Non è stata una bella giornata.
E di certo ripulire il portico di casa di Jace dal vomito non aiuta a migliorare la situazione.
Tanto per cominciare, sono arrivato in ritardo a scuola. In ritardo già al secondo giorno, fantastico.
Però non è stata colpa mia, ma di Izzy: ieri mi aveva fatto giurare di costringerla ad andare a scuola, anche con la forza, a prescindere da quanto avesse bevuto.
E io mantengo sempre quel che prometto.
Il problema è che Isabelle ci ha impiegato il doppio del tempo a prepararsi e a truccarsi per nascondere le profonde occhiaie che le segnavano il viso, e per colpa sua sono arrivato in ritardo.
Poi le lezioni erano noiose: siamo in quel periodo dell'anno in cui non si affrontano ancora argomenti nuovi in favore di un sano ripasso del programma dell'anno precedente.
Insomma, una noia mortale.
Poi Izzy si è sentita male, ha chiesto ad una bidella di chiamarmi e ho passato con lei in infermeria la quarta ora e buona parte della pausa pranzo, fin quando non è arrivato Simon a darmi il cambio.
Allora ho lasciato l'infermeria lanciando un'occhiata assassina a Simon e mi sono fiondato in mensa.
Volevo parlare con Magnus e scusarmi per la maleducazione con cui l'avevo lasciato solo dopo che avevo accompagnato Lydia a casa. Mi avrebbe fatto piacere chiacchierare con lui un altro po', ma non l'avevo più visto e avevo pensato che si fosse offeso.
Però in mensa non c'era, quindi mi sono seduto con Jace, Clary e Lydia al nostro solito tavolo.
"Come sta Izzy?" mi aveva chiesto Clary.
"Ora sta meglio, ha solo un gran mal di testa. C'è Simon con lei."
"Robert non può venirvi a prendere?" aveva chiesto allora Jace.
"No, deve lavorare. Passa a prenderci quando finiscono le lezioni. Però quando arrivo a casa la lascio con mia madre e vengo ad aiutarti a ripulire casa."
"Grazie Alec, sei un amico."
Poi ho finito di mangiare e sono tornato in infermeria da Izzy, rimanendo al suo fianco finchè le lezioni non sono finite e nostro padre non ci è venuto a prendere.
Una volta a casa ho aiutato mia sorella a stendersi sul suo letto e ho chiamato nostra madre perchè si occupasse di lei, poi sono andato da Jace.
Ed eccomi qua, inginocchiato a pulire vomito dal portico di casa sua.
"Ehy Alec - esclama Jace affacciandosi alla porta - pausa birra?"
"Decisamente"
Entro in casa preceduto da Jace, che prende un paio di birre avanzate da ieri sera e si butta con molta poca grazia sul divano.
"Allora Alec - inizia - ora che hai quasi diciotto anni, pensi di trovarti finalmente una ragazza?"
Riesco a non strozzarmi con la birra che sto bevendo per miracolo: Jace in genere parla di se stesso, di Clary, di se stesso, del football e di se stesso. Mai di me. E a me va bene: ascoltare i suoi problemi mi distrae dai miei.
E soprattutto non sa che sono gay. Non lo sa nessuno, a parte mia sorella.
E io ho troppa paura per dirlo a qualcun'altro, anche al mio mio migliore amico: ho paura di non essere accettato, paura di venire trattato in modo diverso, paura che le persone, di me, abbiano sempre e solo amato la facciata che mi ero costruito e mai me, il vero me; paura di essere allontanato da lui, da Jace, il mio migliore amico.
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Under Pressure || Malec
FanfictionPer Magnus Bane è il primo giorno in una scuola nuova, a Brooklyn, fiancheggiato dagli amici di sempre, Ragnor e Raphael, che ogni giorno sostengono e supportano il loro amico nelle sue scelte stravaganti e dettate dal cuore. Ma i nuovi compagni di...