# capitolo 1;

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                                                                  # 1


Quelli che mi lasciano proprio senza fiato sono i libri che quando li hai finiti di leggere e tutto quel che segue vorresti che l’autore fosse un tuo amico per la pelle e poterlo chiamare al telefono tutte le volte che ti gira. Sono quella lì, quella che stringe le maniche nei pugni, quella con gli occhi spenti e il viso pallido, quella che si morde.
Sono là, dietro alla coppia di amiche perché il marciapiede è troppo stretto, ed ecco che mi sistemo i capelli e i vestiti e il trucco per non sembrare troppo trasandata.
Sono anche quella sul letto, con un libro in mano, che si mangia le unghie perché la storia la sta coinvolgendo tanto da volerne far parte.
E poi sono quella nell’angolo del cortile, con le braccia conserte che guarda le persone felici passarle davanti, e se uno sguardo incontra il suo, abbassa la testa con le guance in fiamme.
Eccomi sull’autobus, con le cuffiette nelle orecchie e lo sguardo perso fuori dal finestrino, a mimare impercettibilmente le parole della canzone e sorridere al ricordo di un sogno che vuole si avveri.
E poi sono quella seduta da sola al banco, a scarabocchiare sul quaderno frasi che le sono rimaste impresse anziché stare attenta alla lezione, quella che si guarda attorno e poi si accascia, pensando a tutte quelle particolarità che la rendono diversa dagli altri.
E chi l'avrebbe mai detto, un anno fa, che sarei cambiata. Chi mai se lo sarebbe immaginato che sarei potuta diventare più coraggiosa, più sicura di me, distruggendo almeno un po' di tutte quelle insicurezze che mi tenevano legata a terra, con gli occhi bassi, la testa curva da un lato ed i capelli a coprirmi il viso.
Un tempo mi sarei accontentata, e davvero, ero sicura che potesse andarmi bene anche così; vedere gli altri riuscire in qualcosa e lasciarmi apposta indietro sulla strada più lenta, su quella più facile di chi ha ormai perso la speranza. Non ricordo quand'è che mi son resa conto che qualcosa non andava, so solo che una mattina mi son svegliata ed è stato come se avessi aperto gli occhi per la prima volta.
Non fraintendetemi, non è facile arrivare a dire “No. Questa vita non mi piace.”, ma prima o poi la verità ti arriva in faccia peggio di uno schiaffo e non c'è altro da fare se non provare a cambiare.
Mi sono accorta che non vale la pena soffrire per persone che ti considerano una nullità, o che proprio non ti calcolano - il che forse è peggio degli sguardi continui di disapprovazione -, inutile starsene a lamentare per una città che ci sta stretta, senza alcuna soddisfazione, nemmeno un hobby che sappia calmarci. Se qualcosa non ci va, allora forse è arrivata l'ora di cambiare, perché sì, prima o poi arriva un momento in cui non si può continuare a mentire a noi stessi, fingere che tutto vada bene così com'è, con le stesse persone, le stesse cose da fare e le stesse paranoie.
Non sono sola, ma la tristezza c'è perché forse quello che davvero mi manca non sono altro che io, me stessa. 
Ed è allora che ho iniziato a smettere di essere così altruista con chi nemmeno se lo meritava, e sono sicuri che arriveranno giorni migliori anche per me, prima o poi. 
Nella vita, certe volte, è essenziale anche pensare alla propria felicità e mandare una buona volta a quel paese tutto il resto. E così è stato.
Per una volta, finalmente, io ho scelto me stessa.

‘ Allora Alex che dici mi fai questo favore? ‘ 

La voce di Steph non smetteva di pomparmi nelle orecchie , cavoli è uno che parla troppo per i miei gusti non c’è la fa proprio a smettere?
Alzo lo sguardo verso di lui e gli sorrido imbarazzata. 
Steph Smith , 35enne Newyorkese ma abita a Londra. Ormai questa città mi perseguita . Lui , il mio psicologo personale a scuola. 
Era venuto per fare un colloqui e si è ritrovato nella nostra classe per sostituire un prof. Quando ha visto che ero sola io con altre tre o quattro compagni che si facevano i cavoli proprio mi si avvicino e abbiamo cominciato a parlare tranquillamente. 
Da subito mi ha capito , mi ricordo che mi chiese come mai ero cosi distaccata da tutti . E io molto sorpresa dalla sua domanda , feci finta di niente e sorrisi dicendoli che oggi non era una di quelle giornate da chiacchierare. 
E lui annui sorridendomi. 
Sorrido al pensiero come alla fine delle ore mi abbia aspettato fuori dalla scuola dicendomi che ha ricevuto il lavoro qui a scuola , mi sembrava veramente un pazzo. 
Avevo sempre paura quando lo incontravo. Mi guardava sempre come se mi osservasse . La prima settimana entravo sempre dopo per non incontrarlo. 
Ma invece poi ovviamente visto che mio padre fa il professore in questa scuola proprio di musica mi ha raccomandato a lui visto che si conoscevano già. 

