Capitolo 16

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Non so per quanto tempo resto inginocchiato sul quel pavimento a sostenere Magnus mentre piange.

La sua storia è brutta, dolorosa, mi fa stare male solo il pensiero, e nonostante tutto lui è ancora qui.

Non penso che, al suo posto, avrei resistito così a lungo.

Certo, mi restano ancora delle domande, come cosa sia successo a suo padre, come abbia conosciuto Ragnor e Raphael, come sia arrivato da Giakarta a New York...

Ma se non me l'ha detto di sua spontanea volontà è perchè non vuole ancora raccontarmelo, e io rispetto la sua scelta.

Quando sarà pronto mi racconterà tutto.

In quell'istante sento un rumore alle mie spalle; strano, sono sicuro di aver chiuso la porta a chiave...

Forse sono i suoi coinquilini che rientrano.

Azzardo un'occhiata all'indietro e vedo un... gatto? Perchè c'è un gatto? Non c'erano gatti pochi giorni fa.

Bah.

Dopo qualche altro minuto guardo l'orologio e mi accorgo che è tardi, devo assolutamente tornare a casa se non voglio che i miei, specialmente mio padre, mi facciano una lavata di testa che mi ricorderò fino alla morte.

Però non posso nemmeno lasciare Magnus qui da solo in queste condizioni.

"Hey, quando tornano Ragnor e Raphael?"

"Non lo so"

Interessante. Utile, soprattutto. E adesso?

Prendo il cellulare dalla tasca. Non voglio giocare questa carta, soprattutto per l'interrogatorio che ne seguirà, ma non ho altra scelta.

Premo "chiama" e resto in attesa.

"Chi chiami?"

"Mia sorella... Oh ehi Izzy, pronto?"

"Alec, menomale, si può sapere dove sei?!"

"Sono da... un'amico che ha... bisogno di una mano, non penso di riuscire a tornare per cena, puoi coprirmi con mamma e papà?"

"Certo fratellone, ma... un'amico chi? Com'è? È carino? Lo conosco? Oh, aspetta... sei da Magnus?"

"Puoi risparmiare l'interrogatorio per dopo, per favore?"

"Certo. Ora vado. Divertiteviiii"

Penso di essere diventato color cappello di Grande Puffo, quel "divertitevi" era palesemente un augurio per cose che io non oserei immaginare neanche lontanamente, ma anche se glielo dicessi lei non mi crederebbe e penserebbe chissà cosa...

"Tutto ok?"

"Cosa? Sì, tutto ok. Dai, alzati, mangiamo qualcosa, è ora di cena"

Mi alzo in piedi e tendo la mano a Magnus, che la afferra e si tira su a sua volta.

Mi avvicino al frigorifero e lo apro per vedere cosa c'è.

E... non c'è niente. Più vuoto della testa di Jace.

No, forse qualcosa c'è. Ci sono delle uova e degli spinaci.

E omelette di spinaci sia!

Solo in quel momento mi accorgo di avere ancora la mano stretta intorno a quella di Magnus.

Mi affretto a lasciarla, mentre sento le mie guance imporporarsi.

Deve essere una qualche malattia, non è possibile che io arrossisca ogni tre secondi!

Under Pressure || MalecDove le storie prendono vita. Scoprilo ora