Shooping

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Non appena Jungkook aprì la porta, trovò Yoongi ancora in pigiama con le braccia incrociate al petto.
I capelli scombinati e le grandi occhiaie sotto gli occhi occhi facevano intendere che si fosse appena svegliato.

I suoi occhi assonnati si posarono sul collo e poi risalirono sul viso del giovane. Jungkook abbassò lo sguardo imbarazzato e timoroso.
«N-non sei arrabbiato, vero?»

Yoongi abbozzò un sorriso, nonostante la stanchezza.
«Non sono mica tuo padre. Poi dipende chi è stato.»
disse, anche se la risposta la sapeva già e che infatti non tardò ad arrivare.
«Taehyung...»

[...]

«Ginza è vicino, signor Kim.»
Rispose l'autista, scrutando i due ospiti seduti sul sedile posteriore della Limousine.
Jimin sollevò gli occhi al cielo, dato che quella era la 25esima domanda a cui dovette rispondere. Il suo amico era proprio un impiccione.

Erano diretti a Ginza, uno dei quartieri più costosi di tutta Tokyo. Non era come Shinbuya, tutta colorata e allegra, era un po' più spenta. La maggior parte dei negozi trattava di elettronica e di negozi d'abbigliamento costosi.
Non era per niente tradizionale, qualsiasi cosa, dai ponti alle recinzioni dei parchi, era fatto d'ultima tecnologia. E se Tokyo di per se aveva pochi parchi, Ginza non ne aveva quasi nessuno.

Il numero di abitanti e turisti era notevolmente diminuito, grande sollievo per chiunque venisse dagli altri quartieri. Per strada si vedevano per la maggior parte gente elegante e vestita in giacca e cravatta, che stonavano però con quei poveri turisti vestiti con le prime cose trovate nell'armadio.

La Limousine parcheggiò sfiorando di poco il marciapiede. I due ragazzi ringraziarono il povero autista che non vedeva l'ora di levarseli dai piedi.
Scesero dalla Limousine e la videro allontanarsi, fino a che non diventò un piccolo puntino all'orizzonte.

Taehyung gli afferrò con decisione il braccio e lo guardò subito, prima di iniziare a correre per i marciapiedi.

[...]

«Grazie a Dio una panchina.»
disse Jimin con il fiatone, mentre poggiava a terra tutte quelle buste piene di roba.
Ginza era quasi priva di parchi, essendo stra moderna, così non appena intravidero la panchina alla fermata dell'autobus decisero di fare una pausa.
Avevano fatto una pausa per mangiare del buonissimo sushi (ma anche molto caro) e poi avevano fatto tanto, ma tanto shopping.

Jimin non aveva preso molto: qualche souvenir, un regalino per i suoi genitori e per Yoongi. Una semplice collanina argentata con la sua lettera iniziale come ciondolo.
Taehyung invece non si era regolato.
Ovviamente non si era neanche fatto lo scrupolo di leggere il prezzo quando acquistava i suoi vestiti e spesso ricevette occhiate stupide dai commessi.

«Dovresti ringraziarmi. Yoongi apprezzerà il tuo culo più sodo.»
Disse Taehyung sedendosi accanto lui, mentre teneva le buste strette a se.
Il ragazzo più piccolo arrossì leggermente. Si ricordò che avrebbe dovuto dare la collanina a Yoongi e che avrebbe tanto voluto rivederlo.

TRAVEL ✈️                                            Taekook & YoonminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora