Capitolo 12

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Parcheggio nel garage della casa dei miei genitori.

Per tutto il viaggio non ho fatto altro che chiedermi perchè.

Perchè ho reagito così? Perchè Magnus ha reagito così a quella semplice canzone? Perchè ho permesso a qualcuno di dormirmi addosso?

So che può sembrare strano, ma non sono un grande fan del contatto fisico. Con Jace mi ci sono voluti mesi per non strangolarlo ogni volta che violava il mio spazio vitale.

Clary, poi, è anche peggio. Proprio non le va giù questa cosa di me.

Per fortuna Simon ha capito l'antifona e si tiene alla larga. Non credo che voglia morire giovane.

Eppure, ho permesso a Magnus, che conosco solo da un paio di mesi, di dormirmi addosso come se nulla fosse.

Cosa mi sta succedendo?

"Alec, eccoti! Eri da Magnus, vero?"

Isabelle. Ovviamente.

"Sì, ero da Magnus, e so di aver fatto tardi"

Sono già psicologicamente pronto alla lavata di testa che mi faranno i miei per aver violato il coprifuoco.

Che poi, quale genitore impone come coprifuoco le 19:00?! Bah.

"Alec, ma non ti ricordi?! Stasera mamma e papà sono a una cena di lavoro e Max dorme a casa del suo amico. Siamo liberiii!"

In effetti, adesso che ci penso, è vero.

Ecco perchè non c'era la seconda macchina di papà in garage.

"Io vado da Clary - dice Isabelle - e ti direi di andare da Jace, ma credo che faresti meglio a tornare da Magnus. O ad andare da Lydia, non sta molto bene in questi giorni."

Lydia, è vero! Chissà cosa doveva dirmi, in questi giorni non ho avuto nemmeno un secondo per pensare a qualcuno che non fosse Magnus...

Credo proprio che andrò da lei.

***

Dopo una rapida cena a base di pasta cucinata male esco di casa per andare da Lydia.

Mentre percorro il breve tratto di strada che separa le nostre case non posso fare a meno di chiedermi cosa mi voglia dire.

Fino a quest'estate era tutto ok, poi alla festa è scoppiata a piangere e da allora non mi ha quasi più rivolto la parola.

Mi evita apposta, e questo mi dispiace perchè è mia amica e le voglio bene.

Devo scoprire cos'ha.

Una volta arrivato davanti a casa sua suono il campanello e sua madre mi apre la porta.

"Oh, Alec! - esclama - è da tanto che non ti vedo, come stai?"

La mamma di Lydia è una signora sui quaranta, con i capelli castani e gli occhi azzurri. Ha i lineamenti identici a quelli della figlia.

"Buonasera signora Branwell, scusi se la disturbo a quest'ora, ma vorrei parlare con Lydia se è possibile. Comunque io sto bene, grazie, e lei?"

"Tutto bene, grazie. Vieni, entra pure! LYDIAA! C'È IL TUO AMICOOO!"

Sorrido ed entro in casa.

La signora Branwell richiude la porta, poi mi dice: "Io vado di là, tu accomodati. Fa' come se fossi a casa tua"

La ringrazio e la osservo dirigersi in salotto, per poi sedersi sul divano a guardare la tv.

Dato che Lydia non scende, salgo io in camera da lei.

Under Pressure || MalecDove le storie prendono vita. Scoprilo ora