‘ Che favore ? ‘ 

Chiedo guardandolo con attenzione e capire quello che mi doveva dire. La sua voce era sempre calma con me non ha mai alzato la voce , se ero io quella agitata lui stava zitto incrociava le braccia al petto e aspettava che io m sfogassi. 
Ecco cosa mi piace di lui , il modo di capirmi senza farmi miliardi di domande. 

‘ Devi scrivermi una specie di lettera che dimostri il tuo sfogo per qualcosa . ‘

‘ Non ti capisco che senso avrebbe se mi sfogo sempre con te? ‘ – chiedo guardandolo confusa. 

A volte se ne esce con certe cose che mi stupisco da sola. 

‘Potrai inventare ciò che vuoi su di te; una vita più interessante, un seguito di gente che ti ammira. Ricorda però, davanti a te stesso non esistono maschere. Davanti ai tuoi stessi occhi non potrai mai mentire.’ – ecco un compito di quelli che odiavo. 

Sbuffo prima di coprirmi una parte del viso con la mano , non capisco il significato di tutte queste cavolo di lettere. Tanto gli leggiamo insieme . 

‘ Un'altra? ‘ chiedo guardandolo con malinconia. 

‘ Mi hai sempre detto che ami scrivere le tue emozioni invece che dirle a voce alta , ti serviranno in futuro. ‘ – lo sento dire indifferente , mi sorride guardandomi prima di raccogliere i fogli dalla scrivania che ci separava. 

Sorrido prima di alzarmi e guardare l’ora. 
17.35 p.m . 

‘ Ok , allora per venerdì sarà pronta . ‘ – dico alzandomi e mettere il mio solito zaino blu scuro sulla spalla e dirigermi verso la porta.

‘ Mi raccomando , scrivi quello che vuoi non deve avere un senso o un inizio o una fine . Capisci? ‘ 

Annuisco sorridendo prima di salutarlo e uscire dal grande edificio. Tra qualche settimana devo cominciare il corso di musica con mio padre , quindi nuovi alluni , nuove conoscenze. Finalmente ho potuto affrontare anche lui , e ci sono riuscita. 
A volte odio essere figlia del ‘ prof di musica ‘ , vengo considerata cosi a volte ma certe volte cerco di non pensarci. In fondo con mio padre vanno tutti d’accordo , e sinceramente non mi lamento nemmeno io. Non ho mai avuto problemi con gli altri. 
Ma spesso dalle ragazze sento dire cose brutte. Ma non ci penso più di tanto. 
L’unico mio problema è il mio fratellastro e i suoi amici che si sono trasferiti a Londra apposta per conoscermi. L’unica cosa che ci unisce credo che sia la musica. 
Quel corso di musica che devo iniziarlo tra pochi giorni. E se devo essere sincera , sono veramente emozionata . 
Mio padre non mi ha mai capita più di tanto ma quando cantavo , mi lasciava i miei spazi. Mi lasciava sentire libera. 
Conoscendolo, so che se ne pente di avermi fatto soffrire in passato , so quanto gli dispiaccia che non era sempre presente nella mia vita. Cantavamo sempre insieme fin da quando ero bambina . 

‘ Evans , non saluti più ? ‘ ecco quella voce che ormai la conoscevo meglio di chiunque altro . Mi giro e incontro i suoi occhi. 
Blu come l’oceano. 

‘ Niall , che ci fai qui? ‘ chiedo sorridendoli .

Niall Horan , il ragazzo Irlandese , biondo che fa impazzire tutte. Simpatico , con il sorriso sempre stampato in faccia , la sua amata chitarra e quella sua voce angelica. 
Mi ricordo che si è inscritto anche lui al corso , e spero di essere in classe con lui. 

‘ Ero di passaggio , aspetto Liam , tu invece come stai? ‘ 

Ah , si non ero l’unica che venivo dal psicologo . Anche Liam Payne faceva delle sedute da Steph , mi incuriosisce sempre quel ragazzo , ha l’aria di uno che non ha mai problemi , invece si. 

‘ Bene , mi dirigo verso casa. ‘ sorrido. 

‘ Ok , allora ci si vede . ‘ dise prima di lasciarmi un leggero bacio sulla guancia e poi andare dalla parte opposta con le mani in tasca e il suo solito sorriso stampato in faccia. 
Niall Horan è quel ragazzo che solo nei film vedi , è quel tipo di ragazzo che ti apprezza per quello che sei .

