Facebook: Ema Oqu
Instagram: ema_8570Parcheggio la macchina di mio padre nello stesso posto in cui l'aveva lasciata prima che mi allontanassi, per poi buttare la testa indietro, chiudendo gli occhi.
Una smorfia di disprezzo nei confronti di me stessa si forma sul mio volto quando ritorno a sentire le mani di Alex addosso.
Le sue mani ruvide e calde…
Avevo pianificato di ritornare a casa con un sorriso in faccia e una firma su foglio di carta, ma rimango impalata a pochi passi dalla porta della mia casa, con lo stomaco in subbuglio. Apro la portiera non appena mi accorgo che è passata la mezzanotte, chiedendomi se i gemelli stiano già dormendo, ma non appena esco dalla macchina rabbrividisco nel sentire l'aria fredda scontrarsi con la mia pelle, quindi strofino le braccia con le mani, mentre mi avvio verso la porta con il muso lungo.
Sono scappata via terrorizzata, ma non da Alex quanto dal fatto che ogni singola cellula del mio corpo si è fermata e non sono riuscita a muovere un muscolo per fermarlo nell’esatto momento in cui mi ha sfacciatamente toccata per tapparmi la bocca.
È riuscito nel suo intento, ma non voglio che creda di aver su di me lo stesso effetto di cinque anni fa.
Chiudo il portone alle spalle con cautela per non rischiare di svegliare nessuno, soprattutto mia madre, che ha l'udito di un pitbull anche quando dorme.
Attraverso il salone in punta di piedi, ma, prima di raggiungere la mia camera, mi affretto ad entrare in cucina.
Avrei voluto fare una doccia fredda all'istante per fingere di non essere mai andata a quella cena, ma mi accontento di un bicchiere di succo di frutta nel cuore della notte.«Amo il succo di mela.»-avvicino il bicchiere alle labbra, ma, prima che possa gustare quello che per me è nettare degli dèi, Louis alza una mano in aria.
«Non lo ameresti se sapessi che sono trenta chilocalorie ogni cento litro.»
Mi trattengo dall'alzare gli occhi al cielo, limitandomi ad allontanare il bicchiere dalle mie labbra per accontentarlo.
Quest'uomo è peggio di mia madre, ma decido di non offenderlo, urlandogli contro che ho appena partorito e ho bisogno di recuperare gli zuccheri persi, e gli rivolgo un'occhiata d'intesa, accontentandolo.Le parole di Louis rimbombano nella mia testa, ma ciò non mi impedisce di ingerire il succo del bicchiere tutto d'un fiato, per come mi è mancato.
Con i pensieri contrastanti che mi fanno venire il mal di testa, ritorno nella mia camera da letto, dove spero di trovare i gemelli addormentati, ma non senza pensare già a cosa dire a Louis alla prossima chiamata che ricevo da parte sua.
Se gli confesso direttamente che Alex non vuole divorziare da me, sono sicura che prenderebbe il prossimo aereo e mi raggiungerebbe.
Non voglio che Louis e Alex si trovino faccia a faccia: Louis non sarebbe capace di fare male ad una mosca, ma non posso dire la stessa cosa per l’uomo che sta cercando di rovinarmi la vita.
Alex potrebbe fare del male a Louis, peggio di quanto non stia facendo a me, per non so quale ragione valida, ma non voglio che accada.
Non volevo arrivare a tanto, ma Alex non mi sta dando altra scelta: se non lo convinco domani, allora sarò costretta a chiamare un avvocato…
Spalanco lentamente la porta, dando una sbirciata veloce all’interno della camera, prima di entrare: Noah e Ryan dormono con la pancia verso l'alto, con la bocca semiaperta e le braccia ai lati della testa.
Mi fanno tanta tenerezza che non riesco a resistere e mi abbasso alla loro altezza, piegandomi sul letto per poggiare le labbra sulla fronte di Ryan, mentre accarezzo i capelli di Noah.
Inizio a fissarli dall’alto, ma ogni volta che riprendo a guardarli attentamente trovo una nuova somiglianza con il loro padre. Hanno le labbra a cuoricino e gli occhi tremendamente scuri, tanto che talvolta lo sguardo scocciato di Ryan mi ricorda quello di Alex.
Afferro la parte alta della coperta per tirarla più in alto e coprirgli meglio: il rumore che proviene dalla finestra mi fa capire che è appena iniziato a piovere, quindi mi affretto a coprire meglio i gemelli, senza riuscire a trattenere l'istinto di avvicinarmi alla finestra per fissare di nuovo l'esterno.
I fari che illuminano il giardino sono davvero tanti e mi danno la possibilità di vedere anche gli alberi che iniziano a bagnarsi in lontananza.
Incrocio le braccia al petto, dopo aver spalancato un'anta della finestra, per poi inclinare la testa e appoggiarla al legno freddo.
Chiudo gli occhi e prendo un forte respiro, rimanendo in quella posizione per un tempo indefinito: faccio di tutto pur di pensare a Louis che mi aspetta in Italia, ma più ci provo, più i miei pensieri finiscono su due pozzanghere scure.
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Sei Mia, Ragazzina! 2 || ©Tutti i Diritti Riservati
ChickLit◼ TUTTI I DIRITTI RISERVATI! √ Completa Sequel di " Sei mia, ragazzina!" Era una secchiona timida e noiosa, ma fece innamorare l'uomo più ricco, stronzo e tatuato del Bronx.