Capitolo 5

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Mi avvicino a uno dei camerieri sparsi nel giardino, che mio figlio continua a infastidire da quando sono entrata, mentre cerco di controllare il respiro e  vado in cerca di Ryan con gli occhi, ma non appena inizio a cercare in giro, fermandomi, i miei occhi finiscono su di lui.
Tutto si ferma intorno a me e non riesco a controllare i battiti del cuore quando inizio a fissarlo senza accorgermene: mantiene una postura rigida, come se volesse mettere in mostra le larghe spalle, molto più ampie dell'ultima volta che le ho ammirate.
Mantiene un'espressione talmente severa che mi sembra di avere davanti un altro uomo, dagli occhi più scuri e dalle labbra più carnose, e sue dita stringono il bicchiere mentre parla con Justin: spalanco le palpebre quando Naily si affianca al suo corpo.
Allunga una mano per attirarla al suo corpo e stringerla al petto, facendomi perdere un battito: cerco di controllare il tremolio delle mani, ma il bicchiere mi cade di mano quando porta le labbra in avanti e intreccia le labbra a quelle della donna di fronte a lui.
Porto una mano sul petto e distolgo gli occhi da quella scena orrenda. Pensavo che mi avessero tradita con Catherine e non capivo perché lei lo avesse imprigionato, ma a quanto pare non sono stata l'unica ad essere presa in giro da lui.
Non è cambiato, mi sbagliavo.
È lo stesso stronzo di prima, con la differenza che ora è ritornato dal suo vecchio giocattolino: Naily vive nella villa insieme alla figlia e da oggi a loro si unisce pure Alex.
Ha formato la famiglia che non ha voluto con me, con Giulietta e Naily, e a maggior ragione non saprà nulla dei gemelli.
Ritraggo indietro le lacrime, mentre mi affretto a piegarmi e raggiungere il bicchiere per terra.
Ho giurato a me stessa di non piangere più per un uomo, di non soffrire più per colpa sua, soprattutto ora che Louis mi aspetta con ansia a casa nostra, in Italia.
Non mi ha lasciato mancare nulla: ha lavorato come insegnante di lingua di giorno e barman di notte, facendomi vivere in un appartamento moderno e costoso e regalandomi affetto ventiquattro ore su ventiquattro.

«Mi hai portata in un elegante ristorante francese, sicuramente vuoi qualcosa in cambio.»-alzo un sopracciglio, incrociando le mani, mentre appoggio la schiena allo schienale della sedia, stanca dopo una giornata intera in sala operatoria.
«Sì»-rido alla sua sincerità, mentre porta una mano dentro una delle tasche del giubbotto di pelle.
«Voglio un sì.»-riprende a parlare, mostrando una piccola scatola elegante e facendomi assumere un'espressione perplessa quando apre la scatola, senza perdere il contatto visivo con i miei occhi.

Ho accettato la sua proposta solo quando ho sentito Noah chiamarlo 'papà' per la prima volta: in quel momento ho visto gli occhi di Louis illuminarsi e ho capito che non voglio che crescano senza un padre, non voglio che crescano senza Louis.
Con la coda dell'occhio continuo a fissarli, nell'esatto momento in cui Naily si allontana insieme a Justin e Josh, quindi i miei occhi finiscono di nuovo su quelli di Alex, anche se non mi guarda.
Non mi ha riconosciuta poco fa e non so per quale motivo non ho avuto il coraggio di rimanere in quella stanza  e resistere alla sua presenza.
I suoi occhi guardano un punto fisso poco più lontano da me:
«Mamma, guarda!»-mi accorgo di Noah che cerca di catturare la mia attenzione solo quando gli occhi di Alex seguono la direzione di quelli di mio figlio e incrocia il mio sguardo: distolgo di nuovo gli occhi dalla sua figura, dopo aver notato che la sua espressione è passata da infastidita a turbata.

Forse non sa che sono madre, forse non sa nemmeno di Louis...
Cerco di non dare importanza alla sua smorfia e mi riprendo dallo stato di trance per quel brevissimo contatto visivo: non ricordo di aver mai visto quelle pozzanghere così scure, piene di rabbia...
Forse si è accorto della mia presenza solo ora, ma ha già capito molto.
Dopo anni ci siamo scambiati un'occhiata, ma questa è stata diversa, sembrava dimostrare il fatto che il passato lo abbiamo cancellato entrambi, ma lui si è ripreso molto prima di me.

Sorrido a Noah per ricambiare il suo entusiasmo, ma il risultato è una smorfia, mentre allungo la mano verso la sua direzione, intrecciando le dita alle sue per costringerlo a lasciare in pace il pover'uomo e allontanarci il più possibile dagli occhi attenti di Alex.
«Clara!»-Josh mi indica una sedia vuota al suo fianco, richiamando la mia attenzione, quindi decido di prendere posto senza pensarci due volte, ma non prima di aver fatto segno a Ryan di avvicinarsi.
Senza ribattere si avvicina a testa alta, ma con il solito muso, per poi sorpassarmi e raggiungere Josh, che lo guarda confuso, spostando gli occhi dai miei a quelli scocciati di mio figlio.
Mi limito a salutarlo con un abbraccio breve e lasciando un bacio sulla sua guancia, nell'esatto momento in cui la musica inizia a diffondersi nell'aria, costringendo tutti a prendere posto, quindi suggerisco ai gemelli di sedersi affianco a me per tenerli sotto controllo.
Ryan è il primo ad ascoltarmi, dopo aver incrociato le braccia, mentre Noah, ovviamente, si distrae dopo due secondi e fa per allontanarsi, ma glielo impedisco, alzando gli occhi al cielo sotto lo sguardo curioso di Josh e facendolo sedere sulle mie gambe.
«Ma mamma!»-è rivolto di spalle, ma posso immaginare il suo broncio sotto i ricci ribelli.
«Mamma?»-Josh cattura di nuovo la mia attenzione, facendomi sbuffare mentalmente per la scena che si ripete.
«Già.»-annuisco lentamente, limitandomi a guardare Justin davanti a noi in piedi, nervoso come non l'ho mai visto prima d'ora.
«Due volte.»-aggiungo, indicando l'altra peste al mio fianco.
Non guardo la sua reazione e ringrazio mentalmente la madre di Chris quando annuncia ai musicisti l'arrivo della sposa, per avermi aiutata a evitare un momento imbarazzante come questo.

Sei Mia, Ragazzina!  2 || ©Tutti i Diritti RiservatiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora