attimo, fai come se fosse casa tua. Arriviamo con ospiti non voglio trovarti sul divano ancora in pigiama , che cerchi di guardare i cartooni intanto che fai colazione. Baci Steph e Emily.’’ mi scappa una risata per quello che c’è scritto , e sorrido a vedere anche il nome di Emily.

Non mi aspettavo.

Apro il frigo e prendo del latte per poi dei biscotti che erano già sul tavolo. Ovviamente mi siedo sul divano e mi lascio cullare dai cartooni.

Ogni mattina vorrei fare cosi se non fosse per la scuola. Dopo una bella mezz’oretta di cartooni , decido di uscire.

Mi manca queste vie di New York.

Conosco questa città a memoria. Mi metto una felpa di Harry , l’unica che è rimasta a casa mia da fin troppo tempo , quindi la misi nella valigia senza pensarci. In realtà la valigia l’avevo preparato cosi alla cazzo.

La sorellastra del mio migliore amico.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora