Capitolo 27

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Alexander è stato sfrattato da un paio di settimane, ormai, e proprio non riesco a capire come stia.

Pensavo che sarebbe crollato, che sarebbe stato male, che sarebbe stata una ferita dalla quale guarire insieme, ma Alec mi ha stupito ancora una volta: ogni giorno viene a scuola, ride, scherza, esce con me e con il gruppo, torna a casa di Jace o, qualche volta, a casa mia. Dice che è okay, che questa lontananza gli sta facendo bene, che lo sta aiutando a diventare indipendente.

Ha persino trovato un lavoro: tre pomeriggi alla settimana dà ripetizioni di matematica a ragazzi delle medie e ai primi anni delle superiori.

Non so cosa pensare, ho provato a parlarne con Isabelle, ma nemmeno lei sa cosa fare.

Ognuno prende gli avvenimenti in modo diverso, questo sì, ma se sta male e fa di tutto per nasconderlo, finirà per esplodere; e rimettere insieme i pezzi non è nè facile nè indolore.

Tutto quello che posso fare adesso è restare al suo fianco, qualunque cosa accada. Non lo lascerò solo: alla fine quello che è successo è anche colpa mia, oltre che dei suoi genitori. Non avrei dovuto essere così stupido da pensare che non mi avrebbe sentito parlare a Isabelle dalla camera di fianco. Ed è stato quello a spingerlo a fare coming out con i suoi genitori, che non erano evidentemente pronti.

"Ehy Magnus!" mi saluta Clary, appena arrivata davanti a scuola.

"Ciao Biscottino"

"Hai visto Jace?"

"Stavo giusto per chiederti se lo avessi visto tu, dato che lui e Alexander arrivano insieme"

"Ah, bene. Senti, dato che in spagnolo sei bravo, puoi dirmi se pronuncio bene? Oggi ho l'interrogazione"

"Certo"

Inizia a parlare di qualcosa, credo del Don Chisciotte, ma ho la testa talmente per aria che non riesco a seguire bene il discorso. Da quel che sento, mi sembra che stia dicendo tutto nel modo giusto.

Osservo il traffico, sperando di veder arrivare l'auto di Jace. Davati a scuola passa ogni tipo di mezzo: furgoni, fuoristrada, utilitarie, camion, anche qualche tir. Una volta ho persino visto una limousine rosa shoking. Tuttavia non c'è quella che vorrei vedere.

Nel parcheggio della scuola è appena entrata un'utilitaria di un giallo canarino così brillante che devo quasi staccare gli occchi. Non ne ho mai vista una del genere, qui. Altrove sì, mi seguiva come un'ombra, ma è impossibile che la sua propietaria mi abbia trovato.

"Mags!"

"Hola Simon!"

Distolgo gli occhi dall'auto gialla e saluto Simon. Clary gli ha chiesto se avesse visto Jace, ma nemmeno lui sa dove sia. Probabilmente lui e Alexander arriveranno in ritardo. Di nuovo.

"Bane!" urla qualcuno, in concomitanza con la campanella.

La voce proviene dal mio incubo personale: una donna minuta, con i capelli corti e rossicci e degli sfavillanti occhi nocciola tendenti al dorato.

Alla fine mi ha trovato.

"Chi è?"

"Nessuno, Clary. Nessuno. E voi due non l'avete mai vista, chiaro? Entriamo."

Li spingo dentro l'atrio, dove spero che non possa seguirmi, poso le mie cose nell'armadietto e mi dirigo verso la classe di spagnolo, trascinandomi dietro Clary.

"Ahia Magnus, mi fai male al braccio se mi trascini così! Si può sapere cos'hai?!"

"Niente" rispondo secco, entrando in classe per primo e sedendomi al banco più lontano dalle ampie finestre che illuminano quest'ala della scuola.

Under Pressure || MalecDove le storie prendono vita. Scoprilo ora