Harry's pov
Emily e sua madre sono andate via di casa ed io sono distrutto, lei ha portato via ogni cosa di me, perfino il mio cuore, adesso ho una voragine nel petto che non si chiuderà se non vedo la mia Emily al mio fianco, ma sono stato io a portarla all'odio, perché pensavo fosse la cosa giusta per lasciarla andare ma adesso ho capito che ho sbagliato, ho sbagliato a lasciarla andare così senza niente e adesso vorrei averla tra le mie braccia mentre le ripeto che l'amo e stringerla ma non è così. Lei non è qui con me e anche se volessi chiedere perdono, non credo che me lo dia dopo quello che le ho detto, la ho ingannata per farla andare via da me ma adesso che cosa è servito? Per provare che cosa si prova nel soffrire? Bè, ho imparato la lezione e adesso vorrei averla veramente qui con me. Perché sono stato così stupido? Lei per me è tutto e me la sono fatta portare via da sua madre. Dio quella donna quante cose le direi... Adesso sono sul letto sdraiato mentre fisso il soffitto che sembrano ore, poi distolsi lo sguardo e lo poggiai su dove dormiva Emily, il suo cuscino odora ancora di lei e me lo portai al petto e scoppiai a piangere mentre odoravo il suo odore, mi sembra essere uno sfigato perché sto piangendo per amore ma anch'io sono un essere umano e piango ma non mi succede sempre e per me è tutto così nuovo.
"Emily... Quanto vorrei averti qui con me..."
Emily's pov
Sono tornata a Londra e siamo sulla strada per il college, stavo guardando fuori dal finestrino e mi scese una lacrima al pensiero che Harry avesse potuto fare una cosa del genere, mi ha davvero ingannata in tutto questo tempo, lui mi ha solamente usata per portarmi a letto, che sciocca sono stata nel cascare nel suo tranello ma devo ammettere che ero stata bene, mi sentivo completa per la prima volta, una mano si poggiò sulla mia coscia e mi girai nella direzione della mano, era mia madre, ero così abituata a quando lo faceva Harry che... Emily, basta. Basta. Harry fa parte del passato, ti ha mentito e ha usato il tuo corpo solo per divertimento quindi basta, pensa al futuro e basta.
"Emily, siamo arrivati."
"Ok."
Scesi dall'auto e mi faceva strano percorrere di nuovo quel sentiero, varcai l'entrata e mi trovai la direttrice di fronte a me con un sorriso stampato in volto.
"Emily, bentornata!"
"Grazie signora direttrice."
"Ecco a te la chiave del dormitorio."
"Certo."
Presi la chiave dalla sua mano e mi recai verso le stanze, era la stessa del dormitorio di Harry, bè, ora mia dato che lui e a Boston, la aprii con mano tremolante e appena si aprì le mie narici furono invase dall'odore di Harry, chiusi la porta dietro di me a chiave, caddi sulle ginocchia e scoppiai a piangere, dio se mi mancava Harry, non posso negarlo, mi manca un sacco, mi manca il suo modo di parlarmi, di guardarmi, le sue labbra sulle mie, le sue mani, i suoi occhi, tutto di lui, ma dopo quello che ha fatto... Non sarà così facile per farsi perdonare. Mi distesi sul letto dove dormiva Harry ancora piangendo e presi il suo cuscino e me lo portai al petto.
"Harry... Perché lo hai fatto? Perché dovevi usarmi per i tuoi stupidi giochi? L'avevo anche detto di non fare giochi con me ma tu lo hai fatto lo stesso. Come farò a perdonarti dopo quello che mi hai fatto?"
Che stupida, sto parlando da sola pensando che lui possa sentire ciò che dico ma è strano da dire ma è così, lui sente anche se è distante da me, lo stesso dolore che ho io lo avrà anche lui, o almeno credo...
[...]
Primo giorno.
Sto dormendo sul letto sognando che tutto ciò che era successo era solamente uno stupido incubo ma non è così, aprii gli occhi e notai che le lacrime si erano ormai asciugate, mi alzai dal letto e mi diressi in bagno e mi osservai allo specchio, una ragazza dagli occhi azzurri arrossati per il pianto di ieri sera, i capelli castani sono tutti spettinati e ribelli, presi un codino e li fermai con la coda, quella mattina non ero dell'umore adatto per truccarmi, uscì dal bagno e mi vestii con un paio di leggins neri, una felpona grigia e converse bianche basse, presi la borsa con i libri e mi avviai in classe, prima ora inglese. Quando arrivai in aula non c'era ancora nessuno e mi sedetti nei posti dell'ultima fila, dopo qualche minuto arrivò una ragazza dal volto famigliare. Khate.
"Ma guarda chi si rivede, la sguatterina."
"Khate, non sono dell'umore adatto per litigare."
"Che è successo? Harry ti ha lasciata?"
"Peggio ancora... Mi ha solamente usato per gioco. Voleva portarmi a letto, tutto ciò che realmente gli interessava era il mio corpo."
"Oh, mi dispiace tanto Emy. Ma ti assicuro di una cosa, Harry lo conosco da anni e so per certa che non farebbe mai una cosa del genere, non è da lui."
"Me lo ha detto lui stesso."
"Oh."
"Già... Che devo fare Khate? Mi manca da morire e adesso non so che fare..."
"Ok, dove si trova ora?"
"A Boston."
"Lontano da qui è?"
"Già. Che devo fare allora?"
"Segui i miei consigli e te lo dimenticherai immediatamente. Primo consiglio. Cancellati il suo numero."
"Cosa? No!"
"Emily, vuoi darmi retta o no?"
"Si ma questo non lo farò mai."
"Allora vuoi tornare con lui?"
"No."
"Bene allora cancellalo."
"Va bene."
Presi il mio cellulare e da cancellai il suo numero, o almeno per Khate era così, in realtà l'ho tenuto, a dire il vero non so perché.
"Fatto."
"Bene."
"Poi?"
"È arrivato il prof."
"Oh, ok."
Harry's pov
[...]
Primo giorno.
Mi sono svegliato e guardai l'ora, sono le 7:20, cazzo, sono in ritardo! Mi alzai dal letto e mi diressi immediatamente in bagno, mi lavai e uscì di nuovo per vestirmi, andai in cucina e bevvi una tazza di caffellatte al volo e presi le chiavi dell'auto e mi fiondai subito al college. Quando arrivai parcheggiai l'auto e corsi immediatamente verso l'entrata della scuola e per miracolo arrivai puntale a lezione, prima ora letteratura. Dopo cinque snervanti ore andai finalmente a casa e mi buttai sul letto a peso morto e mi addormentai.
[...]
Dopo due ore di sana dormita mi svegliai e andai al piano di sotto per uscire di casa per fare una passeggiata. Per strada c'erano tante coppiette felici che si tenevano per mano e altri che si baciavano ed io distolsi velocemente lo sguardo, potrei do nuovo piangere a momenti come un demente solo vedendo qualcosa che ricordi lei. Che cosa straziante però... Io sono qui a Boston mentre lei è tornata a Londra e siamo lontani ore di strada, che bello però... Me lo sono meritato, ho fatto questo grave errore che però adesso me ne sto pentendo amaramente.
"Mi dispiace tanto piccola, vorrei tanto chiederti milioni di volte perdono."
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Ciao raga, ecco qui il capitolo.
Alla prossima.
Ila.
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Change | HS fanfic
Roman pour AdolescentsEmily White, una ragazza di 18 anni che viveva a New York ma si è trasferita a Londra con la sua famiglia per il lavoro della madre. Lei è precisa, ordinata, socievole, ha avuto anche lei dei problemi in passato ma che aveva risolto senza problemi...