52.Lei è il male.

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1 anno prima

Sento la testa pesante, come se qualcuno me la stesse martellando di continuo.
Mi porto una mano alle tempie cercando di fermare il mal di testa ma con scarsi risultati.
Cristo che male.

Stringo gli occhi e solo dopo qualche tentativo riesco ad aprirli ma una fitta dolorosa a quello sinistro me li fa richiudere di colpo.

Cerco di ricordare qualcosa ma il forte mal di testa me lo impedisce.
Dove sono?
Cosa ci faccio qui?
Apri gli occhi cazzo.

Dopo altri tentativi riesco finalmente ad aprire l'occhio destro.
Ci metto un po' a focalizzare la stanza in cui mi trovo : è tutta bianca, sembra di stare nel vuoto.
Sono morto?

Mi guardo intorno e subito noto la figura di una donna che mi guarda da dietro una vetrata, difianco a lei ci sono 2 uomini vestiti completamente di nero.
E ora ricordo : stavo quasi per uscire da questo posto di merda.
Quasi.
Faccio per muovere le ali ma non ci riesco, mi giro di scatto e vedo che sono legate.
Non riesco a muoverle.
Cazzo.

La donna mi guarda ancora per un po' prima di sorridermi e sparire dietro il muro insieme ai due uomini.
Dopo un po' sento il rumore di una porta che si apre e mi giro di scatto trovandomi davanti due figure che mi buttano a terra con poca delicatezza.

"Ci rivediamo Will, come stai?" Si avvicina a me la donna chinandosi per arrivare alla mia altezza e guardarmi negli occhi.
Ed ora la riconosco.
Riconosco quei occhi verdi smeraldo pieni di cattiveria.
Ed ora mi sale il cuore in gola.

Deglutisco rumorosamente cercando però di non mostrare il mio terrore verso quella donna.
Il male.
Lei è il male.

"Un uccellino mi ha detto che hai fatto una cosa molto , molto sbagliata" si avvicina ancora un po'
"Cosa hai fatto Will?" Mi chiede continuando ad incatenare i suoi occhi con i miei , sfrutto il momento e faccio un leggero cenno di ciglia ma con mia grande sorpresa non succede niente.
È uno scherzo?

Riprovo e riprovo ma continua ad essere davanti a me, in piedi mentre sulle sue labbra si forma un sorriso malvagio.
Un sorriso che mette i brividi.

"Mi spiace deluderti Will ma qui non puoi utilizzare i tuoi poteri e soprattutto non contro di me." Si alza guardandomi dall'alto verso il basso, cerco di tirarmi su anch'io ma un improvviso dolore atroce allo stomaco mi fa rinnachiare per terra, non riesco a dire nulla, dalla mia bocca escono soltanto delle urla e quando alzo lo sguardo mi accorgo che la fonte del mio dolore è proprio davanti ai miei occhi.
Stringo i denti e gli occhi ma il male è troppo.
Sembra che il mio stomaco si stia squarciando.
Dopo altri minuti interminabili il dolore cessa ed io mi lascio cadere a terra, il mio respiro è irregolare e il mio corpo è impregnato dal sudore.
Tengo gli occhi chiusi e non credo di avere abbastanza forze per aprirli.

Soltanto quando sento che il mio corpo viene sollevato faccio ricorso a tutta la mia volontà e con un po' di fatica riesco ad aprirli, mi ci viole un po' per mettere a fuoco ma quando ce la faccio la prima immagine che mi si para davanti è una porta aperta.
Mi aspetto che mi gettino al suo interno come hanno sempre fatto ma continuano ad avanzare per un corridoio illuminato con dei neon.

Continuano ad avanzare e noto che ai lati sono posizionate delle teche.
Teche di vetro.
Volto leggermente la testa per vedere meglio.
E spero che le cose dentro quelle teche non siano quello che penso.
Coltelli, insetti, lame, bastoni , clave e il mio stomaco si contorce quando dentro una teca è posizionato il bella vista un'occhio.
Non è quello che pensi.
No. Non lo è.

Arrivati alla fine del corridoio noto un lettino con intorno vari utensili che mettono i brividi
"Allora Will..." mi buttano a terra e la donna si avvicina di nuovo.
"...prima ti ho fatto una domanda e tu non mi hai risposto, è maleducazione non rispondere non trovi?" Continua mettendomi un dito sotto il mento obbligandomi aguardarla negli occhi.
"Quindi la ripeterò un'altra sola volta e tu mi risponderai ok?" Sorride mostrando i denti bianchi contornati dal rossetto rosso fuoco.
"Cosa hai fatto oggi pomeriggio?" Mi chiede e sento di nuovo la morsa allo stomaco di prima, è dolorosa ma più sopportabile della precedente.
Però i minuti passano e si fa sempre più forte.
"Ho provato a scappare" ringhio con voce strozzata alchè lei sorride compiaciuta ed inizia a girare per la stanza.

"Sai Will credevo che fossi un ragazzo intelligente , insomma non è la prima volta che ci provi... quanti tentativi ti sono andati a vuoto? 3? 4?" Passa una mano su un bisturi e lo afferra osservandolo attentamente.

"E tu lo sai che ho sempre chiuso un'occhio perchè credevo avessi imparato la lezione mhm?" Ora mi guarda.
"Ma a quanto pare non la imparerai mai ... quindi dato che con le buone non funziona è il momento di provare con le cattive" fa un cenno ai due uomini che iniziano ad vanzare verso di me.

Striscio indietreggiando fino a toccare il muro.
Cazzo.
Sono in trappola.
Ogni parte del mio corpo trema ma cerco comunque il contatto visivo con uno dei due uomini.
Però hanno gli occhiali da sole.
Non riesco a capire se mi stanno guardando o no.
Mi tirano su di peso e mi posizionano sul lettino a pancia in giù legandomi i polsi ai lati della testa.
Vedo entrare altre persone con una mascherina e un camice che mi circondano.
"Stai tranquillo Will non farà male" e non faccio in tempo a replicare o fare qualsiasi altra cosa che mi ignettano qualcosa nel braccio.
E non vedo ne sento più niente.

- - - - - - - - - -

Il rumore di una porta che si apre mi sveglia e sbatto ripetutamente le palpebre.
Sono nella mia stanza.
Nel mio letto.
E c'è una persona attaccata alla porta col fiatone.
Lo osservo per un po' prima di tirarmi su e con mio grande stupore noto che sono senza maglietta.
Boh.

Mi stampo un'espressione seria in faccia prima di parlare.
"Hai bisogno di qualcosa?" Chiedo e a quel punto il ragazzo si gira di scatto, ha gli occhi verdi.
Molto verdi.
Mi sono quasi... familiari.

Si passa una mano tra i capelli neri smuovendoli un po' prima di rispondere.
"Beh... ecco un mio amico voleva a tutti i costi tagliarmi i capelli quindi ho iniziato a correre, ho aperto una porta a caso e vi sono entrato senza pensarci due volte " scrolla le spalle ripassandosi la mano tra i suoi capelli.

Ma sta parlando sul serio?

"Mi stai prendendo in giro?" Do voce ai miei pensieri.
"I capelli lunghi attirano le ragazze"
"E questo chi te l'ha detto?"
"Una ragazza." fa un sorrisetto strano prima di cominciare a camminare per la stanza guardandosi in torno.

"Scusa se sono entrato senza il tuo consenso ma l'ho fatto per una buona causa" scrolla le spalle e a me scappa una risata.
Questo qui è fuori.
"Te invece? Come mai sei nella tua stanza? Ci sono le lezioni adesso..." mi chiede appoggiandosi alla scrivania.
Sto per rispondergli ma ho un vuoto.
Perchè sono qui?
Non mi ricordo di essermi addormentato...

"In realtà non ne ho idea" ammetto corrugando le sopracciglia.
"Come sarebbe non ne hai idea?"
"Ho un vuoto" mi alzo per prendere una maglietta e ho la senzazione di sentirmi a metà.
Come se mancasse qualcosa....
E mi sento incredibililmente leggero ma non ci faccio caso , apro l'armadio, afferro una maglietta bianca e la indosso.
"Ehm.... credo che tu abbia bisogno di un medico..." afferma il ragazzo mentre chiudo le due ante.

"Un medico?"

"Si, stai sanguinando"

"Dove?"

"Nella schiena..."

"Nella schiena?"

"Si, ti stai sporcando la maglia"
Me la tolgo in fretta e la osservo vedendo che ha ragione.
È tutta sporca di sangue.
Vado in bagno per guardarmi allo specchio me appenna lo faccio non riesco a trattenere un urlo.
Un forte urlo.
Non ci credo.
Come è possibile?
Sento la rabbia salire e tiro un pugno allo specchio seguito da tanti altri.

Non bado al sangue sulle mani.
Non bado al bruciore delle ferite.
Non bado al ragazzo che mi sta afferrando per le spalle con l'intenzione di fermarmi.
Non bado a niente.
Non sento niente.
L'unica cosa che penso in questo momento è solo una:
Dove sono le mie ali?

Qualcosa di specialeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora