Capitolo 6.

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Mi guardo allo specchio, lasciando cadere le braccia lungo i fianchi, coperti dal tessuto di un abito rosa antico.

«È per te.»-Louis compare alle mie spalle, lasciando un bacio tra i miei capelli, mentre mi porge un regalo impacchettato per bene.
Faccio per dirgli che non avrebbe dovuto spendere un centesimo per regalarmi qualcosa, ma mi interrompe prima ancora di poter fiatare.
«Dai, aprilo.»-mi incita, quindi lo accontento, spalancando le palpebre quando mi ritrovo davanti un vestito elegante e lungo fino alle ginocchia.
Non sono abituata a indossare abiti del genere, anzi, non sono proprio abituata a indossare abiti, ma il rosa del tessuto è così dolce che mi porta a innamorami completamente dell'indumento.
«Grazie.»

Piego le labbra in un sorriso, sentendomi immediatamente in colpa per non aver chiamato già Louis, quindi decido di prendere il telefono, prima di uscire dalla stanza per incontrare le amiche che non vedo da anni.
Mi avvicino alla finestra con il cellulare in mano, per poi stringermi nel cappotto caldo, mentre lascio entrare l'aria dall'apertura.
Ho sempre amato il brutto tempo: la pioggia e il freddo mi fanno venire voglia di sdraiarmi sul divano con una coperta addosso e una tazza gigantesca di cioccolata calda, ma il lavoro e i gemelli non mi darebbero mai il tempo di riposare, e non posso mangiare la cioccolata calda, dato che a Louis piace il mio corpo fine.

«Amore.»-Louis soffia dall'altra parte della linea, facendomi sbucare un sorriso per la voce assonnata.
«Ti ho svegliato?»-mordo l'interno della guancia, mentre continuo a fissare il paesaggio triste degli alberi sparsi fuori dal piccolo appartamento dei dipendenti.
Ho più volte proposto ai miei genitori di prendere una casa tutta per loro, e lo stesso hanno fatto Clelia e Tom, ma i miei genitori non vogliono abbandonare questo posto.
E nemmeno io, a dire il vero, vorrei lasciare questa stanza stretta e accogliente: mi rivolgo verso l'interno della stanza, guardando verso il letto singolo, dove ora dormono Noah e Ryan, quasi abbracciati per la vicinanza.

Se ne vanno tutti tranne Alex, il che mi mette a disagio. Sono già le nove di sera, gli altri se ne sono andati da due ore, e non abbiamo ancora finito di ricopiare il testo. Ho sonno, voglio dire ad Alex di andarsene e di smetterla di studiare le mie cose private invece di aiutarmi, ma mi alzo all’improvviso quando lo vedo sdraiato sul mio letto con in mano il mio diario.   «Ehm… no, quello no!» Mi avvicino per prenderglielo, ma si alza di scatto e si avvicina alla scrivania, mentre comincia a sfogliarlo. Come ha fatto a trovarlo?
 «Alex, ridammelo!» Faccio per riprenderlo, ma alza il braccio. Mi alzo in punta di piedi e poggio una mano sulla sua spalla, facendo piccoli saltelli. 

«Mi senti?»-ritorno alla realtà, sobbalzando quando la voce di Louis mi richiama.
«Sì, come stai?»-chiedo per cambiare discorso, mentre ritorno a guardare il tempo scuro fuori dalla finestra.
«Mmm, mi manchi.»-rido alla sua tenerezza, mentre immagino le sue guance arrossire.
È un uomo assai romantico e non c'è giorno in cui non prova a sorprendermi o rubarmi un sorriso, il che mi porta ad ammirarlo ancor di più.
«Anche tu.»-ammetto, anche se è passato solo un giorno da quando ho lasciato l'Italia.
«Spero tu possa ritornare il più presto possibile.»
Abbasso gli occhi, capendo cosa voglia dire in realtà, quindi mi lascio sfuggire un sospiro, umidificando le labbra con la lingua.
Continuo a pensare che sarebbe stato meglio parlare con quello stronzo ieri, se non di mattina, almeno di pomeriggio sarei potuta andare alla villa, ma il primo incontro non è stato così piacevole.

Stammi lontana.

Chiudo gli occhi, mentre le sue parole rimbombano tra i miei pensieri, facendomi venire un mal di testa, mentre stringo i denti e cerco di scacciare dalla testa Alex almeno per i cinque minuti in cui parlo con Louis, ma solo ora capisco che chiedergli il divorzio sarà molto più difficile di quanto avevo immaginato e programmato.
Avrei dovuto capire cosa ci fosse dietro a tutta quella fretta di sposarci, ma ho preferito fare la finta tonta e credere alle sue bugie, piuttosto che insistere di avere delle spiegazioni, soprattutto prima di sposarci ufficialmente nel Town hall di Sydney.

Sei Mia, Ragazzina!  2 || ©Tutti i Diritti RiservatiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora