Mi svegliai a causa della vibrazione di un cellulare, era quello di Harry, per fortuna quel fastidioso suono cessò dopo alcuni secondi, la stanza era lievemente illuminata dalla luce del giorno, guardai l'ora nel mio display del telefono, erano le 7:15, troppo presto per scendere dal letto, mi girai verso Harry che stava dormendo beatamente, della sbronia di ieri sera non ce n'era più traccia, sembrava un'angelo caduto dal cielo e questo è solo mio. Solo mio.
Ammirai il suo viso sereno e le labbra leggermente dischiuse e gli occhi chiusi e sentivo che russava leggermente, una soave melodia che mi stava cullando, a momenti sarei crollata di nuovo a dormire ma resistetti. Portai la mia mano sulla sua testa e cominciai a muoverla su e giù e notai sulle sue labbra era spuntato un sorriso debole mostrando le fossette, poi quando aprì gli occhi tolsi immediatamente la mano dai suoi capelli e mi sedetti composta sul letto a gambe crociate mentre arrossivo."Emy, che bel buongiorno."
"Scusa."
"Per cosa?"
"Per prima..."
"No... Era bello."
"Dobbiamo parlare. Di ieri sera."
"No Emy, ti prego."
Mi supplicò e vidi chiaramente la preoccupazione nei suoi occhi.
"Harry, devi dirmelo o se no non posso aiutarti."
"Non so nemmeno da dove iniziare..."
"Ne parleremo più tardi allora se non vuoi parlare ora."
"No. Va bene, ti dirò tutto."
"Ok, comincia quando ti senti pronto."
"Allora... Ieri mattina come tu sai sono uscito di casa perchè dovevo fare delle commissioni, le dovevo fare veramente..."
Non so se questa cosa andrà a finire bene...
"Che dovevi fare?"
"Dovevo pagare dei debiti con dei miei vecchi amici."
"Oh."
"Tanto tempo fa, prima che conoscessi te, che questo sia sottinteso, ero un ragazzo che si metteva sempre nei guai, e con la mia banda di amici combinavamo di tutti i colori alle persone, poi un giorno chiesi i prestito dei soldi ad uno di loro, lui me li diede e non volle nulla in cambio, poi da uno sono passati a due, poi tre e quattro, insomma dovevo alla fine il denaro datomi ad ognuno di loro."
"Ma se avevi detto che loro te li avevano dati senza alcun problema?"
"Era così, ma poi il boss del gruppo ha deciso così."
"Continua."
"Dopo anni, ovvero ieri, gli ho dato quello che mi avevano dato, loro avevano arichitettato ogni cosa, come sempre del resto, eravamo andati in un pub, il 'Ray's Pub', ci eravamo presi un bicchiere a testa, e come tu sai io non bevo alcol ma quella sera sono stato costretto, era come una specie di... Non so... Una piccola vendetta da perte loro per quello che avevo fatto. Avevo ordinato un bicchiere d'acqua ma loro lo annullarono e ordinarono un bicchierino di vodka, in quel momento pensai un bicchiere non mi farà male e così l'accolsi e lo mandai giù, dopo uno diventarono due, poi tre, quattro, cinque e così via, quando avevo bevuto il nono bicchiere non ricordai più quello che stava accadendo intorno a me, sembravo smarrito ed infatti anche ora non ricordo ciò che era accaduto."
"Harry, mi dispiace un casino di avertelo fatto dire, pensavo che mi stessi lasciando mentre ero in queste condizioni."
"Non lo farei mai piccola, credimi."
"Lo so."
"E lo sai che ti amo."
"Lo so. Anch'io ti amo."
Dopo quello ci baciammo mentre lui mi cingeva i fianchi con le sue braccia ed io portai le mie mani nei suoi capelli, ci staccammo e lui poggiò la fronte sulla mia.
"Non posso stare senza di te, sei come l'aria, senza questa non puoi vivere, sei come il mare, immenso e se ti butti non sai mai che succederà, è misterioso, tu sei misteriosa, ma è per questo che mi sono innamorato di te."
"Wow come siamo romantici."
"Non è vero."
"No, mica, quello che hai appena detto, questa ne è la prova."
"Non è nulla."
"Se per te questo non è nulla, per me questo allora è tutto."
"Ti amo Emy."
"Anch'io Harry."
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Ciao raga, ecco qui il capitolo.
Ila.
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Change | HS fanfic
Teen FictionEmily White, una ragazza di 18 anni che viveva a New York ma si è trasferita a Londra con la sua famiglia per il lavoro della madre. Lei è precisa, ordinata, socievole, ha avuto anche lei dei problemi in passato ma che aveva risolto senza problemi...