Surname

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Il rumore del flash, le luci sparate negli occhi, la sensazione del trucco sulla pelle, il rumore della macchina fotografica... erano queste le cose che adorava Kim Taehyung.

Nonostante ciò era diverso dagli altri modelli presenti in quella agenzia, lui non si vantava di niente e non aveva desiderio nel farlo.
Si ricordava sempre che veniva da un paesino di montagna, che i suoi genitori erano contadini. Ah, i suoi genitori... chissà che faccia facevano quando lo vedevano sulle riviste.

Ma tornando al presente:
Quel giorno c'era un importante riunione con il direttore generale, durante la quale veniva mostrato il programma che si sarebbe svolto a breve.

«Dopodomani il C.F.S, corso di fotografia Seoul verrà qui a fare un progetto per la nostra agenzia.»
Disse il manager, Jung Hoseok, non che l'angelo custode di Taehyung, in un certo senso.

L'agenzia della BigHit era composta da molti modelli, ma in quel momento erano presenti i primi 10 della classifica annuale.

«Sono per lo più ragazzini, tra i 20 e 23 anni, sono venuti per fare delle foto, non per essere messi in soggezione, ci siamo capiti?»
Chiese autoritario Kim Namjoon, il direttore generale, per l'appunto.
Si spifferava in giro che avesse una cotta per lo stilista Kim Seokjin, cosa assolutamente normale dato che quest'ultimo era davvero molto, molto affascinate.

«Signor Kim.» alzò la mano Xiumin, chiedendo il permesso di dire qualcosa.
«Se consociamo uno degli studenti, possiamo farglielo presente?»

Namjoon annuì con il capo, dando una risposta positiva.

«Adesso potete andare. Chi conosce qualcuno degli studenti e vuole fare un nome, rimanga pure qui.»

Taehyung sorrise, non vedendo l'ora di avere Jungkook come fotografo.
Vide che oltre a lui erano rimasti anche Xiumin e Victor.

Mentre quest'ultimi scrivevano i nomi e firmavano, Taehyung si ricordò improvvisamente di non ricordare il cognome di Jungkook, così si affrettò a chiamarlo.

Quando il più piccolo ricevette la chiamata, era ancora mezzo addormentato nel letto.

Allungò la mano per prendere il telefono e senza neanche vedere il nome del mittente, avvicinò il dispositivo all'orecchio, sussurrando un "pronto...?"

«Ciao Kookie!»

disse Taehyung con un sorriso, avendo capito che si era appena svegliato.

Non appena il minore riconobbe la sua voce. fece un salto improvviso e cadde dal letto, si alzò immediatamente cominciando a camminare su e giù per la casa.

«Ciao Hyung...» sussurrò Jungkook.

«Senti, non ho molto tempo,
mi ricorderesti il tuo cognome per favore?»

«J-Jeon, ma...
a cosa ti serve?»

«Devo fare il tuo nome al manager,
così sarai il mio fotografo!»

«Ah.»
Jungkook si schiaffeggiò mentalmente per non esserselo ricordato.

«Che c'è?
Non vuoi più farlo...?»

Chiese Taehyung con una vocina triste, la quale fece venire voglia a Jungkook di tirarsi in testa la prima lampada a portata di mano.

«NO NO, PER CARITÀ.
Ho aspettato questo momento
da tutta la vita! Certo che...»

Poi si rese conto di quello che aveva appena detto e si tappò la bocca, sdraiandosi sul pavimento nella speranza di sparire per sempre.

Taehyung sorrise compiaciuto.
«Bene Jeon, ci vediamo dopodomani allora!»

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