16.Fa male.•

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No.
Non è possibile.
Fisso la figura in piedi davanti a me sentendo un onda in gola che sembra crescere sempre di più; il volto con quei lineamenti terribilmente familiari contornati dai capelli color pece, mi fissa come se mi stesse giudicando ma allo stesso tempo non sono del tutto sicura di riuscire a decifrare la sua espressione.
Non sono del tutto sicura di star seguendo la situazione
"Mamma?" Riesco solo ad emettere in un leggero sussurro interrogativo talmente leggero che dubito mi abbia sentito: ma non ha senso, la sua figura davanti a me non ha senso.
Lei é morta.
Da un bel po' di anni ormai

"Ciao Scarlet" risponde con quella voce che solo adesso sembra così tanto lontana dall'ultima volta che l'ho sentita e cavolo se mi era mancata.
Tuttavia il suo sguardo continua a trapelare soltanto sufficienza e forse un pizzico di... noia?
Non aggiunge ne fa nulla, resta ferma davanti a me come se non fossero anni che non ci vediamo.
"Come... come è possibile?-" domando allungando un braccio e avvicinandomi a lei di un passo in modo da riuscire a toccare la pelle morbida e pallida del suo volto, è reale.
Lo sembra così tanto
A questo mio gesto la vedo irrigidirsi notevolmente e reprimo la voglia di gettarmi tra le sue braccia sentendo le aspettative salire dentro di me.
È venuta per portarmi via?
È viva quindi?
La paura che possa svanire tutto da un momento all'altro.
Intorno a noi c'è silenzio, molto silenzio, l'unica cosa che riesco a sentire è il battito accellerato del mio cuore, che sembra scoppiare, in contrasto con quel maledetto 'bip' che continua ad essere regolare.
Impossibile.

"Sei venuta per portarmi a casa?" Le chiedo allora vedendo che non sembra aver intenzione di rispondermi ala prima domanda e- sinceramente adesso questa è l'unica cosa che vuole sapere.
Si irrigidisce nuovamente a questa mia domanda ed il suo sguardo impassibile vacilla per diversi secondi prima di ritornare completamente freddo
"No Scarlet , non tornerai a casa." Dice con tono estremamente serio così come la sua espressione
Cosa?
"Cosa?" Mormoro piano non del tutto sicura di voler sapere la risposta o di assicurarmi di aver sentito bene.
Non ha sentito bene
Vero?
"Non tornerai a casa." Ripete sempre con lo stesso tono che fa assolutamente capire che non è uno scherzo, non lo è.
"Cosa-"
"Hai sentito benissimo Scarlet, non tornerai in quel mondo. Non è per te, lo sai anche tu" mi interrompe questa volta con tono molto più duro.
La guardo smarrita, ditemi che è uno scherzo.
"S-si invece, io... io devo tornare a casa, da mio padre- la mia famiglia, loro saranno preoccupati ed io-" comincio a dire ma vengo nuovamente interrotta da un risata tanto divertita; la sua.
"Nessuno ti sta cercando, la tua famiglia è tranquilla anche senza di te. Tuo padre sta bene; si sono ormai dimenticati di te." Dice e davvero se queste parole fossero uscite da qualsiasi altra bocca probabilmente non ci avrei creduto, ma è lei che me le sta dicendo.
Sono vere?
"Non è vero." Rispondo tuttavia esce più titubante del previsto, la vedo sogghignare
"È vero Scarlet; sei venuta qui, li hai abbandonati come puoi pretendere che sentano la tua mancanza?" Spiega ma ormai tutto è confuso.
Io non l'ho scelto.
"Ma io non-"
"Non è stata una tua scelta? Ma loro lo sanno? O no?" Continua e- no
Non lo sanno
Ma è sotto inteso giusto?
Giusto?
"È per questo che devo tornare a casa..." sussurro come se fosse una giustificazione
Io voglio tornare a casa
"Non ci tornerai Scarlet, non è posto per te quello" insiste senza muovere un muscolo e senza far trapelare nessun tipo di emozione.
È così quindi?
Davvero?
Quello strano bruciore inizia ad impossessarsi del mio corpo diventando sempre più intenso è fastidioso, fa male da quanto è forte.
Però allo stesso tempo è come se mi stesse risucchiando tutte le energie; non come le altre volte che in qualche modo mi faceva sentire anche più sicura come se avessi potuto spaccare ogni cosa attorno a me, no, adesso è debole.
E fa male.
Seguono attimi di silenzio in cui la fissò soltanto rendendomi conto di non conoscere davvero la persona davanti a me.
È davvero qui?
È davvero lei?
Questi due punti mi sembrano ancora tremendamente surreali.
Che sia solo una mia fantasia?
Però l'ho toccata ed era reale.
Sposto lo sguardo fissandola dritta negli occhi e noto-
Ma cosa?
Gli occhi sono: marroni, marroni scuro
Come ho fatto a non accorgermene?
Avanzo di un passo per avvicinarmi in modo da vederci meglio, in tutta risposta lei ne fa uno indietro visibilmente presa alla sprovvista dal mio gesto; comunque non ho visto male.
Quelli sono occhi marroni
Poi la consapevolezza mi colpisce come una secchiata di acqua gelida e-
Non è lei
È Ben
Il mutaforma
La simulazione.

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