First meet

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L'autista li accompagnò fino all'aeroporto e i due ragazzi dovettero scendere. Taehyung ringraziò l'autista che ripartì subito dopo.
Si guardarono intorno e notarono quanta gente fosse in partenza quel giorno. Afferrarono le loro valige e si avviarono verso l'entrata.

Jimin quasi si prese un infarto.

Un uomo muscoloso e vestito di nero, il triplo di lui, si avvicinò velocemente a lui con aria minacciosa.
Lo strattonò per un braccio e, dopo averlo allontanato da Taehyung, lo fece volare 3 metri più avanti.
Tornò al suo posto e guardò fisso davanti a se, con sguardo irrisolvibile.

«Tranquillo. Sta con me, è il mio accompagnatore.»
Sussurrò Taehyung all'uomo, quasi ridendo. L'uomo dalle sopracciglia aggrottate grugnì, ed andò a recuperare quel ragazzo quasi morto e probabilmente con qualche costola rotta.

Lo prese per il colletto della maglia, sollevandolo senza fatica. Jimin aveva la faccia di uno che aveva appena visto la morte passargli davanti.
Lo riportò a Taehyung quasi fossi un cagnolino, si mise a braccia conserte e ritornò con lo sguardo fisso.

Jimin guardò terrorizzato sia l'uomo, sia il sorriso imbarazzato di Taehyung.

«TU.» riuscì solo a dire puntandogli un dito contro. L'altro rideva divertito: vedeva raramente Jimin veramente incavolato ed ogni volta gli faceva lo stesso effetto.

Passò i minuti successivi ad insultarlo pesantemente e ricordandogli che non era Trump e che la guardia del corpo non serviva.
Taehyung non lo stava minimamente ascoltando, si stava concentrando solo a trovare il gate 15, dal quale sarebbe partito il loro aereo.
Arrivarono al gate e controllarono l'orario, erano in anticipo.

Si sedettero sulle sedie d'attesa e frugarono negli zaini in cerca di qualche cosa da sgranocchiare.

Jimin si mise subito gli auricolari alle orecchie, ascoltando alcuni dei suoi pezzi preferiti.
Taehyung prese uno specchietto e sì ritoccò il leggero strato di matita che aveva applicato sugli occhi. Guardandosi meglio notò che alcune ciocche marroncine si erano scolorite e stavano per diventare biondo platino.
Anche Jimin aveva bisogno di una nuova tinta, il suo rosa era diventato troppo chiaro.

Jungkook e Yoongi arrivarono al gate 15 poco prima dell'arrivo dell'aereo.
Notarono quasi subito che l'aeroporto era pieno, dall'entrata fino si negozi.
Il più piccolo era molto agitato, quel tipo di situazioni non gli piacevano affatto e cercava in tutti i modi di non incrociare gli sguardi delle persone intorno a lui.

I posti a sedere erano tutti occupati, eccetto quello vicino a due affascinanti ragazzi e un uomo di tre metri.

Jungkook era stra-nervoso e appena decisero di avvicinarsi, si nascose dietro Yoongi.

«Scusate ragazzi, questi due posti sono liberi?» chiese il più grande.
Jimin puntò gli occhi sul ragazzo enne rimase folgorato, abbassò velocemente lo sguardo e annuì col capo.
Proprio quel ragazzo si mise seduto affianco a lui e l'altro, per non sembrare ancora più imbarazzato, fece ripartire la canzone che aveva stoppato.

Guardò meglio il ragazzo e arrivò alla conclusione che si potesse definire quello che tutti chiamano UN FIGO DELLA MADONNA.

«Tae.» bisbigliò Jimin, l'amico avvicinò il suo orecchio per sentire meglio.
«Li hai visti quelli a canto a noi?»
Il modello annuì, sbirciando i due.
I suoi occhi caddero su un ragazzo dalla chioma bruna e con un sorriso che ricordava quello di un coniglio.

TRAVEL ✈️                                            Taekook & YoonminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora