Capitolo 12

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«Tre e mezzo!»-mi affretto a mentire spudoratamente, anche se è palese che Noah e Ryan abbiano più di quattro anni per il modo pulito in cui parlano.


Il cuore mi sale in gola quando l'espressione di Ash rimane ancora turbata, mentre fissa mio figlio con la fronte aggrottata, ma Ryan continua a non darci retta, quindi attiro l'attenzione del cameriere rapidamente:


«Per me una Waldorf Salad.»-mi schiarisco la voce sentendo due paia di occhi addosso, che faccio di tutto pur di non incrociare.


Non mi sembra che Alex abbia dubitato qualcosa finora, ma l'intervento di Ash non ci voleva e temo che l'uomo di fronte a me abbia la stessa espressione del mio amico in questo momento.


«Per me una capricciosa.»-Jessica sembra capirmi e prende la parola, mentre in tavola cade il silenzio. Il tavolo è quasi attaccato a una grande vetrata, quindi ne approfitto per fissare le goccioline di pioggia bagnare il vetro, mentre la gente si affretta a spostarsi sul marciapiede con degli ombrelli che mantengono con difficoltà per colpa del vento.


Il suo sguardo continua a bruciarmi sulla pelle, mentre fingo di essere più interessata al brutto tempo, ma non riesco a resistere e lo becco guardarmi con la coda dell'occhio: vorrei urlargli di smetterla di fissarmi in quel modo, ma passa la lingua tra le labbra più volte, costringendomi a portare gli occhi sulla sua bocca.



Si avvicina lentamente, sovrastandomi con tutta la sua altezza. Non posso negare di essere più spaventata da lui che dagli altri cinque, che lo incoraggiano fischiando.


Lo guardo con disprezzo, mentre la sua mano prende il posto di quella dell'altro uomo. Poggia le dita dell'altra intorno al mio collo e mi attira a sé.


Deglutisco senza guardarlo negli occhi.


«Dacci spettacolo, coglione!» urla qualcuno.


Sollevo la testa, ma non faccio in tempo a supplicarlo che la sua bocca spinge contro la mia, facendomi sospirare per la sorpresa.


Gemo e cerco di allontanarmi, ma mi ingabbia contro la parete, con le braccia ai lati delle mie spalle.


Lo sento alleggerire la presa, ma solo per aprire le labbra e accarezzare le mie con la sua lingua.


Chiudo gli occhi, arrendendomi e lasciando che assapori la mia bocca. Come se fosse esperto, intreccia la sua lingua alla mia, mentre le mie narici si riempiono del suo profumo e la mia bocca del suo sapore.


Del sapore di Alex.



Scuoto lo testa e ritorno alla realtà quando la voce stridula di mio figlio supera quella dei clienti che ci circondano.


«Sei un supereroe?»-Alex distoglie gli occhi dalla mia figura, facendomi riprendere a respirare, per poi rivolgere la sua attenzione a Noah, corrugando di nuovo la fronte alle sue domande esasperanti.


«Hai i muscoli.»-Noah si spiega, per poi starnutire subito dopo, poggiando una mano sulla sua spalla, mentre mi trattengo dall'alzare gli occhi al cielo, capendo che la prossima meta, appena fuori da questa pizzeria, sarà la farmacia.


Mentre sbuffo mentalmente, rendendomi conto di quanto facilmente prenda il raffreddore Noah, non posso fare a meno di non capire perché siano entrambi così incuriositi da Alex: è vero che è difficile non notarlo per la sua aria da uomo arrogante e la sua corporatura possente, ma non posso permettere ai miei figli di affezionarsi a un mostro spietato.


È dal primo giorno che abbiamo messo piede alla villa che Alex ha mostrato di odiare i gemelli, anche se non sa che sono suoi figli. Il tempo di permanenza qui nel Bronx si sta prolungando più del dovuto, ma più tempo trascorro a dieci metri di distanza da Alex, più persone si avvicinano alla verità. Prima mia madre non ci ha pensato due volte prima di sbattermi in faccia la realtà, dicendomi che mi sono rovinata la vita, lasciandomi capire che continuerò a farlo se nascondo ad Alex di essere il padre di Noah e Ryan, ma ora temo che anche Ash abbia delle domane da pormi.

Sei Mia, Ragazzina!  2 || ©Tutti i Diritti RiservatiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora