Chapter 21

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Harry's pov

Questo ragazzo, Jhon, l'ex della mia ragazza, sono sicuro che era tutto programmato, sapeva che sarebbe venuta e lui era venuto qui e aveva fatto finta di non vedermi ed il modo di presentarsi... Che cazzo ce ne fotte se vieni dalla scuola più prestigiosa della tua città. Adesso siamo in auto per tornare a casa nostra, Emily è seduta sul sedile lato passeggero e l'altro ragazzo dietro. Quando arrivammo sul vialetto, mentre l'auto era ferma Jhon ed Emily scesero ed io spensi il motore e scesi anch'io e lanciai uno sguardo di sfida a lui e ricambiò lo sguardo. Ci avviammo dentro casa e presi la mano di Emily e la strinsi forte facendola guaire dal dolore e così allentai di poco la mia stretta, ci sedemmo in salotto, io e lei sul divano e lui sulla poltrona, i suoi occhi erano puntati su Emily e questo mi dava fastidio, chi cazzo è per mettere gli occhi addosso alla mia ragazza? Solo io posso farlo, mi verrebbe voglia di picchiarlo a sangue anche se non sta facendo nulla di male ma quello che sta facendo basta e avanza, sta filtrando con lei

e chiaramente lei non se ne accorge, dannazione.

"Allora... Che bella casa complimenti."

"Grazie."

"Da quanto tempo vi conoscete?"

"Due mesi e stiamo insieme da quattro."

Risposi io per Emily mentre lei mi guardò con espressione arrabbiata e questo mi fece ridere sotto i baffi.

"Allora... Emy, dobbiamo parlare di tante cose adesso."

Emy. Questo fottuto ragazzo si è permesso di chiamarla come la chiamo io. Adesso lo uccido.

"Oh ma guarda si è fatto tardi, Jhon, non dovresti tornare a quel bellissimo college di Cambridge?"

"Harry?! Che ti prende?"

"Piccola, per favore, non voglio litigare con te. Stanne fuori."

"Già, è vero, sono le 18 e devo andare, ci vediamo ragazzi."

Finalmente uscì di casa e andò via, gli occhi di Emily adesso sono iniettati di sangue, segno che questa serata non sarà andata per niente bene.

Emily's pov

Non posso crederci che Harry abbia fatto una cosa del genere, già non riesco ancora a spiegarmi il suo comportamento di oggi pomeriggio quando dovevamo venire a casa e adesso questo, non è che è geloso? Se si, di cosa?

"Harry perché lo hai fatto?"

"Fatto cosa?"

"Non fare il finto tonto, sai di cosa sto parlando."

"Se ti riferisci a quello di prima non ho fatto nulla, era tutto vero."

"Adesso dovrai darmi delle risposte."

"Va bene."

"Uno. Perché ti sei comportato così oggi pomeriggio? Due. Sei geloso di Jhon?"

"Uno. Mi sono comportato così oggi pomeriggio perché... Non lo so... È scattato qualcosa in me che mi ha fatto reagire in quel modo."

"La gelosia."

"Esatto."

"Avevi pensato che ti avrei lasciato per andare di nuovo con Jhon?"

"Seriamente? Si. Lui è meglio di me, è bello, non tatuato, occhi azzurri, biondo, alto, si adatta perfettamente a te, io non sono fatto per te e sinceramente vorrei sapere come fai a stare con me. Tu dici di conoscermi ma sai realmente che non è così, sapresti che ho fatto tante cazzate in passato e recentemente, sono testardo, vendicativo e per mia sfortuna anche lunatico."

"E protettivo."

"Si, vero ma... Come fai a stare con uno come me?"

"Harry, lo so che ti devo sopportare per tutte le cazzate che fai però amare significa restare. Qualunque cosa tu farai, anche enorme, va bene, litigheremo ma resterò sempre accanto a te."

"Emy..."

"E rispondendo alla tua domanda di prima, io sto con te perché io ti amo e in amore tutto è lecito, amo i tuoi difetti, pregi, io ti accetto per quello che sei. E sceglierei mille volte te. Jhon è stato un ragazzo che ho avuto tre anni fa ma adesso io sto con te e apparterrò per sempre a te."

"Come fai a..."

"Shhh."

Misi il dito indice sulle sue labbra per zittirlo e funzionò, lo tolsi e mi buttai sulle sue labbra e lo baciai. Quando ci staccammo entrambi eravamo senza respiro, Harry si alzò dal divano e andò in cucina a preparare la cena, erano le 19:30, io andai in camera e mi cambiai mettendo qualcosa di più comodo e scesi nuovamente giù. Appena arrivai in cucina trovai Harry con gli occhi che a breve sarebbero scese le lacrime e il labbro inferiore che tremava e se lo morse, non lo avevo mai visto così, che è successo per ridurlo così? Con timore avanzai lentamente verso di lui e mi porse il mio telefono, la chiamata era già partita e sul display c'era un numero sconosciuto quindi con esitazione lo portai all'orecchio, la voce che sentii dall'auto parlante mi fece fermare il respiro. Era mia madre.

"Pronto?"

"Emiliana? Adesso fai anche rispondere Harry al tuo telefono?"

"Mi stavo cambiando."

"Gli ho detto una cosa e penso che ci sia rimasto male, non è vero?"

"Già. È uno straccio lo dovresti vedere."

"Bene, sarà lui a dirtelo."

"Harry, di che sta parlando?"

"Piccola, attacca, te lo dirò senza che senta tua madre."

"No, voglio sentirlo anch'io quando ce lo dirai Harry."

"Harry, che mi stai nascondendo?"

"Tua madre... Tua madre è andata a parlare con la direttrice del college e..."

"Vai avanti."

"Sei stata riammessa ma io no, non potrai più rivedermi e dovrai stare al dormitorio."

"Mamma! Come hai potuto?"

"Lo ho dovuto fare per il tuo bene figlia mia."

"Ti odio."

"Emiliana non osare ad..."

Attaccai il telefono e posai lo sguardo su Harry, ormai le sue guance erano rigate dalle lacrime e si stava mordendo il labbro e mi unì anch'io a lui piangendo e strinse le sue braccia intorno a me stringendomi a lui.

"Scusami piccola. Scusami."

"Non è colpa tua Harry, è colpa di mia madre."

"Non vogliamo perderti."

"E nemmeno io voglio farlo."

"Sai che ti dico? Scapperemo da Londra e nessuno saprà mai dove ci troveremo."

"Va bene. Sono con te. Quando si parte?"

"Domani?"

"Si, perfetto. Faccio le valige."

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Ciao ragazzi, ecco qui il capitolo.

Ho fatto dare una svolta al racconto facendoli andare via da Londra e si trasferiranno, chissà dove però. Per scoprirlo continuate a leggere.

Alla prossima.

Ila.

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