Aspetto la metropolitana , visto che la patente per adesso non lo ancora presa , metto le cuffie nelle orecchie, il volume al massimo e fu cosi che passo ogni quaranta minuti fino a casa. 
Beh , lo studio di Steph era lontano , ma meno male dobbiamo vederci solo una volta alla settimana qui. Il resto viene a scuola o ci diamo un appuntamento in un parco.
Steph è un ragazzo fantastico , studia psicologia da ben quattro anni. Ha sempre adorato stare con le persone , cercare di capirle e aiutarle in un certo senso. 
Con lui ho un legame come se fossimo fratelli , non mi considera una ragazzina che ha una vita di merda e non sa come uscire alla galla. 
Mi ha sempre sostenuto in tutto , il suo modo di fare , di parlare e di farti ragionare è incredibile non so come faccia , ma ci riesce sempre. 

Arrivata a casa , dopo un pezzo di strada fatta a piedi , stranamente non c’e nessuno. Come sempre Trisha sarà al lavoro , mio padre ancora a scuola e poi c’e Zayn che sarà in giro a cazzeggiare come sempre. 
Salgo in camera mia , mi cambio in una leggera tutta , pantaloni di Zayn ovviamente grigi , una mia maglia grigia le pantofole verdi e scendo in cucina. 

Sento il cellulare vibrare. 

Un messaggio da Zayn;
‘’ Eii , dove sei finita , ti ho aspettato fuori dalla scuola per portarti a casa.’’ 

Zayn Malik , il mio fratellastro . Mio padre si è risposato con sua madre Trisha , ma io ovviamente non ho voluto cambiare il cognome. 
Prima non ero d’accordo per niente con la loro relazione , io e Zayn ci odiavamo , non e che adesso andiamo molto d’accordo ma cerchiamo di fare l’impossibile. 
Mi sono trasferita qui a Londra da America. 
Un cambiamento che mi ha aiutato in un certo senso. 

A Zayn;

‘’ Ho voluto prendere la metropolitana , non ero a scuola ero andata da Steph. ‘’ 

Lui , Zayn Malik , il ragazzo moro con due occhi nocciola che ti fa rabbrividire , quel viso che sembra scolpito da quanto è perfetto , quel ciuffo al in su , quel aria da duro , molto misterioso . A volte ha i suoi momenti , mi parla , la sua attenzione è sempre su di me , ma a volte , sembra che non ci conosciamo nemmeno. 
Ma mi sta bene anche cosi. 
Non siamo mica obbligato che fuori da questa casa , possiamo parlarci. 

Da Zayn;

‘’ Ah , giusto. Senti io vengo con un mio amico a casa , mamma e papà pranzano di fuori mi hanno detto . ‘’

Odiavo quando dovevo restare con lui da solo in casa e sempre deve portare qualcuno di nuovo , l’altra volta ha portato Louis Tomlinson , uno dei ragazzi più popolari della scuola , oggi chi porterà? 

Non gli rispondo e mi metto a cucinarmi qualcosa per poi salire subito in camera mia è rimanere fino a cena chiusa lì dentro. 

Alzo il volume della musica per poco , sento la macchina di Zayn parcheggiare cosi mi avvicino alla finestra per vedere chi ha portato. 
Dalla parte destra , la portiera nera lucidante si apre e una chioma di capelli ricci , un paio di Ray-Ban neri sopra il naso che gli copriva gli occhi , magro , alto. 
Un paio di jeans strappati alle ginocchia abbinati a una canottiera color panna con le covers bianche basse. Mah , ritorno buttandomi sul letto e penso alle lettera che devo scrivere per Steph. 
Cavoli ne ho scritte talmente tante che sinceramente non ne ho idea di cosa buttare giù questa volta , perché mi mette sempre in difficoltà aprirmi anche se lo conosco da ben un anno e mezzo. Non è facile , ma lui ci riesce a farmi parlare di cose che non avrei mai pensato di dire neanche al mio migliore amico. 

‘ Alex sono arrivato , puoi scendere? ‘ la sua voce dal piano di sotto , anche con il volume abbastanza alto , si sente lo stesso.
Che merda. 
Sbuffo e scendo giù. 

‘ Che vuoi? ‘ dico dal primo scalino, lo guardo e mi sorride. 

Ad un tratto , vedo il suo amico avvicinarsi a lui e sorridermi . Ha le labbra sottili e rosse. Il loro dopo barba mi addormentano , troppo , troppo per i miei gusti. 

‘ Ti presento il mio migliore amico , Harry Styles. ‘ dice guardandolo , fisso il riccio e finalmente si toglie quei Ray ban dalla faccia. 
Merda , i suoi occhi. 
Verdi come l’erba? Anzi verde smeraldo. 
Sorrido , mi sorride e mi stringe la mano. 

‘ Piacere . ‘ dice fissandomi ancora. 

‘ Alex , piacere mio. ‘ quasi balbetto. 

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# Bene , ecco anche il # 1 capitolo;

spero che la storia vi incuriosisce ^^

...

fatemi sapere che ne pensate. 

alla prossima , Madi;

La sorellastra del mio migliore amico.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora