Capitolo 11

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«Tesoro, me ne posso occupare io.»-alzo gli occhi al cielo alle parole di mia madre. L'ultima volta che me lo ha detto non mi ha dato un motivo per fidarmi di nuovo: fortunatamente Giulietta era arrivata a salutarmi prima che Noah combinasse qualcosa in cucina e Ryan chiudesse l'apertura della lavatrice.
«No, mamma.»-mi affretto a risponderle, per poi lanciare un'occhiata verso il corridoio, aspettando l'arrivo dei gemelli.
«Stamattina mi rivedo con Ash.»-dico entusiasta, volendo rivederlo dopo tanto tempo: Jessica mi ha spiegato che Ash aveva da sbrigare degli affari prima di tornare a passare un po' di tempo nel Bronx insieme a lei, ma, a prescindere dal bene che voglio alla mia amica, avrei preferito vedere Ash al suo fianco.
È forse uno dei vecchi migliori amici con cui ho parlato di meno in questi anni e ogni volta che lo faccio sembra sempre più stanco e scocciato, mentre Jessica è rimasta la stessa donna allegra dell'ultima volta che l'ho avuta di fronte prima di partire per l'Australia.
Il suo matrimonio ha lasciato l'amaro in bocca a tutti gli invitati, soprattutto ad Annarita, che è venuta a sapere dell'omosessualità del nipote, a Tiara che si è ubriacata fino a confessarmi che Giulietta è figlia di Alex. Da quel momento pensavo alle ultime parole che avrei sputato in faccia ad Alex per fargli capire di non volerlo più vedere, ma il giorno dopo mi sono svegliata con la testa all'incavo del suo collo e le gambe intrecciate alle sue.
«E voglio che conosca i gemelli.»-concludo, mentre mia madre butta un panno sul ripiano della cucina, schiarendosi la voce.
Mi vengono i brividi quando assume quest'espressione perché vuol dire che vuole chiedermi sicuramente qualcosa che ha a che fare con Alex e i gemelli.
Non credo che la nostra vicinanza le sia stata indifferente: mi lanciava continue occhiate insieme alla madre di Alex, il che mi ha davvero dato fastidio, soprattutto quando ho notato che ridevano sotto i baffi.
Non voglio che si illudano: non riesco nemmeno a guardare Alex in faccia per quanto lo odio e qualsiasi cosa mia madre e Clelia abbiano in mente, sarò la prima a impedire che ci sia un qualsiasi riavvicinamento tra me e quello stronzo di cui mi sono fidata per anni. Mi schiaffeggio mentalmente per i momenti di debolezza di ieri sera, ma mi rendo conto anche che è stata la prima volta che ho passato più di cinque secondi con lui dopo un lungo periodo ed è normale che mi sia sentita a disagio.
Il mio unico intento è quello di partire il prima possibile, prima della prossima chiamata di Louis, con dei fogli firmati in mano.
Ed è per questo che stasera mi devo preparare ed essere il più elegante possibile.
«Non ho intenzione di dirglielo, mamma.»-sussurro con un tono distaccato, quasi minaccioso.
Continuo a pensare che Alex non sarebbe capace di fare il padre, ma anche lui ne è consapevole, dato che non ha avuto il coraggio di dire a sua figlia dopo 15 anni la verità, anche se una parte di me dice che sarebbe comunque meglio che lo venga a sapere da me, però non perché abbia il diritto e il dovere di assumersi le sue responsabilità, ma per la reazione che potrebbe avere se qualcun altro mi anticipasse o lo venisse a sapere da solo.
Al solo pensiero mi vengono i brividi, ma mia madre mi aiuta a cacciare le immagini dell'espressione furiosa di Alex dalla testa:
«Nemmeno io ho intenzione di vedere mia figlia fare di testa sua, rovinandosi la vita.»- alzo la testa di scatto alle sue parole, sorpresa dal tono di rimprovero di mia madre. Lei non sa nulla, né del piano di Alex né di Catherine, ma le sue parole sono come una pugnalata al petto. Vivere in una casa con un uomo che avevo sempre visto come un amico e mai come un futuro marito non rientrava nei piani che avevo fatto prima di convincere Alex ad andare in Australia.
Ma Louis ha fatto per me quello che nessun uomo ha fatto prima d'ora: mi è rimasto fedele e ha fatto tanti di quei sacrifici, a partire dal fatto che ha lasciato suo padre e la sorella a Sydney per accompagnarmi dall'altra parte dell'oceano, svelandomi tutti i piani di Catherine come se per lui fosse una sconosciuta.
È stato merito suo se non sono stata umiliata da Alex di fronte a tutti, ed è stato grazie a lui che sono riuscita a convincermi di dover cancellare Alex dalla mia vita definitivamente.
«È stato Alex a rovinarmi la vita.»-le punto l'indice contro, dimenticandomi di essere di fronte a mia madre per difendere subito l'uomo che mi aspetta in Italia, mentre Noah e Ryan si avvicinano silenziosi. Senza aggiungere altro o lasciarla ribattere a sua volta, afferro una mano a entrambi per attraversare il salotto il più velocemente possibile con gli occhi di mia madre alle spalle.
Louis mi ha aiutata anche a essere più sicura di me stessa, riempiendomi di complimenti ogni volta che ne aveva l'occasione, per poi lasciarmi senza parole quando mi ha proposto di sposarlo.
Ero perplessa all'inizio: in cinque anni non ho permesso a Louis di toccarmi, se non rubarmi qualche bacio sulle labbra e lasciarlo dormire al mio fianco, dicendogli che non ero pronta.
Non sono mai stata pronta con lui, nonostante la sua gentilezza, ma vederlo inginocchiarsi di fronte a me con un anello tra le mani mi ha fatto capire che è giunta ora di raccogliere tutte le mie forze per voltare pagina.
Mi sono commossa quel giorno. Tra tutte le risate che Louis mi faceva scappare, per la prima volta mi ha fatto pure piangere per i flashback che si ripetevano nella mia testa.

