Blink café

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Il giorno seguente, Jimin dovette subirsi l'interrogatorio di Taehyung, il quale voleva sapere (nei minimi dettagli) la situazione che si era creata il giorno prima.
Purtroppo Jimin non sapeva mentire e per ciò si trovò costretto a raccontare tutto.
Non aveva idea del perché ma si sentiva come se avesse dovuto chiedere a Yoongi il permesso di farlo.

«Quindi non avete fatto niente...»
Disse Tae, più a se stesso che a Jimin.

«No. Ma io lo avrei voluto, se solo non fossi arrivato tu!»
Sbuffò il più piccolo mettendo il broncio. Più ricordava la brusca interruzione, più la voglia di picchiare il suo amico cresceva.

«yah! Non mi incolpare, io non potevo saperlo!»
esclamò Taehyung facendo l'offeso. Il più piccolo sorrise, pensando che effettivamente non era stata colpa sua. Poi gli venne in mente la conversazione fatta con Yoongi il giorno prima.

«Tae ma... tu cosa provi per Jungkook?»
chiese a bruciapelo.
Al più grande si colorarono le guance di un rosso acceso.
In effetti, quella era proprio la domanda che si poneva lui ogni giorno.
Non poteva essersi innamorato di un ragazzo in soli 7 giorni, giusto?

GiUsTo?

«M-mi interessa e...parecchio anche. È così carino, vorrei coccolarlo e riempirlo di bacini ovunque!»

Jimin pensò che lui e Tae fossero esattamente l'uno l'opposto dell'altro.

[...]

«Dove mi porti di bello Hyung?» chiese Jungkook trotterellando manco fosse Heidi.
Yoongi adorava quel suo lato bambinesco, ma a volte si ricordava della parte più aggressiva di Jungkook, che però non faceva mai vedere.

«Ti piacciono i Made Café?»
Chiese Yoongi sorridente.

Imboccarono una della vie secondarie di Shinbuya, una di quelle con negozietti minuscoli ma tanta, tanta gente. Tokyo era molto diversa da qualsiasi altra città avessero mai visitato: aveva la più grande gamma di negozi, ristoranti, sala giochi, attrazioni ed eventi di ogni altra città.
Era veramente affascinante.

«Si Hyung! Ma... non mi interessano molto le cameriere.»
Rise nervosamente mentre si faceva spazio tra la folla.
Yoongi fece attenzione a non perdere quel coniglietto in mezzo a tutta quella gente.

Imboccarono un'altra via, questa volta più larga e con meno gente.
La strada era tappezzata di ristoranti di ogni tipo: le pasticcerie, le pizzerie, i ristoranti di sushi, i bar... tutti pieni fino all'ultimo tavolo.

«Dovrebbe essere questo.»
Disse Yoongi osservando l'insegna che recitava "Blink Café".
Era tutto rosa e nero, con qualche tocco di bianco ogni tanto.
Ricordava l'epoca del rinascimento, con colonne di marmo, lampadari imponenti, sofà e tavolini di vetro.

Entrarono sussurrando un "buongiorno" appena accennato.
Notarono subito che il locale era abbastanza pieno e temerono che non ci fossero tavoli disponibili.

«Buongiorno.» salutò una ragazza con il grembiule, facendo loro un inchino.

«Al piano di sotto siamo tutti pieni, prego seguitemi di sopra.»

I due ragazzi capirono poco e niente di quello che disse, dato che il loro vocabolario giapponese era alquanto ridotto.
Però, andando ad intuito, la seguirono comunque.

Il piano superiore era più piccolo del piano terra, e aveva una capienza minore, ma c'era da dire che era veramente accogliente.
La maggior parte dei clienti presenti erano ragazzi, chi era venuto con la fidanzata e chi con gli amici.

La cameriera li fece accomodare in un tavolino nero con delle sedie imbottite rosa. Gli diede il menù e se ne andò con un inchino.

Dopo un po' che lessero il menù, si guardarono a vicenda:

«Il solito?»
«Il solito.»

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