Capitolo 27. Punto di vista di Alex

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Socchiudo gli occhi, mentre la guardo da lontano abbassare la testa all’improvviso, ma poi sposto di nuovo gli occhi sul ragazzino che osserva il mio telefono incuriosito.
Riprendo a fissarlo mentre i muscoli del mio corpo si contraggono alle parole di Kate: Ryan e Noah hanno due pupille talmente nere che fanno tenerezza solo guardandoli in faccia, a differenza dei miei occhi, che sono stati inquietanti da quando sono nato.
Hanno i ricci così intrecciati che fanno sembrare la loro testa il doppio più grande di quanto non lo sia e delle labbra talmente piccole che sembrano quelle di una femminuccia. Le loro guance sono paffute al punto che ho avuto voglia di accarezzarle dal primo giorno in cui mi sono imbattuto in Noah.

Non so se Kate stia cercando di provocarmi o farmi capire qualcosa, ma i gemelli non possono essere i miei figli.
Clara non me lo avrebbe mai tenuto nascosto, anche se ha avuto il coraggio di lasciarmi marcire in carcere per divertirsi con Louis dall’altra parte del mondo.
Le parole di Kate si ripetono nella mia testa, iniziando farmi dubitare e illudere di qualcosa che non può essere vero: stringo le mani in due pugni, ma cerco di non dare a vedere la mia rabbia al bambino di fronte a me, che per la prima volta vedo guardarmi con un sorriso, piuttosto che essere pronto ad attaccarmi.

Ho sempre considerato la madre di Clara una donna diabolica e pronta ad aggirare la situazione a suo favore, manipolando tutti, ma non le darò modo di riempirmi la testa di cazzate: sposto gli occhi da Ryan alla donna in piedi di fronte a mio padre, ma prima che possa aprire bocca, mi anticipa balbettando:
«Intendo… A entrambi vi piacciono le moto.»-si affretta a spiegare e, nonostante il suo tono non mi piaccia per niente, i miei muscoli si rilassano e il respiro ritorna ad essere normale.
«Allora?»- Ryan mi riporta alla realtà, poggiando la mano minuscola sul mio avambraccio, al quale contatto scosto subito il braccio, più spaventato che infastidito dalla confidenza che ha iniziato a darmi.
«Ecco.»-il mio tono risulta più freddo di quanto avrei voluto, mentre mi affretto a mostrargli l’immagine di una moto sullo schermo del cellulare.
Spalanca gli occhi e il suo sorriso si allarga, facendomi aggrottare la fronte, ma non riesco a continuare a studiare la sua espressione che mio padre mi riporta alla realtà:
«Io vado, altrimenti tua madre mi prende a schiaffi.»-dice con una smorfia di stanchezza in viso, per poi alzarsi dalla sedia e avviarsi verso la porta.
Decido di non rispondergli, mentre con la coda dell’occhio noto che Kate imita mio padre, indirizzandosi verso la cucina con Noah in braccio, non senza lanciarmi un'ultima occhiata.

Stringo i denti e mi sdraio del tutto sul divano quando noto che il salone si è svuotato, approfittandone per immergermi nei pensieri e convincere me stesso che Kate non volesse dire altro.
La prima volta che ho sospettato che Clara fosse incinta di me è stato dieci anni fa, ma poi ho scoperto che era mio sorella quella che avrebbe dato al mondo un figlio.
L'idea di essere padre per la seconda volta mi spaventava, ma non tanto, sapendo che avrei sempre avuto al mio fianco Clara.
La donna che amavo sarebbe stata la madre dei miei figli e non potevo che essere elettrizzato all'idea di formare una famiglia con lei e di smetterla di compiere cazzate in giro per le strade buie del Bronx.

Mi dà fastidio non poter controllare tutto e tutti, soprattutto quando si tratta Clara: solo pensare che stia tramando qualcosa alle mie spalle, mi fa salire un cazzo di nervoso.
Continuo a perdermi nei pensieri, senza accorgermi che la macchina di Tiara si ferma accanto all’ospedale.
Corrugo le sopracciglia.
Non mi sembrava che Clara stesse male, anzi…
Forse ha qualcosa e non me lo ha detto? Continuo a pormi domande su domande, mentre le seguo all’ingresso.
Con loro c’è anche Jessica, il che mi confonde ancora di più.
Cerco di non distrarmi da tutto quel via vai di gente, quindi le seguo fino a quando non entrano in una stanza, chiudendosi la porta alle spalle.
Mi assicuro che la porta sia chiusa per poi avvicinarmi e leggere la scritta riportata su di essa.

Sei Mia, Ragazzina!  2 || ©Tutti i Diritti RiservatiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora