Tranquillità

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È mattina, il sole splende come non mai su queste terre e sto vagando da un pò in giro per il bosco. Non ho trovato nulla di eclatante oggi, nessuna erba particolare, nessun fiore che attirasse la mia attenzione nè una bacca così strana da farmi avvicinare. È tutto costantemente silenzioso, come ogni giorno, a ogni minuto e a ogni ora. Capisco perchè la mamma ci trovava una certa pace quando era malata, può essere rasserenante ma, allo stesso tempo, farti sentire un pò sola. So che ho mio fratello sempre in giro ma... ormai lui ha poco tempo da passare con me e quando ne ha o è stanco o non ha voglia di parlare perchè fare le ronde lo innervosisce. Eppure, non posso dargli alcuna colpa, lo sta facendo per noi ma sopratutto per me. Per vedermi al sicuro e felice quindi... credo che io debba solo aspettare. Si! Aspettare che tutto migliori, non potrà andare sempre così o sbaglio?

Sospiro, devo smetterla di farmi domande a cui non troverò mai una risposta e devo anche smetterla di parlare con il mio subconscio. Sembro impazzita. Però, ammetto che è da molti giorni che non parlo neanche con Dezel... è che ho paura di riempire la sua testa con i miei pensieri, lo vedo già troppo impegnato a pensare a sè stesso e so bene che alla fine siamo entrambi nella stessa situazione. Parlare sempre delle stesse cose non fa bene a nessuno dei due.

Alzo gli occhi e vedo dove i miei passi mi hanno condotta, perdermi nei pensieri potrebbe cacciarmi nei guai un giorno. Fortunatamente, non sarà questo. Sorrido malinconica, sono nel luogo in cui papà ha sepolto la mamma, voglio pensare che non sia solo un caso. Mi siedo vicino al cumulo di terra e porto la mia coda in avanti accarezzandola. Forse mi farà bene restare un pò con lei.

"Ciao mamma..." Sussurro. "Non so se mi senti e non so nemmeno cosa dirti effettivamente... ho solo voglia di parlarti come quando eri qui. Purtroppo so che non potrai dare risposta alle mie domande, ma conto sul fatto che tu ci stia osservando e che tu abbia visto tutto il nostro lungo viaggio che abbiamo affrontato con papà. Ammetto che è stata dura, ma ce la siamo cavata, vedere papà lottare da così vicino è stato... wow." Ridacchio leggermente. "Davvero non so spiegarlo! Anche dargli una zampa è stato bello, solo che abbiamo avuto molti più nemici di quanti immaginavo." Piego la testa. "Ah, visto che credo che tu abbia assistito a tutto, voglio dirti che non devi preoccuparti per Bulgraf. Sappiamo tutti che non volevi fargli quello che gli hai fatto, lui era molto arrabbiato ma è normale, ora però è tornato dalla sua compagna e potrà abbracciarla senza timore." Muovo un pò la coda e ritorno triste. "Sai? È anche passato più di un mese da quando ci siamo allontanati da papà, credo che qui stiamo facendo un buon lavoro ma... ho paura. Vorrei tanto percepire, sentire a che distanza si trova papà, vorrei sapere se sta bene, se ha trovato la strada giusta per riportarti da noi, vorrei davvero vederlo ritornare, abbracciarlo forte e passare tutto il resto del tempo con lui. Durante il viaggio abbiamo provato a capirci e, ammetto, che un pò ci siamo riusciti ed ora la sua mancanza la sento in profondità. Sento scorrere nelle mie vene lo stesso timore che avevo quando finì intrappolato in quella runa." Alzo lo sguardo dalla tomba e guardo dritto. "Però non è più comparsa quella lupa dagli occhi rossi e se non è qui a darci il suo aiuto, voglio sperare che sia un buon segno nei confronti di papà. A proposito di ciò, chissà se tu conoscevi questa strana lupa, papà ha detto di non conoscerla. Ma se è così allora perchè ci ha aiutati?"

Sento dei passi, drizzo le orecchie e mi volto. Vedo Dezel camminare con lo sguardo basso in questa direzione, quando lo alza per capire dove fosse, mi nota. "Hoxy, che ci fai qui?"

Gli sorrido. "Potrei farti la stessa domanda."

Si siede al mio fianco. "Ero di ronda, mi sono un attimo distratto e le mie zampe mi hanno condotto qui."

"Ti sembrerà strano, ma è successa la stessa cosa anche a me."

Porta avanti lo sguardo. "Forse la mamma aveva voglia di vedere entrambi."

Annuisco. "Si, ma credo se ne sia pentita visto quanto ho parlato." Rido.

Ride anche lui. "Non credo, a lei piaceva ascoltarci e darci consigli. A volte anche io mi fermo qui, in silenzio o a parlare. Mi è indifferente, mi fa solo sentire bene stare vicino a lei."

"Ti capisco." Guardo avanti con un leggero sorriso.

Dezel appoggia la testa sulla mia spalla e sospira. Abbiamo entrambi lo sguardo nella stessa direzione, quel silenzio è più importante di mille parole. Sentire il mio cuore e il suo battere insieme nel silenzio mi infonde tranquillità e coraggio. Forse non è tanto il legame di sangue o l'essere gemelli ad unirci, ma qualcosa di più importante che al momento non so spiegare ma mi fa stare bene, una vera e propria tranquillità ed è questo che conta.

Dezel:
Siamo rimasti lì in silenzio per molto tempo a guardare il panorama di fronte a noi, uniti e vicini a nostra madre come un pò di tempo fa. Ma ora, per quanto mi dispiaccia distruggere questo momento, è proprio ora di fare ritorno alla tana. Alzo la testa dalla sua spalla e lei volta subito il capo nella mia direzione.

"È ora di tornare alla tana." Le sussurro per non rovinare del tutto quel momento.

Lei mi annuisce. "Andiamo."

Guardiamo un'ultima volta il posto in cui giace nostra madre e facciamo ritorno al nostro luogo sicuro. Camminiamo tranquilli e felici, ci voleva proprio, avevamo bisogno di staccare un pò da tutto.

"Dimmi un pò, che hai cacciato di buono?" Interrompe il silenzio sorridendomi.

"Un cervo, spero ti sazi."

"Mi sazierà sicuramente, non sono una lupa ingorda."

"Oh, io ricordo di si." Ridacchio.

Lei alza gli occhi al cielo. "Smettila di prendermi in giro."

"Andiamo, sai che non lo faccio con cattiveria." La spingo leggermente. "E poi io ricordo che quando papà portava una preda tu eri la prima a tuffartici sopra."

"Solo perchè papà cacciava delle prede davvero deliziose." Sorride. "Non so perchè ma erano davvero buone, avevano qualcosa che le rendevano buonissime."

Annuisco. "Si, lo ricordo. Forse non era tanto il loro sapore ma il contesto in cui eravamo. Tutti insieme, felici, e con una bella preda sotto il nostro muso. Probabilmente era quello a renderla deliziosa."

Annuisce. "Sai? Credo proprio che tu abbia ragione. Potremmo rendere delizioso anche il cervo che hai caccito tu allora. Basta che restiamo felici."

La guardo. "Ci sto." Riprendo il passo più veloce. "Su dai affre-" Mi tappa improvvisamente il muso con la zampa. "Ho... mmh!"

Mi fa segno di stare zitto e mi indica la nostra tana da lontano, vedo una coda a noi sconosciuta. C'è qualcuno in casa nostra! Appena si accorge che me ne sono reso conto toglie la zampa dal mio muso. Guardo attentamente quella coda e faccio un passo indietro restando in silenzio. Quella non è la coda di papà e nemmeno quella della lupa dagli occhi rossi. Non pensavo che qualcuno avesse mai raggiunto queste terre, cosa dovrò fare? Come dovrò agire? Ma, sopratutto, chi è quel lupo?

La Scintilla: Ovunque tu andrai [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora