Dancer without future

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Jungkook, non appena entrato nella stanza d'hotel, iniziò a saltellare come un pazzo. Yoongi lo guardò terrorizzato, pensando che fosse stato impossessato da un demone.

Dopo che ebbe finito di urlare e ballare in modo strano, si buttò esausto sul letto. Aveva il fiatone, ma nonostante ciò sorrideva come un ebete. Si teneva una mano sul petto quasi avesse paura che gli potesse uscire fuori il cuore da un momento all'altro.

Yoongi lo guardava sorridente: era da tanto che non lo vedeva sorridere così.
Aveva fatto bene a farlo incontrare con Taehyung, anche se avrebbe preferito stare ad un appuntamento con Jimin, da solo.

Non si accorse nemmeno che il più piccolo aveva preso il proprio telefono ed era uscito in balcone.
Digitò in fretta e furia il nome "Eren" sulla rubrica.
Dopo due squilli, una voce allegra rispose:

«Ehi Jeon! Come va?» 

Lui e Eren Jaeger si conoscevano da quando erano piccoli. Si divertivano a giocare ai soldati che uccidevano i "giganti" che in quel caso erano dei peluche più grandi degli altri.
È da lì la consuetudine di chiamarsi per cognome.

«Jaeger, sta zitto e ascoltami

Dopo una decina di minuti Jungkook  finì di raccontare la sua incredibile esperienza di come aveva incontrato Taehyung, della chiaccherata su whattsapp e del pranzo avuto poco prima. Ovviamente non tralasciando il fatto che faceva parte della BigHit e che gli aveva detto che avrebbero potuto fare il servizio insieme.
Il suo amico, non che compagno di corso, era più sbalordito di lui.

«Dici sul serio? Che fortuna! Io anche volevo incontrare Levi Ackerman sull'aereo!»
Disse sbuffando Eren, dall'altra parte del telefono.

«Davvero? Beh, allora
spero che ti capiti lui
come modello!»

«Lo spero, lo
ammiro tantissimo!»

[Angolo A. non includerò l'Ereri perché so che a qualche rompicoglioni darebbe fastidio 😒]

Dopo essersi salutati, Jungkook andò sulla chat di Taehyung, per vedere se era online. Sospirò appena vide che aveva torto, e posò il cellulare.

Yoongi era seduto sul divano a guardare con disinteresse la TV. Ripensava alla coincidenza assurda con il quale si era fatto "amico" con quei due. Di solito era un tipo riservato che, per farsi amico qualcuno, doveva averlo visto come minimo 70 volte ogni giorno.

Ripensò a Jungkook che voleva fare il fotografo e che, caso strano, avesse incontrato uno dei suoi modelli preferiti su un aereo e aveva pure il suo numero di telefono.
Già cominciava a shipparli nel suo piccolo.

Ma lui.
Con Jimin.
Che cosa aveva in comunque con un ragazzo come quello?
Lui amava la musica, ogni sua sfumatura, il basket, dormire...

Ma di Jimin non sapeva quasi niente, e gli sembrava assurdo provare così tanto interesse nel saperlo. 

«hyung...» lo chiamò Jungkook affacciandosi alle scale «sevizio in camera o usci-...»
Yoongi lo precedette, intuendo subito le sue intenzioni.

«Non voglio muovere un muscolo.»

Jungkook roteò gli occhi e andò ad ordinare il servizio in camera, ormai era abituato alla pigrizia del suo hyung.

Bastarono una ventina di minuti e bussarono alla porta. Jungkook andò ad aprire e ringraziò il cameriere per avergli portato il ramen.

Il più piccolo portò i vassoi in salotto, e ne allungò uno a Yoongi, che nel frattempo era rimasto nella stessa posizione precedente. Quest'ultimo prese il telecomando e accese la TV, abbassandone il volume.

Dopo una decina di minuti, a Yoongi venne un'illuminazione. Jimin aveva parlato molto con Jungkook quel giorno, essendo arrivato due ora prima... magari sapeva dirgli qualcosa.

«Kook...» Lo chiamò il maggiore.
Jungkook si girò con le guance piene di spaghetti.

«Ma tu sai che cosa fa Jimin?»

Il minore lo guardò ingoiando rumorosamente tutto quel cibo che aveva in bocca. Lo guardò per qualche secondo, indeciso sul da farsi, dopo posò il contenitore del ramen e si accomodò meglio sul divano.

«Si, ma...» iniziò titubante «Quando me ne ha parlato, non sembrava tanto felice...»

Yoongi iniziò a preoccuparsi. Conosceva da poco Jimin, ma sapeva perfettamente che era un tipo molto sensibile, se gli fosse successo qualcosa...

«Ecco lui... è un aspirante ballerino, ha vinto molte gare, ma nessuno vuole metterlo sotto contratto.»

Yoongi sospirò sollevato, si sarebbe aspettato molto peggio. Da una parte gli dispiaceva per Jimin, essere rifiutati fa molto male alle persone sensibili, lui stesso ne sapeva qualcosa: aveva iniziato a scrivere canzoni alle medie, e alcuni testi erano proprio belli, ma nessuno mai lo appoggiava.

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