Capitolo 9

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"Dottore, secondo lei si risveglierà?" sento chiedere da una voce proccupata e familiare, che assomiglia tanto a quella di Alec.

"Certamente, i suoi parametri vitali sono stabili e per fortuna non ha riportato lesioni interne troppo gravi, giusto un paio di costole rotte. Si rimetterà in un mesetto.
Per quanto riguarda il suo risveglio, è questione di qualche ora" gli risponde una voce decisa e rassicurante.

"Grazie dottore"

Non riesco a restare sveglio ancora, ho troppo sonno.

*****

Quando riapro gli occhi ci metto un po' a mettere a fuoco l'ambiente in cui mi trovo.

Sento un bip bip lento e costante, poi un monitor su cui sono segnati i parametri vitali entra nel mio campo visivo e riesco finalmente a capire dove mi trovo.

Sono in un ospedale, anche se non ricordo perchè.

Chiudo gli occhi e mi sforzo di ricordare.

Ricordo di essere entrato nel laboratorio di biologia e di averlo trovato deserto, ad eccezione di Valentine e del suo gruppetto.

Mi ricordo di essere stato preso a pugni, di essere crollato e di essere stato preso a calci.

Riesco a sentire una specie di dolore fantasma al ricordo dei loro pugni e dei loro calci.

Devo anche essere svenuto ad un certo punto, ma sono rinvenuto e loro hanno ripreso a picchiarmi.

Poi ricordo altre voci, da dietro la porta.

Ricordo un barlume di speranza farsi strada in me per poi diventare un fuoco quando la porta viene sfondata.

Lì ho capito che era finita.

Ricordo con immenso sollievo la fine dei colpi.

E ricordo anche una sensazione come di dondolio, con i piedi che non toccavano più per terra.

Qualcuno mi aveva preso in braccio.

Mi ero sentito così al sicuro, tra quelle braccia, così libero...

Avevo guardato il volto del mio salvatore: era Alec.

Quindi non mi odiava...

Ero così felice che non mi odiasse...

E poi sono svenuto di nuovo.

Quando sono rinvenuto mi stavano caricando in ambulanza. Da solo.

No, avevo bisogno di qualcuno, avevo paura e sentivo male ovunque...

È stato in quel momento i miei occhi hanno incrociato quelle meravigliose gemme blu e, come se avesse intuito ciò che desideravo, Alec mi ha seguito in ambulanza.

Ricordo anche di avergli stretto le dita, non mi importava niente di ciò che avrebbero pensato gli altri, ma solo di lui. Del fatto che la sua presenza alleviasse il mio dolore.

Pensavo a questo quando tutto era diventato nero.

*****

Riapro di scatto gli occhi e cerco di mettermi a sedere, ma non ci riesco.

"Magnus, finalmente sei sveglio!"

Ragnor.

"Ehi Ragnor..." provo a dire, ma ho la gola secca ed esce solo un suono gracchiante.

"Acqua..." cerco di dire.

Lui capisce, esce dalla mia stanza e quando ritorna ha in mano un bel bicchierone d'acqua.

Under Pressure || MalecDove le storie prendono vita. Scoprilo ora