Frugo nella mia valigia in cerca dei tacchi Louis Vuitton, mentre le risate dei miei genitori si mischiano a quelle di Noah nel salotto.
Non appena sento la porta spalancarsi alle mie spalle sobbalzo, credendo si tratti di mia madre che voglia chiedermi spiegazioni per ciò che è successo, mentre io maledico mentalmente il giorno in cui ho accettato la proposta di Alex di sposarci in comune prima del matrimonio.Non penso che il divorzio sarà un colpo per lui, dato che sarebbe stato Alex a chiedermelo per come sarebbero andate le cose se non avessi saputo la verità, anche se sarebbe stato imprigionato a prescindere prima del mio arrivo.
Mi viene la pelle d'oca pensando che possa capire di essere padre di due gemelli, ma non è poi così difficile arrivarci, dato che Noah e Ryan gli assomigliano davvero tanto, anche se farò di tutto pur di fargli credere che lui non ha niente a che fare con loro.
Caccio un sospiro di sollievo quando mi accorgo che è solo Ryan a entrare e, senza spiaccicare parola, si siede sul letto affianco alla grossa valigia, guardandomi dritta negli occhi nel modo inquietante in cui solo lui sa fissare.
«Amore, ti serve qualcosa?»-scuote la testa mentre lo guardo di sottecchi e per la prima volta non mi rimprovera per aver usato un nomignolo.
«Non riesco ad allacciare la scarpa.»-alza una gamba mentre abbassa la testa e capisco che gli è costato tanto venire a chiedere un aiuto, quindi cerco di non ridere, mentre mi piego in avanti rubandogli un lungo bacio sulla guancia.Ha un forte caratteraccio, tanto che talvolta mi sembra di avere di fronte lui in miniatura, con il solito broncio e la tipica espressione cipigliata di un uomo che ha vissuto tante avventure spiacevoli.
Ma questo è anche uno dei motivi per cui sono terrorizzata e sempre meno convinta del fatto che sto nascondendo a Ryan la verità: la prenderebbe davvero male e ha una testa talmente dura che non mi perdonerebbe mai, e al solo pensiero il cuore mi sale in gola e le mani sudare mentre gli sistemo le scarpe.
Lo guardo dalla testa ai piedi con addosso una camicia e un paio di pantaloni che gli sono stati regalati da Louis, per poi passare le dita tra i suoi ricci per aggiustare il cespuglio che si ritrova sulla testa.
«Usciamo.»-prendo la borsa con una mano, per poi ritornare in salone, dove trovo mio padre e Noah sul divano a tifare per il Manchester.
«Noi andiamo.»-attiro l'attenzione dei presenti, per poi guardare attentamente l'orologio intorno al polso: Chris mi ha inviato l'indirizzo della location, anche se non le ho promesso di ritornare.
Sarà una sorpresa per tutti, ma oggi non voglio rovinare la giornata della mia amica e mi limiterò a salutare i miei vecchi amici, anche se con alcuni è davvero da tanto tempo che non mi sono sentita.
L'unica che ha davvero insistito a parlarmi è stata Tiara, minacciandomi che si sarebbe trasferita in Italia se non le avessi risposto al telefono, mentre a John ho subito aperto la chiamata, sentendomi terribilmente in colpa di non poter dire la verità.Sono stata considerata pazza per essere fuggita dalla Chiesa senza parlarne con nessuno, ma mi vergognavo di far notare agli altri che ero stata troppo ingenua di nuovo e che avevano avuto tutti ragione nel dirmi che lui non era per me.
«Ti dobbiamo parlare.»-mia madre fa un passo avanti, ma alzo un braccio a mezz'aria immediatamente per fermarla, sapendo già che qualsiasi cosa esca dalla sua bocca, sicuramente non mi renderà felice, ma sono abbastanza stanca da non voler sentire brutte notizie.
«È stato un lungo viaggio.»-sospiro, mentre guardo fuori dalla finestra, notando che è già buio e siamo in un ritardo tremendo.
«Va bene. Ti porto io.»-mio padre la guarda di sottecchi, quasi per dirle di non affrettarsi, e lo ringrazio mentalmente, per nulla curiosa di ciò che vogliono dirmi.
Mi avvio per prima verso la porta con Noah in un braccio e afferrando la mano di Ryan, che si allontana subito dopo sbuffando.«State attenti.»-mia madre ride ai gemelli, per poi rivolgermi un'occhiata d'intesa non appena varco la soglia d'ingresso, seguita da mio padre.
Respiro l'aria fredda che mi circonda e rabbrividisco, quindi mi affretto ad entrare in macchina prima che uno dei due inizi a starnutire. Non voglio ritornare Italia con due gemelli che hanno il raffreddore, soprattutto per il poco tempo che avrò al ritorno.
Ho preso una pausa di poche settimane e non posso deludere il primario dell'ospedale, dopo aver ottenuto il mio posto con tanta fatica e con l'aiuto di un vecchio insegnante universitario, il quale è riuscito a riconoscermi dopo anni.
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Sei Mia, Ragazzina! 2 || ©Tutti i Diritti Riservati
ChickLit◼ TUTTI I DIRITTI RISERVATI! √ Completa Sequel di " Sei mia, ragazzina!" Era una secchiona timida e noiosa, ma fece innamorare l'uomo più ricco, stronzo e tatuato del Bronx.