In America farò nuovi amici e cercherò un nuovo lavoro, avrò l'opportunità di iniziare la mia vita da capo, il che non mi è nuovo, dato che è la quarta volta che lo faccio.
«Allora? Qual'è questo problema?»-l'insistenza di mia madre mi infastidisce, quindi faccio per raccontarle la verità, ma la voce serena di Alex mi interrompe:

«Abbiamo un matrimonio da organizzare.»

Certo. Per poi scappare con Catherine e dimostrarmi che si era solo divertito con me.
Guido lentamente per le vie nascoste del Bronx, senza badare ai litigi di Ryan e Noah, per assicurarmi di non procurare alcun graffio alla macchina di mio padre.
La mia relazione con i miei genitori è cambiata tanto: se cinque anni fa temevo di deluderli, confessando di essere incinta, ora sto per sposarmi con Louis senza nemmeno chiedere il loro parere o coinvolgerli.
Mi sembra di vivere un incubo ad occhi aperti e mi viene voglia di urlare per la disperazione in questo esatto momento, ma cerco di distrarmi, prendendo un forte respiro non appena la famigliare insegna del ristorante compare davanti alla macchina.

Eat&Go è inciso su un rettangolo di legno posto in cima all'entrata.
«Ti ricordi questo posto?» mi sussurra ad un orecchio.
Non mi guarda, anzi, mi supera per avvicinarsi al bancone e ordinare.
Dire che sono sorpresa è un eufemismo.
Il mio stupore si trasforma in un sorriso, che si spegne subito non appena lo vedo fissare lo sguardo sul fondoschiena di una cameriera che gli passa di fianco.
Maniaco sessuale che non sei altro!

Spalanco l'anta della porta con una mano, mentre con l'altra aiuto Noah a seguire il fratello per entrare all'interno della sala accogliente, ma soprattutto calda in confronto al vento gelato che soffia fuori da questo posto.
Per la seconda volta che entro in questo posto dopo anni mi sento tremare le gambe per i ricordi che rimangono vivi nella mia testa, mentre mi guardo intorno in cerca dei miei amici.
Sforzo un sorriso quando becco con gli occhi la cresta scura e inconfondibile di Ash girato di spalle, ma mi fermo sul posto e il sorriso mi muore sulle labbra quando i miei occhi finiscono sull'uomo seduto al suo fianco e sulla giacca di pelle nera che copre le sue spalle larghe.

Che ci fa qui?

Sei Mia, Ragazzina!  2 || ©Tutti i Diritti RiservatiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora