Capitolo 21

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Mi siete mancate anche voi (grazie dei messaggi su Instagram!💙💚💛)

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Il tè inizia a farmi schifo per quanto spesso l'ho bevuto in una settimana, solo per rilassarmi dopo le innumerevoli chiamate di Louis, che non capisce giustamente il motivo per cui non sono partita sei giorni fa, e per passare il tempo chiusa nella mia camera da sola, mentre i gemelli vengono portati a spasso da mio padre ogni mezz’ora.
Per come mi richiudo entro quattro mura, mi sembra di capire persino come ci si sente a spendere le giornate in una cella, come un delinquente… come Alex.

L'ho evitato continuamente, cercando di sopprimere la voglia di incrociare il suo sguardo ogni volta che passa di fronte all'appartamento della servitù per entrare nella sua macchina.
Una volta non sono riuscita a fare a meno di fissarlo, scostando leggermente la tenda della finestra e ammirando senza rendermene conto il corpo possente nascosto da un abito elegante e formale, mentre camminava a testa alta, guardandosi intorno come se davvero si sentisse osservato, con un'espressione che sono riuscita a decifrare da lontano, notando le sopracciglia abbassate e la fronte aggrottata, anche se nascosta da quei maledetti ricci disordinati.
Mi sono accorta dell’allontanamento di Naily da quel momento, pensando che, se fosse stata ancora nella villa, certamente non lo avrebbe lasciato uscire di casa conciato così come appareva in quel momento davanti ai miei occhi : tremendamente sexy.

Lo osservo, mentre si concentra alla Tv: è sempre lo stesso uomo menefreghista, anzi, forse lo è un po' più di prima.
È diventato quasi più alto di prima, oppure sono stata io a diventare più bassa, ma si mantiene il fisico di prima: si morde il labbro inferiore, mettendo in evidenza i suoi lineamenti... e lui sa quale effetto ha su di me quel gesto.
Passa una mano tra i capelli scuri, mentre i muscoli delle sue braccia si contraggono, muovendo i tatuaggi che lo avvolgono.
Ho studiato ogni singolo tatuaggio del suo corpo, scoprendo una storia dietro ad ognuno di essi, ma il mio preferito è uno che rappresenta una piccola C in mezzo alla sua schiena.
Non gli ho mai chiesto il significato di quella lettera, non vorrei rimanere delusa: ho sempre sognato fosse l'iniziale del mio nome e voglio continuare a pensarlo.
Anche perché, se glielo dicessi, mi scoppierebbe a ridere in faccia.
Sposto lo sguardo dalla sua figura, perdendomi nei pensieri, mentre osservo la pioggia colpire il vetro della finestra violentemente.
E più la guardo, più il mio sorriso cresce.

Mi allontanai subito dalla finestra per non rischiare di essere beccata: non voglio fargli credere di essere attratta da lui, anzi, se potessi andrei da lui ogni giorno per minacciarlo a mettere giù una firma, ma ho deciso di seguire il consiglio dell'avvocato e aspettare il suo arrivo prima di commettere qualche sciocchezza.
Controllo il telefono più volte, in attesa di un messaggio da parte dell’avvocato, ma la casella vuota mi fa capire che Adam è occupato in questo istante, tanto da non poter nemmeno inviare una mail e informarmi del suo arrivo, anche se era previsto per oggi pomeriggio.

«Se non ci fosse mia figlia di mezzo, avrei divorziato tempo fa.»-Tiara continua a lamentarsi, incrociando le gambe in un gesto veloce, mentre porto il busto in avanti per poggiare sul tavolo la tazza fumante che Annarita mi ha dato poco fa.
«Cosa c'entra tua figlia?»-Jessica decide finalmente di sedersi al mio fianco, piuttosto che fare avanti e indietro per il salone, preoccupata di non so cosa: « Se non vai d'accordo con Josh separatevi. Clara si è decisa di farlo non appena Alex è stato liberato.»-aggiunge, come se lei lo avesse già sperimentato e fosse semplice prendere una decisione del genere.
« Clara non ha figli in comune con Alex, a differenza di Tiara.»-osserva Annarita, in piedi davanti a una delle sue clienti e alzando le forbici mentre gesticola.
Sospiro alle sue parole e assumo una smorfia di fastidio per il mio atteggiamento: sto nascondendo alle mie migliori amiche la verità e vado persino fiera del fatto che nessuna di loro abbia messo in discussione che i gemelli sono figli di Louis.
Mi sento in colpa, ma preferisco tenerle nascosta la verità, piuttosto che rischiare di perdere Noah e Ryan.
Porto una ciocca di capelli dietro orecchio, particolarmente nervosa da stamattina, per come andranno le cose non appena porto l'avvocato da Alex, ma mi costringo ad aprire bocca, dato che sono l'unica che non fiata:
«Tu, piuttosto? Perché sei così agitata.»-mi giro dalla parte di Jessica, alzando il mento con un mezzo sorriso in faccia, ma non appena si accorge della mia domanda rimane perplessa e sembra pensare a cosa dire per giustificarsi.
È la seconda volta che becco Jessica e Ash comportarsi in modo strano, all'inizio era il mio amico che mi preoccupava, ma ora Jessica mi sta facendo capire che  c'è davvero qualcosa che non va.
Ingoia la saliva, mentre il suo silenzio mi fa assumere un'espressione seria, attirando attenzione di Tiara e Annarita.
« È tutto apposto. Io e Ash abbiamo dei problemi economici.»- si decide di chiarire il suo problema dopo attimi di silenzio, per poi premere le labbra tra di loro e distogliere gli occhi dai miei.
Le sue parole mi lasciano turbata, ma non sono l'unica stupita dalla sua confessione, tanto che Tiara si alza subito dal suo posto per raggiungere Jessica:
«Se vuoi … »-inizia a parlare con un tono dolce, poggiando una mano sulla spalla della nostra amica, ma Jessica scuote immediatamente la testa, schiarendosi la voce e rifiutandosi di ricevere un aiuto da parte di Tiara e della sua famiglia ricca.
« Non è niente che non si possa risolvere, soprattutto ora che Ash ha un lavoro.»- trova il coraggio di dire, per poi sfociare un sorriso largo, il che mi porta a fare lo stesso senza accorgermene.
Non so come sia venuto in mente ad Alex di assumere Ash, forse sapeva che gli servono soldi e un lavoro, o forse davvero pensa che Ash possa essere capace di aiutarlo, dato che da solo non è capace di dirigere un azienda.
Ricordo Ash dai tempi dell'università, quando tutti frequentavamo le stesse lezioni nella piccola facoltà del Bronx, ma tra lui e Alex non scorreva buon sangue.
Non si rivolgevano nemmeno la parola e la prima volta in cui si sono scontrati è stato quando Ash ha interrotto uno dei primi baci tra me e Alex.
Ora, invece, condividono lo stesso ufficio ed è grazie ad Alex che Ash e Jessica potranno superare le loro difficoltà economiche.
Sta persino aiutando il padre con l'azienda ed è già tanto se non ha licenziato i miei genitori, dato che d'ora in poi tutto e tutti saranno nelle sue mani, un motivo in più per non ritornare più nel Bronx.
La prigione lo ha quasi reso un uomo migliore, ma non con me.

« Di uomini come tuo marito ce ne sono pochi.»-osserva Annarita, cercando di cambiare argomento, con un tono ironico.
« Io mi devo spaccare la schiena dalla mattina alla sera per poi sentirmi dire ‘ la cena non è ancora pronta?’ !» -aggiunge subito dopo, facendo ridere di gusto la cliente, che annuisce alle sue parole.
« Josh torna a casa sempre ubriaco, tanto che si dimentica persino di avere una figlia!»- Tiara si lamenta a sua volta, assumendo una smorfia di fastidio.
«Non crediate che Ash sia perfetto, dato che ha il vizio di lasciare le mutande sporche dappertutto e mangia sul divano! Mangia sul divano, capito?»- urla con una voce teatrale, ma nel sentirle parlare in quel modo, inizio quasi a provare invidia per loro.
Louis è un uomo davvero perfetto, non beve alcol e non fuma, non mangia sul divano e non lascia boxer sporchi in giro per la casa.
Con Alex era tutto diverso e se stessimo ancora insieme  anch'io mi lamenterei come le mie amiche di lui, di come è pigro e di come sta sempre davanti alla televisione con una birra in mano.
Mi lamenterei delle sue uscite e dei suoi rientri a casa troppo tardi, del suo menefreghismo, della sua stronzaggine.

Ma non posso farlo. Lui non è più il mio uomo.

Abbasso la testa e sento un forte peso sul petto, con una matta voglia di cacciare fuori delle lacrime per sfogarmi: oggi tutto finirà e non sarò più costretta a rivedere il Bronx e la villa.
Finalmente potrò dire addio al passato, tranne ai miei amici, dato che, per quanto lo volessi, non smetterebbero mai di perseguitarmi.

«Io devi andare.»-salto sul posto, sentendo già la mancanza dei gemelli, anche se gli ho affidati a mio padre e di è da solo un'oretta che non li vedo.
Tiara alza gli occhi al cielo alla mia decisione, ma non mi interrompe o chiede spiegazioni, quindi ne approfitto per lasciare un bacio alla guancia a ciascuna e voltarle le spalle rapidamente.

Mi sembra di essere di nuovo incinta per i miei sbalzi d'umore, ma non appena hanno iniziato a parlare dei loro mariti mi sono sentita di troppo.
Sono uomini viziati i loro mariti, ma sicuramente non hanno mai tradito le mie amiche come Alex ha fatto con me.

Accendo la macchina e prendo un forte respiro, lasciando il salone di bellezza di Annarita alle spalle con le mani tremanti e facendo di tutto pur di togliere Alex dalla testa, ma più ci provo, più rimane un pensiero fisso nella mia testa.
Un pensiero che mi divora giorno e notte, per quanto cerchi di distrarmi in ventiquattro ore:

«Faccio io.»
Porto le mani lungo i fianchi. Le sue, invece, salgono sulla mia pancia per poi raggiungere i miei seni.
Cerco invano di trattenere un gemito, mentre le sue mani si muovono in cerchi immaginari.
Poggio una mano alla parete, mentre la sua intimità preme contro il mio fondoschiena.
Con una mano continua a torturare i miei capezzoli, mentre l’altra scende furtiva sulla mia pancia, per poi raggiungere il mio sesso.
Inizia a massaggiare e insaponare la mia intimità, ma mi spazientisco, volendo essere riempita da lui. «A-Alex...» gemo.
«Mmh?» sussurra al mio orecchio, per poi sprofondare dentro di me con un dito, incitandomi con gesti controllati.
Senza lasciarmi venire, allontana la mano, per poi farmi girare dalla sua parte e schiacciarmi contro la parete sotto il getto dell’acqua.
Non faccio in tempo a guardarlo negli occhi, che si abbassa all’altezza delle mie cosce, per poi divaricarle.
Gemo forte quando le sue labbra si poggiano sulle mie, lambendo il mio clitoride con la lingua.
Stringe le mie gambe, costringendomi a stare in piedi, mentre la sua lingua attraversa il mio sesso. Sospiro mentre mi eccita, intrufolando le dita tra i suoi capelli.
Si alza, riempiendo di baci tutto il mio corpo, per poi fiondarsi sulla mia bocca, ma lo blocco, presa dalla voglia di fare qualcosa per lui.
Quindi mi alzo in punta dei piedi e porto le labbra sul suo collo.

Arrossisco violentemente al solo pensiero di averlo toccato ed essermi fatta toccare da Alex in quel modo, mentre ora le sue mani sono lontane un miglio, sicuramente ad accarezzare Naily sullo stesso letto in cui eravamo soliti addormentarci ogni sera prima di partire per l'Australia.
Avrei voluto non essere mai partita, ma se non lo avessi fatto e se non avessi conosciuto Catherine, sicuramente non mi sarei resa conto di questo lato di Alex. Forse mi ha umiliata più volte e non sono riuscita a capirlo.
Scuoto la testa e ingoio il gruppo alla gola, sicura di trovare a casa i miei genitori e i gemelli, ma, non appena arrivo in salone, mi accorgo della presenza, di fronte a mio padre dall’espressione scocciata, un uomo anziano in postura eretta e rigida, mentre i suoi occhi furbi e piccoli raggiungono la mia figura.
Gli occhiali che poggiano sul suo naso piccolo lo rendono più formale di quanto non lo faccia apparire il suo uniforme
Dalla borsa quadrata che regge in una mano  capisco che non si tratta di un amico di mio padre o del postiere, e dal modo in cui le sue labbra si piegano in un sorriso non appena incrocio il suo sguardo, tutto si fa più chiaro.

Adam Watson...

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