44.È bella.

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7 anni prima•

Mi asciugo una lacrima in fretta prima di uscire dalla classe dove abbiamo fatto gli allenamenti oggi.
Cameron mi dice sempre di non piangere, di essere forte.
Odia quando piango.

Oggi è il mio compleanno e nessuno mi ha ancora fatto gli auguri.
Oh ma chi voglio prendere in giro?
Non mi importa niente degli altri, Cameron non mi ha fatto gli auguri.
Si è scordato del mio compleanno.

Sbuffo tirando su col naso e posando lo sguardo fuori dalla finestra.
Osservo l'altra perte dell'edificio che sembra ancora più tetra e buia di questa.
Cameron ha detto che li ci vanno i grandi e che a breve trasferirranno anche lui dall'altra parte anche se non ne vuole sapere.
Dice che senza di me non va da nessuna parte e che è disposto anche ad incatenarsi al letto pur di rimanere qui.
Girano parecchie voci riguardo all'altro lato di questo posto, molte dicono che gli allenamenti sono almeno 10 volte più difficili e le camere non sono miste.
Un'altra cosa che ha fatto andare Cameron fuori di testa, sono in stanza con lui e con Federico, quando siamo arrivati qua loro hanno esplicitamente detto che se rimanevamo dovevamo stare nella stessa stanza.
E li hanno accontentati.

Sento il braccio di qualcuno circondarmi le spalle ed un bacio posarsi tra i miei capelli.
Sorrido istintivamente quando un puncake con una candelina si posiziona davanti ai miei occhi.
"Buon compleanno Emy, come ci si sente ad essere... undicenne?" Fa una smorfia confuso sull'ultima parola, soffio per spegnere la fiamma e afferro il cupcake.
"Sto per raggiungerti!" Affermo tutta contenta addentandolo e godendomi il sapore del cioccolato che riempie la mia bocca.
"Mi mancano solo 2 anni." Continuo.
Finalmente non potrà più ripetere la solita frase odiosa : "si, ma io sono più grande."
"Ti mancano 2 anni dalla nasciata piattola" mi scompiglia i capelli ed io assottiglio gli occhi.
Si si, ne riparliamo quando ti supero.
Vedo di sfuggita Cameron attraversare la sala grande senza degnare di uno sguardo nessuno.
Nemmeno me.

"Tutto bene?" Federico segue il mio sguardo, probabilmente notando il mio cambio di umore.
"Si è dimenticato del mio compleanno." Affermo sentendo gli occhi inumidirsi.
"Hey, non essere triste." Posa l'indice sul mio naso premendo leggermente e facendomi sorridere.
"Non sono triste." Mento.
"Sono arrabbiata." Continuo stringendo i pugni.
"Come ha fatto a dimenticarsi di una cosa così importante?" Gesticolo nervosamente iniziando a camminare.
"Non è mica nata la regina Elisabetta." Commenta accennando un sorrisetto irritante.
"Beh che ne sai?" Borbotto incrociando le braccia al petto.
"Credo che in quel caso se lo ricorderebbe" lo fulmino con lo sguardo mentre lui fa un sorrisetto divertito.
Cattivo.

"Da quando è arrivata quella Alexa non mi vuole più bene." Affermo sentendo di nuovo un senso di tristezza pervadermi.
Cameron da quando ha trovato la ragazza non mi calcola più, sta sempre con lei e sembra che io non esisto più.
Federico stringe il braccio intorno alle mie spalle e mi lascia un bacio sulla tempia.
Almeno lui mi vuole ancora bene.

"Ti vuole bene Emily, solo che lui sta entrando in un periodo un po' incasinato della vita, lo capirai anche tu quando sarai più grande." Mi spiega .
"Ma tu sei solo più piccolo di lui di un'anno e mi vuoi ancora bene" lo guardo non capendo.
"È perchè io la persona che mi piace ce l'ho molto vicino, guarda lui invece deve passare da una parte all'altra per riuscire a raggiungerla" indica Cameron che percorre per la seconda volta la sala grande prima di sparire dietro ad un angolo.
Ma aspetta.

"Ti piace una ragazza?" Faccio una smorfia al solo pensiero.
Anche lui smetterà di volermi bene?
"Oh non sai quanto" afferma con occhi sognanti mentre io continuo a guardarlo storto.
"E posso sapere chi è?"
"Magari più avanti." Dice vago ed io mi arrabbio ancora di più.
"Non vale! Tu mi hai praticamente costretto a dirti che mi piaceva Tom quando avevo 8 anni..." sbotto parandomi davanti a lui.
"... a proposito non l'ho più visto." Continuo corrucciando le sopracciglia.
Non l'ho seriamente più visto.
Il riccio fa un sorriso diabolico e poi scuote la testa.
"Si, ma io sono più grande."
"Ancora per poco" sbuffo.
"Ancora per poco." Ripete alzando gli occhi al cielo.

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