Capitolo 30. Punto di vista di Alex

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«Ti minacciava?»-chiede, interrompendo il suo sussurro da un gemito, mentre si lascia andare turbata, inarcando la schiena quando poggio il suo corpo sul letto singolo, sopra le coperte, e mi posiziono tra le sue gambe, ammirando la sua espressione confusa dall’alto.
«Aveva delle prove.»-sospiro con una voce roca, mentre sfilo rapidamente la maglia dalla testa, scompigliando i capelli che Naily mi ha costretto di mettere in ordine non appena tornata, per poi abbassarmi di nuovo alla sua altezza, senza darle il tempo di ragionare lucidamente dopo le mie parole.
«Louis lo sa?»-chiede di nuovo, ma non le do il tempo di finire e solo dopo aver sentito quel nome sprofondo le mie labbra sulla sua bocca per zittirla.
Allungo la lingua e la costringo a darmi l'accesso, quindi la intreccio alla sua mischiando i nostri sapori come non ho potuto fare per colpa di un errore, per poi lasciarla gemere a bassa voce, liberandole la bocca e iniziando a lasciare scie umidi lungo il suo collo.
Porto le mani ai lati del suo fianco, scoperti dalla camicia da notte rialzata fino alla sua pancia, e sfioro la sua pelle, mentre penso a come cazzo ho fatto a resisterle così a lungo, ma non appena faccio per spostare il suo intimo poggia di nuovo le mani sul mio petto, costringendomi a smettere di torturare la sua pelle e guardarla negli occhi.
«Louis non c'entra in tutto questo.»-ripete mentre alzo gli occhi al cielo: invece di ragionare sul fatto che non l'ho mai tradita e che ho fatto tutto per salvarmi da Catherine lei continua a difendere quel coglione che dorme dall'altra parte del muro.
«Cazzo, Clara, ma ti senti!»-vorrei apparire arrabbiato ma il mio tono disperato le fa capire che ne ho abbastanza di sentir parlare di lui o di sua sorella.
«Mi fido di lui.»-dice con un filo di voce, quindi allontano le mani dai suoi fianchi e le poggio ai lati della sua testa per non lasciare tutto il peso del mio corpo sul suo.
Riesco a stento a sentire le sue parole per la pioggia che diventa più fitta fuori dalla finestra, ma capisco che è quasi spaventata dalla mia possibile reazione, anche se mi limito a guardarla a due millimetri di distanza dai suoi occhi, cercando di non farmi distrarre dalla sua bocca di nuovo.
«Io impazzivo ogni giorno che non ti vedevo.»-mi soffermo su ogni singola sillaba, mentre finalmente cambia espressione e incrocia i miei occhi, quasi stupita delle mie parole: « Speravo di vederti il giorno dopo e contavo i giorni che rimanevano per poterti solo guardare.»
Le sue labbra iniziano a tremare, mentre i suoi occhi si perdono nei miei man mano che le faccio capire come mi sono ridotto senza di lei.
«Ma tu non sei mai venuta.»- realizzo, facendole ingoiare il gruppo alla gola, mentre fa per parlare e le lacrime si accumulano ai suoi occhi, ma non le do il tempo di spiaccicare parola, sollevando una mano per portarle una lunga ciocca di capelli dietro l’orecchio.
«Quando Naily mi ha detto che eri fuggita con Louis…»-stringe la mascella visibilmente stupita, ma mi costringo a continuare a sussurrare con una voce roca, intrufolando la stessa mano tra i suoi capelli:« … sono uscito fuori di testa, perché ho pensato che ti fossi innamorata di un altro.»-strofino le mie labbra contro le sue, per poi continuare con un respiro irregolare: «E ho temuto di non poterti più toccare.»-concludo, sfiorando con la punta del naso la sua guancia, mentre Clara continua a rimanere imbambolata e pensierosa alle mie parole.
«Ma ora voglio guadagnare tutto il tempo perso.»-alzo la voce senza rendermene conto, mentre lei sobbalza, ma senza impedirmi di baciarla, mentre stringo i suoi capelli in un pugno.
Mi stacco da lei, per poi attaccarmi di nuovo alle sue labbra quando mi accorgo che vuole ribattere.
«Anche tu lo vuoi.»-osservo per rinfacciarle che non sono l’unico che non riesce a controllarsi, altrimenti non sarebbe ancora sotto il mio peso a subire i miei baci e le mie carezze sulla pelle.
La mia non è una domanda, ma un'affermazione: non ho bisogno di una risposta da parte sua per capire quanto mi desidera, ma me ne rendo conto dal modo in cui la sua pelle brucia ogni volta che la sfioro con la lingua, dal modo in cui arrossisce ogni volta che la provoco e persino da come abbassa gli occhi ogni volta che mi chiede di starle lontano.
Le sono mancato più di quanto io sono mancato a lei e sono talmente fuso in questo momento che riesco ancora a vederla come mia moglie, anche se si è lasciata toccare da un altro uomo, con cui ora condivide due figli.
«Non voglio fare del male a Louis e Naily… » butta la testa indietro sul cuscino, allontanando di nuove le labbra dalle mie con difficoltà, per poi portare entrambe le mani sul viso, nascondendo il rossore delle sue guance, mentre impreco di nuovo alla sua testardaggine.
«Ma vuoi fare del male a me.»- ribatto con amarezza, annuendo alle mie parole e guardando in basso il tessuto della sua camicia per non intimorirla con l'espressione minacciosa che non riesco a fare a meno di assumere.
Allontana le mani dagli occhi, mettendo di nuovo in vista il chiaro delle sue pupille, ma avrei preferito che non lo facesse quando noto i suoi occhi riempirsi di lacrime per l'ennesima volta.
Non mi piace vederla piangere, dannazione!
Ma so che spesso sono stato proprio io a ridurla in questo stato…
«No.»-la sua voce tremante mi fa capire che è colpa mia se delle lacrime le colano ai lati degli occhi e i suoi singhiozzi ritornano a echeggiare nella mia testa, quindi faccio per consolarla e accarezzarle i capelli, ma mi anticipa, poggiando le piccole mani fredde sul mio petto largo, mentre cerca di guadarmi dritto negli occhi, sollevando leggermente il busto per avvicinarsi al mio viso.
«Non ho mai smesso di amarti.»- sussurra contro le mie labbra, guardandomi con tanta tenerezza che il mio battito cardiaco accelera all’impazzata, come se avessi bisogno di sentirglielo dire a voce alta per capire che mi amasse.
«Lo so.»-mi affretto a dire, cercando di apparire il più sicuro possibile mentre quelle parole si ripetono nella mia testa e ogni singola fibra del mio corpo si contrae al suono della sua voce.
«Ritorneremo a vivere insieme … »-inizio a dire, mentre lei geme a due centimetri dal mio viso, iniziando a scuotere la testa freneticamente e alzando gli occhi al cielo.
«No.»-prova a interrompermi ma non le do retta e continuo a farle capire che è mia moglie e continuerà ad esserlo, anche a patto di far soffrire Louis e Naily.
«… avremmo di nuovo una casa nostra.»- dico con un tono fermo, baciandole il naso, mentre lei chiude gli occhi e lascia cadere altre lacrime, troncando i miei sogni.
«Non posso fare questo a Louis. Lui mi è stato vicino.»-sembra dirlo più a sé stessa che a me, mentre già penso di andare ad arredare di nuovo la casa sul TatooCentre.
Sarà perfetta per noi e ricordo quanto le piacesse quel posto quando ha cominciato a vivere con me.
« I gemelli vivranno con noi.»-inizio a giocherellare con una ciocca dei suoi capelli, arrotolandola intorno al dito, mentre lei continua a lamentarsi sottovoce.
«Devo darmi il divorzio, Alex.»-mi trattengo dall’ alzare gli occhi al cielo, mentre porto il labbro inferiore tra i denti e alzo un angolo della bocca in alto.
«A Ryan piacciono le moto. Per il suo diciottesimo gli regalerò una moto.»
«Ci dobbiamo separare.»-continua a ragionare con le pareti, mentre afferro la sua guancia tra i denti.
«A Noah regalerò una tartaruga.»-riprendo a ragionare ad alta voce, mentre penso a come sarà divertente vivere con quei due ragazzini tra i piedi: sicuramente non potremmo fare sesso tranquillamente ogni sera, ma troveremo una giustificazione, continueremo a far credere a entrambi di star giocando a scacchi
Sono sicuro che andranno entrambi d'accordo con Giulietta e mi aiuteranno a tenerla sott'occhio, diventando due fratelli gelosi.
«Dobbiamo divorziare.»-ripete con un filo di voce, ma rispondo, lasciando un bacio sulla sua fronte, per poi allontanarmi dal suo corpo e scendere dal letto con un sorriso, lasciandola perplessa, con i capelli scompigliati e la camicia stropicciata e alzata fino all'altezza dello stomaco, lasciando in bella mostra l’intimo viola, ma costringo me stesso a lasciarla sola a riflettere in soliti sulla mia proposta, trattenendomi dal saltarle addosso di nuovo, questa volta senza riuscire a controllarmi.
Giro le spalle e mi avvicino alla finestra prima di cambiare idea, ma non prima di aver lanciato un'ultima occhiata alle sue gambe nude.
«Se non mi dai il divorzio dirò a Giulietta la verità.»-dice alle mie spalle, facendomi bloccare ai miei passi, prima di uscire, ma le sue parole non fanno altro che allargare il mio sorriso:
«Non lo faresti.»-le rinfaccio, per poi decidere di lasciare finalmente la sua stanza calda e lasciarmi bagnare dalla pioggia, mentre attraverso lentamente il giardino della villa, anche se con la testa sto ancora sul corpo di Clara, sentendomi ripetere che non ha mai smesso di amarmi.
Nemmeno la droga mi faceva sentire così vivo ed eccitato, mentre a Clara basta una parola per mandare il mio cervello in fumo.
Il telefono vibra nella mia tasca, distogliendomi dai miei pensieri disordinati, ma decido lo stesso di controllare lo schermo, chiedendomi chi possa essere il mittente, soprattutto a quest'ora:

*Non ti sono bastati i cinque anni in carcere, vero?*

Catherine…
Spalanco gli occhi quando realizzo che la donna che mi ha rovinato la vita, si è appena fatta sentire, proprio pochi secondi dopo essere uscito dalla camera di Clara.
Stringo il telefono e la mascella contemporaneamente, per poi iniziare a guardarmi intorno, pensando di essere perseguitato per un istante, ma poi provo a rilassarmi, scuotendo la testa per non rovinare questa serata per colpa di quella puttana.
Convinco me stessa che si tratti di una coincidenza, ma rabbrividisco al pensiero che a mezzanotte Catherine, anche dopo anni, continui a pensare a me.
Non appena varco la soglia l'odore della villa mi invade le narici, ma è un profumo strano, quasi estraneo, anche se sono cresciuto proprio tra queste mura, odiando tutto di questa casa, dai miei genitori alle mattonelle che ricoprono il pavimento. Faccio per salire le scale, pensando alla possibilità che tutti stiano dormendo, ma mia sorella mi dà prova del contrario, mentre scende dalla parte opposta le scale:
«Avevi bisogno di una doccia fredda per ritornare alla realtà, quindi hai fatto bene.»-mi guarda dalla testa ai piedi, notando che sono talmente bagnato che i miei pantaloni colano per terra, ma non le do retta, alzando gli occhi al cielo con un sorriso:
«La maglia l'hai lasciata da Clara?»-chiede, soffermandosi sul mio torace e facendomi accorgere solo ora che il mio petto è nudo e ghiacciato.
Non rispondo di nuovo alle sue provocazioni e cerco di cambiare discorso, ma continuando a salire per raggiungerla:
«Non hai un marito a cui rompere il cazzo, piuttosto che prendertela con me?»-le prendo il naso tra l'indice e il medio, come se fosse una bambina, ma l'espressione seria sul suo volto mi fa capire che è meglio non insistere.
«È da tanto che non vedo mia nipote.»-osservo subito dopo, socchiudendo gli occhi nel capire che tra lei e il mio amico le cose non vanno alla grande.
«Domani la faccio venire.»-balbetta, senza guardarmi negli occhi, per poi affrettarsi a sorpassarmi e scendere le scale rapidamente.
Se questa sera hanno cercato di farmi dormire pensando solo a Clara, Catherine e mia sorella ci sono già riuscite.
È da un paio di giorni che non parlo con Josh, a differenza di Ash, con il quale spendo anche gli orari fuori dal lavoro, dato che ha urgente bisogno di denaro e di un possibile aumento della paga, anche se mi sono offerto più volte di aiutarlo.
Sono cresciuto con lui e Josh, nonostante con loro non ho fatto le cazzate che ho combinato con Andrew.
Aggrotto la fronte, ricordando la sua ultima, misteriosa chiamata, in cui mi scongiurava di non dare il divorzio a Clara: ora capisco che sapeva la verità grazie a John, ma non capisco perché me lo hanno tenuto nascosto, anche se sicuramente Clara avrà costretto entrambi a tenere la bocca chiusa.
Scuoto la testa e passo la mano tra i capelli, cacciando un sospiro pesante prima di afferrare la maniglia e abbassarla, per poi entrare nella mia camera fredda, ma già illuminata per via della luce accesa.

«Non pensavo il bagno fosse così lontano.»-la voce di Naily mi fa ricordare la sua presenza, facendomi imprecare tra me e me, ma mi rilasso quando la sento ridere, per poi incrociare i suoi occhi che mi guardano dalla testa ai piedi con stupore.

Spalanco le palpebre quando noto che è mezza nuda sul mio letto, in una posizione provocatoria e con un intimo nero che fascia le sue parti intime, anche se non lascia già nulla all’immaginazione.


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